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vitrano-gaspare-webLa missiva rinvenuta durante il processo Vitrano
di Lara Borsoi - 9 febbraio 2012
Tribunale di Palermo. Ieri, durante l’udienza del processo contro il deputato regionale del Pd Gaspare Vitrano (in foto), accusato di concussione, il pm Maurizio Agnello è stato minacciato di morte tramite una lettera.
Il fatto è avvenuto durante l’interrogatorio dell’ingegner Piergiorgio Ingrassia.Il pm, notata la busta vicino a se’ decide di aprirla e ovviamente, appena resosi conto della gravità avvisa il Presidente Fabrizio La Cascia che immediatamente sospende l’udienza.

Le minacce indirizzate  “all’Ingegnere Piergiorgio Ingrassia, pm Maurizio Agnello” sono state scritte al computer e non lasciano spazio all’immaginazione:  “Vi siete fatti pubblicità sulle spalle di un uomo che ha l´unica colpa di avere aiutato tutto e tutti, ricordate oggi e sempre che a Misilmeri c´è gente che per l´onorevole Gaspare Vitrano si farebbe ammazzare, che per Vitrano è capace di ammazzare”.
Immediatamente sono scattati i controlli delle forze dell’ordine, ma ieri l’aula era gremita di persone e le telecamere di sorveglianza non sono state programmate per  la registrazione.
La Procura di Caltanissetta ha aperto un’indagine per tentare di fare luce sull’accaduto e nel frattempo al pm Maurizio Agnello sono state assegnate la scorta e l’auto blindata.
lettera-intim-agnello-webMolta la solidarietà espressa da diversi magistrati capeggiati dal procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci: “E’ evidente la gravità dell’atto – ha detto Agueci – La mia presenza in aula sta a dimostrare la nostra solidarietà ad Agnello. Su questo banco c’è l’intera procura di Palermo che è accanto a lui. Chi ha lasciato quella lettera è bene che sappia che ogni sua azione non è rivolta solo ad Agnello ma a tutti”.
Incisive invece, le parole del Presidente dell’Anm di Palermo Antonino Di Matteo: “La Giunta Distrettuale dell'Anm di Palermo nell'esprimere piena e convinta solidarietà al Collega Maurizio Agnello, vittima dell'ennesima grave intimidazione, prende atto con soddisfazione delle misure di protezione urgentemente adottate nei suoi confronti ed auspica la predisposizione di altrettanto urgenti ed efficaci rimedi finalizzati a garantire a tutti i Magistrati le necessarie condizioni di tranquillità e sicurezza del loro lavoro all'interno del Palazzo di Giustizia».
Anche l’imputato ha condannato il gesto: “Solo un cretino può pensare che questa lettera intimidatoria al pm ci possa agevolare nel processo: è scontato che si tratta di un nemico. Chi scrive queste cose ha tutto l’interesse a mettermi in cattiva luce. Non penso proprio che ci sia qualcuno a Misilmeri pronto a uccidere per me. Ripeto: chi ha fatto questo è un mio nemico”.

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