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Lo sciopero non si farà, ma i magistrati confermano il loro stato di agitazione sull'iniziativa disciplinare promossa dal ministro Nordio nei confronti dei giudici milanesi del caso Uss e sono pronti a mobilitarsi e farsi sentire sul terreno delle riforme, allarmati soprattutto dagli interventi che si prospettano sulla magistratura e che segnano una distanza sempre più netta dal quadro costituzionale. È la rotta segnata dall'assemblea degli iscritti all'Anm che riunisce a Roma in Cassazione 200 toghe tra presenti e delegati e a cui partecipano anche rappresentanti delle camere penali e dell'accademia. Si conclude con una mozione unitaria che accusa il governo di "attentare all'indipendenza della magistratura", per l'iniziativa disciplinare, ed esprime "preoccupazione" anche per le annunciate riforme costituzionali che "mirano a modificare l'assetto ordinamentale della magistratura" e ad attuare scelte organizzative "controproducenti e insostenibili allo stato attuale delle risorse". In apertura dei lavori tocca al presidente Giuseppe Santalucia lanciare l'allarme sulle riforme sulla magistratura, che ci stanno "allontanando progressivamente dal disegno della Costituzione". E a spiegare che l'Anm non cerca lo "scontro" con la politica ma rivendica il proprio ruolo di interlocutrice perché "parlare delle riforme non significa interferire ". "Dobbiamo mantenere alta l'attenzione", è la sollecitazione che arriva dal leader di Area Eugenio Albamonte che paventa il rischio di un "controllo politico sulle indagini", con la riforma del rapporto tra pm e polizia giudiziaria, e di un "abbassamento della soglia di legalità", con l'abolizione dell'abuso d'ufficio e l'intervento sul controllo della Corte dei conti. Inutili le rassicurazioni che il ministro della Giustizia, impossibilitato a intervenire all'assemblea a cui era stato invitato, aveva affidato a un messaggio, sottolineando anche la sua volontà di dialogare sulle riforme: "Non c'è stato e non ci potrà mai essere alcun atto ministeriale che possa mettere in discussione l'indipendenza e l'autonomia della magistratura, patrimonio irrinunciabile della nostra democrazia". "Quella lettera non ci soddisfa" replica Santalucia. "Le nostre preoccupazioni restano" dice Angelo Piraino, segretario di Magistratura Indipendente, la corrente che sino all'ultimo ha provato a limare i toni più politici del documento approvato dall'assemblea.

Foto © Imagoeconomica

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