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tribunale-toga-webdi AMDuemila - 30 marzo 2012
Marsala.  La quarta sezione della Corte d'appello di Palermo ha dichiarato il non luogo a procedere, per prescrizione del reato, nel processo d'appello bis all'ex senatore socialista Pietro Pizzo, accusato di voto di scambio.


E’ stato lo stesso pg a certificare l’avvenuta prescrizione e quindi l’improcedibilità per i fatti del 2001. Secondo l’accusa Pizzo avrebbe pagato 50.000 euro ad esponenti delle cosche marsalesi per far eleggere il figlio Francesco alle regionali del 2001 nella lista del Nuovo Psi. Elezione che poi non avvenne per un pugno di voti.
Condannato in primo grado dal Tribunale di Marsala a 4 anni di carcere (dei quali 3 condonati per indulto) e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, Pizzo era stato poi assolto in appello. Lo scorso 9 novembre, però, la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con cui il 23 aprile 2009 la terza sezione della Corte d'appello di Palermo ha assolto il politico marsalese. I giudici di secondo grado, però, secondo la Procura generale, che fece ricorso, commisero un errore nella qualificazione del reato contestato, assolvendo Pizzo dall' accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre l'ex leader del Psi di Marsala era sotto processo per voto di scambio. Pietro Pizzo era stato arrestato il 29 aprile 2004 nell’operazione antimafia Peronospera II quando era consigliere Comunale del Comune di Marsala.

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