"Assistiamo a un divorzio tra politica ed etica. Una politica senza etica diventa puro esercizio di potere. Nella lotta alle mafie e corruzione abbiamo bisogno di una politica sana, di una politica vera. Le istituzioni sono sacre ma dobbiamo distinguere le istituzioni da chi le governa, da chi le gestisce". Conclusa a Palermo la due giorni di Libera a oltre 20 anni dalla Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, don Luigi Ciotti ribadisce l'esigenza di dire basta alle "ambiguità di molti partiti, che hanno a loro interno persone che sono espressione di illegalità”. Per il fondatore di Libera "da troppo tempo se da un alto vediamo uomini e donne oneste impegnate nelle istituzioni e che vivono la politica come un sincero servizio per il bene comune, dall'altro troviamo nelle istituzioni chi non è degno". Per don Ciotti i partiti "devono darsi un codice di autoregolamentazione. Non si può parlare di contrasto alle mafie se dentro alcune realtà ci sono persone che hanno calpestato la legalità nel nostro Paese". Una politica senza etica "diventa puro esercizio di potere. Se la politica e' lontana dalla strada e dagli ultimi, la politica tradisce la sua essenza". Conclude don Ciotti: "Abbiamo visto che in campagna elettorale, tranne poche eccezioni, nessuno ha parlato di Mafia, adesso subito qualcuno inizia a parlarne. Prima non se ne parlava perché non si doveva disturbare le coscienze della gente. E' una vergogna. Oggi nella lotta alle mafie e corruzione nel nostro Paese abbiamo bisogno di una politica sana, di una politica vera".
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