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rostagno-mauro-web0Riina mi disse: “Così si levarono sta camurria”
di Maria Loi - 22 dicembre 2011
Trapani. Continua la deposizione dei pentiti al processo per l’omicidio del giornalista e sociologo Mauro Rostagno, assassinato a Valderice la sera del 26 settembre 1988. Collegato in videoconferenza nell’aula bunker del carcere di San Giuliano il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca ha raccontato che Totò Riina, appena apprese la notizia della morte del giornalista avrebbe commentato: “Si sono “tolti (riferendosi ai trapanesi ndr) questa rogna, questa rottura di scatole”.

Come portavoce di Riina, Giovanni Brusca ha riferito  davanti ai giudici della Corte d'Assise di Trapani di una conversazione avuta con zu’ Totò sull’omicidio Rostagno. Delitto per il quale sono imputati l'ex boss di Trapani Vincenzo Virga e il killer Vito Mazzara.
Soffermandosi sui particolari del colloquio Brusca ha aggiunto che sarebbe avvenuto a Palermo, “mentre eravamo soli, a quattr’occhi – dice il collaboratore  – e alla sua risposta, si sono tolti questa camurria, non chiesi altro perché ho dedotto che ad uccidere Rostagno erano stati i trapanesi e i mazaresi”. Riina sapeva del delitto? Sì perché all’epoca “Non c'era cosa che si muovesse” senza “ che lui non lo sapesse” ha aggiunto Brusca (e nel caso in cui un omicidio non fosse stato deciso o eseguito da Cosa nostra, Salvatore Riina avrebbe dato ordine di scoprire movente e responsabili) confermando così quanto già riferito da un altro pentito, Vincenzo Sinacori: “Non si facevano delitti senza il consenso di Riina”.
 “Il movente - continua Brusca - potrebbe essere quasi sicuramente il fastidio che con le sue inchieste stava provocando Rostagno”, ma dice di non esserne sicuro, in quanto lui non ha “partecipato alla deliberazione”. Mauro Rostagno davanti le telecamere dell'emittente televisiva Rtc, di Puccio Bulgarella (deceduto nel 2010 ndr), denunciava con forza le connessioni tra politici e mafiosi. Il suo telegiornale iniziò a registrare un altissimo indice di ascolto attirandosi così le inimicizie anche di Cosa Nostra. E in occasione di un incontro tra Brusca, Bulgarella e Angelo Siino, al ristorante il Trittico, a Palermo, nell’89, mentre si parlava dell’attività giornalistica del Rostagno, il Bulgarella “tentò di discolparsi” dicendo che non poteva intervenire su Rostagno scaricando tutta la colpa sulla moglie Caterina.
Brusca ha ammesso che il Bulgarella veniva “irriso” all’interno di Cosa Nostra proprio perché dava “ospitalità” al Rostagno “Ma i malumori dei trapanesi” si placarono solo “con l’ingresso di Angelo Siino” al quale era “legato”, cosi il Bulgarella viene  “inserito in un contesto di favoritismi” e iniziò “a usufruire di tutti quei privilegi da parte di Cosa Nostra” anzi “veniva anche favorito”.
Il collaboratore di giustizia Angelo Siino sostiene addirittura di avere messo in guardia Bulgarella sui rischi che correva Rostagno  poco prima del delitto. Ma Bulgarella ha sempre smentito la circostanza.
Il processo riprenderà il prossimo 11 gennaio, nell’aula bunker del carcere trapanese, con la deposizione del collaboratore di giustizia Rosario Spatola.

 

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