di Margherita Furlan
Sabato 25 gennaio si è svolta la giornata mondiale stop 5g. Coinvolti 30 paesi al mondo; In Italia 40 gli eventi per chiedere al Governo di fermare il 5G, da Bolzano fino a Cagliari, passando per Bologna, Perugia e Pescara, dove in una mostra d’arte sono stati presentati i risultati della prima fase di sperimentazione entomologica eseguita su insetti irradiati dalle frequenze dell’Internet delle cose. “Lottiamo all’unisono rivendicando un diritto costituzionale, in difesa della nostra salute e della nostra vita - afferma Maurizio Martucci, portavoce nazionale dell’Alleanza Italiana Stop 5G - ma anche di quella dei nostri figli e delle generazioni future, insieme alla vita di alberi, insetti, uccelli e animali. Perché il 5G è un vero e proprio attacco al pianeta, uno tsunami di radiofrequenze che non risparmierà niente e nessuno." L’obiettivo è fermare il dispiegamento di milioni di nuove antenne terrestri 5G e il lancio in orbita di 50.000 satelliti, e di sospendere con una moratoria gli accordi stipulati dai Comuni di Roma, Torino, L’Aquila e dalla Regione Abruzzo con l’Agenzia Spaziale Europea per il lancio del 5G nello spazio. Fino ad oggi 134 i Comuni d’Italia che hanno approvato atti per la precauzione, la moratoria e la protezione della salute pubblica, 30 i sindaci che hanno emanato ordinanze urgenti per bloccare il wireless di quinta generazione in altrettanti municipi dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, 5 i Comuni che hanno approvato lo stanziamento di fondi pubblici per co-finanziare studi indipendenti sugli effetti sanitari del 5G.
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La grande catena umana contro il 5G
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