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Il prefetto Messina: "Le investigazioni hanno finalmente dato attodel coraggio di alcuni imprenditori estorti di reagire alle imposizioni estorsive"

La Polizia ha eseguito stamani, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, un'ordinanza cautelare emessa dal Gip nei confronti di 62 indagati. Le accuse contestate, a vario titolo, sono associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, furto, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, per la maggior parte sono aggravati dal metodo mafioso, ed altri gravi reati, avvenuti nel capoluogo di regione. Gli arresti sono stati eseguiti nella zona sud del capoluogo calabrese a carico di esponenti della comunità rom. I particolari dell'operazione verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10 nei nuovi locali della Procura di Catanzaro, alla quale parteciperanno il Procuratore della Repubblica, il Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, il Direttore del Servizio Centrale Operativo e il Questore. “L'indagine, complessa, ha degli aspetti di novità laddove ha messo in evidenza la sorprendente capacità della ndrangheta isolitana di gestire un pericolosissimo conflitto con gli odierni indagati, giungendo a una soluzione salomonica che ha consentito, in parte, alle ‘ndrine cutresi e catanzaresi coinvolte di mantenere la leadership criminale sull'agguerrita organizzazione mafiosa colpita dalle indagini della Polizia di Stato, coordinata dalla DDA di Catanzaro”, ha commentato il Prefetto Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. “E, d'altro canto - ha aggiunto - le investigazioni hanno finalmente dato atto - fortunatamente - della capacità e del coraggio di una parte degli imprenditori estorti di reagire alle imposizioni estorsive dei clan investigati, sottraendosi e reagendo, in modo virtuoso, alle consuete logiche omertose”.

Gratteri: "Catanzaro liberata da organizzazione che vendeva droga e vessava i commercianti"
"È la prima volta che un giudice emette un'ordinanza a soggetti di etnia rom per associazione di stampo mafioso. Questo è stato possibile perché dalle intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali è emerso che questa organizzazione ha attuato dei riti di affiliazione esattamente come un 'locale' di 'Ndrangheta. Questo è un dato importantissimo, diciamo un dato storico", ha affermato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, commentando l'esito dell'operazione condotta dalla polizia, sotto il coordinamento della Dda. ''Da qui in avanti - ha aggiunto Gratteri - non pensiamo più e non possiamo pensare più a certe etnie, a certe strutture criminali come soggetti che vendono droga o che rubano macchine. C'è purtroppo un'evoluzione sul piano investigativo, sul piano criminale''.''La cosa importante di questa indagine è che noi riteniamo di avere in gran parte liberato il centro storico di Catanzaro, fino a Catanzaro Lido, da un'organizzazione che vendeva in modo sistematico la droga ai tossicodipendenti, che faceva estorsioni, che deteneva armi, che vessava commercianti e imprenditori. Quindi è un'indagine da considerare importante per il territorio'', ha concluso il capo della procura.

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