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renzi-matteo-bicidi Enza Galluccio - 20 settembre 2014
In Italia, partire dall’eliminazione dei diritti è diventato fin troppo facile e persino ovvio. Lo è stato sia per i governi di centrodestra sia per quelli di centrosinistra, o così detti.

Incantevole la posizione della Camusso, che associa la politica renziana e il thatcherismo, dando un’impronta storica e non contemporanea alle linee di governo.

Allora, per dovere di cronaca, val la pena di richiamare alla memoria un inquietante diktat di ben più recente emanazione.

Il 28 maggio del 2013 la Jp Morgan - colosso finanziario statunitense,  nonché banca – ha diffuso un documento di 16 pagine indirizzato ai governi degli stati dell’Eurozona con indicazioni ben precise su riforme strutturali da realizzare in tempi brevi.

Per sopravvivere alla crisi essi dovrebbero liberarsi  “al più presto” delle proprie costituzioni antifasciste, vero ostacolo per lo sviluppo e per la ripresa: “Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea”

Per la Jp Morgan sarebbero necessarie ulteriori misure di austerity (non paghi di quanto è già avvenuto, con una distruzione generalizzata dello stato sociale in quasi tutti i paesi europei maggiormente colpiti dalla crisi) e le difficoltà legate alla loro applicazione dipenderebbero dalla consistente affermazione di idee socialiste nei sistemi politici e costituzionali dei paesi del sud, con esecutivi deboli di fronte ai parlamenti e con troppe tutele ai diritti dei lavoratori che, quindi, avrebbero libero accesso alla protesta.

Seguono le ricette per il superamento dello status quo descritto: una drastica riduzione dei costi del lavoro, maggior libertà di licenziare, maggior flessibilità da parte dei lavoratori, privatizzazioni, abolizione delle regole e liberalizzazioni dei settori industriali controllati dallo Stato.

Dunque, poco più di un anno fa, il colosso americano che vantava il maggior peso di gravissime responsabilità sulla degenerazione della crisi economica mondiale, dovuta alle iniziative di finanza creativa che dal 2008 hanno infettato tutte le arterie finanziarie ed economiche - in particolare in Europa - di subprime (e per questo condannato), ha ritenuto di poter impartire lezioni di economia politica ai governi europei che, con un inchino, hanno preso alla lettera.

Renzi più di tutti sta portando avanti punto per punto quel programma. Si lasci la Thatcher agli inglesi e si rifletta in modo approfondito sulle azioni più o meno esplicite di un sistema- Europa piegato alla volontà della grossa finanza mondiale e delle maggiori banche.

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