di Aaron Pettinari - 17 dicembre 2011
Palermo. Dopo oltre quattro ore di Camera di Consiglio i giudici della terza sezione penale del Tribunale di Palermo presieduti da Fabrizio La Cascia hanno condannato l’eurodeputato Pid Antonello Antinoro a due anni e mezzo di carcere. Per lui l’accusa aveva chiesto 8 anni per voto di scambio mafioso ma i giudici hanno escluso l’aggravante mafiosa. Inoltre i giudici hanno anche deciso un risarcimento di 30mila euro a favore della presidenza della Regione siciliana, che si era costituita parte civile. Mentre non è stata invece accolta la richiesta di risarcimento presentata dall’altra parte civile, l’associazione Addiopizzo. Infine il tribunale ha sospeso Antinoro dal diritto elettorale per i prossimi 5 anni.
I guai giudiziari per il politio iniziarono nel maggio del 2009 con l’operazione «Eos» che portò al fermo di 21 affiliati dei mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo.
Due i pentiti che hanno accusato l'europarlamentare ed ex assessore regionale siciliano: Manuel Pasta e Michele Visita.
Il primo ha riferito dei tremila euro che l'Assessore regionale dell'Udc avrebbe pagato ai boss Agostino Pizzuto ed Antonino Caruso in cambio di un pacchetto di voti alle regionali del 2008. I soldi, contenuti in due buste, sarebbero stati consegnati in due tornate ed erano destinati al sostentamento delle famiglie dei detenuti, in particolare di quella di Antonino Genova, il nipote del boss di San Lorenzo che, in cambio, avrebbe garantito i voti della sua "famiglia".
Visita ha addirittura detto ai pm di essere stato presente allo studio medico del dottore Domenico Galati, medico curante del Pizzuto, dove sarebbe avvenuto lo “scambio”.
“Ho partecipato a riunioni a scopo elettorale di fronte casa di Agostino Pizzuto, da un dottore del quale non ricordo il nome, dove è venuto l'Antinoro. Erano presenti Troia figlio e padre, Pizzuto, Caruso e il dottore di cui sopra. La prima volta si discusse del fatto che noi della famiglia di Pallavicino avremmo dato voti in cambio di 5 mila euro. Ricordo che Troia e Pizzuto parlavano con il dottore e Antinoro aderì alla richiesta”, ha raccontato Visita che ha poi detto di avere assistito al passaggio di denaro tra Antinoro e i boss: “Il denaro venne dato in contanti e poi fu consegnato alla moglie di Genova. Questi soldi erano dati in cambio dei voti che noi, effettivamente, gli abbiamo fatto avere per le elezioni del 2008”. Inoltre vi sono diverse intercettazioni che hanno messo in risalto tutto l'impegno dei boss per mantenere fede alla parola data. Questo non è però bastato ai giudici per confermare l'aggravante mafiosa.