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rancadore-domenico-webIl motivo? Il reato di associazione mafiosa non esiste nell'ordinamento inglese
di Aaron Pettinari - 24 gennaio 2012
E' davvero un cortocircuito paradossale quello che è stato riportato oggi dal quoidiano La Repubblica. Il boss mafioso, Domenico Rancadore, ricercato dal 1994 e capo della famiglia di Trabia e condannato a sei anni di carcere per mafia, vive una latitanza tranquilla a Londra percependo attualmente dall'Inpdap la pensione su un conto corrente di una banca italiana a lui intestato in quanto ex insegnante di educazione fisica.

A scoprirlo sono state le indagini dei carabinieri del Gruppo Monreale. Immediatamente dalla Procura di Palermo è partita la richiesta di estradizione per il sessantaduenne boss siciliano, ma dal Regno Unito la risposta è stata negativa in quanto: “Il reato di associazione mafiosa non è riconosciuto dall´ordinamento giuridico inglese”. A spiegarlo è stato il procuratore aggiunto Vittorio Terese che al quotidiano ha detto: “La richiesta di estradizione non è stata presa in considerazione. Dopo le nostre insistenze ci è stato chiesto di indicare quali reati specifici avesse commesso il latitante, abbiamo spiegato che Rancadore, come capo della famiglia di Trabia, ha il coordinamento di tante attività criminali sul territorio, a cominciare dalle estorsioni. Ma non abbiamo fatto passi avanti nella richiesta di estradizione”. Rancadore, descritto dai pentiti come un personaggio “pericolosissimo”, vive a Londra con la moglie Ananmaria Culcasi Macaluso, figlia di un ex console, e i due figli. La mancata estradizione dimostra ancora una volta quanto sia necessaria ed urgente la creazione a livello europeo di un’unica legislazione antimafia, che porti all'estensione del reato di associazione mafiosa in tutti gli stati.
Alcuni passi avanti sono stati fatti quando lo scorso ottobre è stata approvata a Strasburgo la relazione dell' europarlamentare dell’Italia dei Valori Sonia Alfano.
L’obiettivo finale della relazione è proprio quello di arrivare alla redazione di un unico testo antimafia europeo, comune in tutti i 27 Stati membri. Tra i punti principali del documento l’introduzione del reato di associazione mafiosa in tutti i paesi europei, ma soprattutto l’istituzione di una normativa comune in materia di sequestro e confisca dei beni riconducibili alle associazioni mafiosi.

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