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racket-soldi-webXIII edizione del rapporto di Sos Impresa-Confesercenti
di Lara Borsoi - 11 gennaio 2012
Il nuovo rapporto “Le mani della criminalità sulle imprese” di Sos Impresa-Confesercenti elaborato da Lino Busà e Bianca La Rocca, dimostra chiaramente che la “Mafia Spa”, nonostante la crisi attuale in cui versa il paese, fattura 140 miliardi di euro annui, un utile di 100 miliardi e dispone di un’ingente liquidità.

Una cifra colossale che potrebbe salvare l’Italia dal rischio di default e di conseguenza gli italiani vessati da manovre lacrime e sangue.
Sono tutti soldi sporchi, ottenuti con la violenza, l’illegalità e ripuliti nel più classico dei modi: immettendo il denaro nel mercato legale grazie alla collaborazione di uomini corrotti. Un’operazione illecita che provoca gravi scompensi all’economia e altera le regole di mercato.

Il rapporto fa riferimento a 65 miliardi liquidi, un somma ricavata dall’attività di tutti i clan investita in vari settori; i più invitanti sono da sempre l’edilizia, il commercio e la sanità.
Un’impresa che a quanto pare non trova ostacoli nella sua folle corsa per accaparrarsi potere e territorio, non solo al Sud, dove continua da decenni ad imporre pizzo e regole ai commercianti, ma anche e soprattutto al Centro e al Nord dove in questi ultimi tempi le diverse indagini hanno documentato la presenza e l’attività illecita di organizzazioni criminali.
Siano d’esempio la Lombardia ormai completamente permeata da questo sporco sistema e il Lazio che conta il 34,8% di commercianti vittime di usura.
Il Presidente di Confesercenti Marco Venturi ha quindi commentato: «Una parte del Paese è controllata dalla criminalità organizzata e la crisi, la mancanza di fondi, rendono ancora più drammatico il problema. Lo Stato si è impegnato, ma serve un cambio di passo delle istituzioni: niente sponde politiche, niente appalti, assunzioni, investimenti all´ombra della criminalità».

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