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Il Medio Oriente non ha mai vissuto un clima tanto rovente come in queste ultime settimane. Dopo l'attacco iraniano contro Israele avvenuto la sera del 13 aprile con circa 300 missili da crociera e balistici, l’apparato di difesa israeliano preme per una risposta militare e il premier Benyamin Netanyahu sembra deciso ad appoggiarlo. A dichiararlo è il quotidiano Haaretz, citando una fonte familiare con il dibattito in corso nel Gabinetto di guerra, precisando che una finestra per compiere l’attacco si chiuderà tra pochi giorni.
L’azione di Teheran era avvenuta a seguito di un attacco israeliano, avvenuto lo scorso 1° aprile, contro un edificio dell’ambasciata iraniana a Damasco, in Siria, che ha provocato 16 vittime, tra cui anche il generale Mohamed Reza Zahedi, figura di primo piano delle Guardie rivoluzionarie iraniane, terminale dei rapporti con Hezbollah. Questa azione, a detta di un gruppo di esperti dell’Onu che lavorano con l'ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), hanno violato l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.
Secondo il professore associato alla LUISS Alessandro Orsini, la stampa occidentale sta creando una falsa e pericolosa percezione sull'idea che Israele sia più forte e potente dell’Iran.
"Israele non avrebbe nessuna possibilità di vincere una guerra con l’Iran in uno scontro frontale uno-contro-uno. Israele è un Paese minuscolo e senza risorse. Di contro, l’Iran ha una popolazione di 90 milioni di abitanti, risorse energetiche illimitate e una capacità missilistica spaventosa per il Medio Oriente", afferma Orsini su Sicurezza Internazionale, delineando un quadro storico del mito creatosi attorno all’invincibilità di Tel Aviv.
"L’aviazione israeliana - continua l'esperto – è entrata nella leggenda per la sua guerra a sorpresa contro l’Egitto nel 1967, quando i suoi piloti distrussero l’aviazione nemica prima che si alzasse in volo. La situazione con l’Iran è completamente diversa. In primo luogo, l’Egitto dormiva quando ha subito l’attacco d’Israele nel 1967, mentre l’Iran resta sveglio 365 giorni all’anno nell’attesa di un bombardamento. Se gli aerei israeliani entrassero nei cieli iraniani, si ritroverebbero con centinaia di missili addosso. L’Iran è pieno di missili; si è preparato minuziosamente a un attacco aereo perché vive nella paura che avvenga all’improvviso... Per non parlare della capacità di ritorsione di Teheran. L’Egitto del 1967 non aveva la possibilità di seppellire Israele sotto i missili; l’Iran sì... Ed è fin troppo ovvio che, sulla distanza, non c’è partita. L’Iran ha risorse sufficienti per decenni di guerra. Israele per qualche settimana".
Nel merito, Teheran ha avvertito che se Netanyahu ponesse in essere un’azione militare nei prossimi giorni sarebbe pronta ad usare un’arma mai vista prima. A dichiararlo è stato il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del Parlamento Abolfazl Amouei. "Abbiamo piani per tutti gli scenari e agiremo con coraggio. Il nostro messaggio è la pace e allo stesso tempo la preparazione militare dell'Iran", ha aggiunto, citato dall'Irna.
Mentre molti analisti sminuiscono le capacità offensive di Teheran, in quanto i suoi missili non hanno causato danni rilevanti, Orsini evidenzia come ciò sia accaduto perché “l’Iran ha posto Israele nella condizione di abbattere tutti i suoi missili per non cadere nella trappola di Netanyahu”, comunicando a Biden “il giorno e la direzioni degli attacchi” e garantendo a Tel Aviv 72 ore di tempo per organizzare la difesa anti-aerea. Una strategia che secondo l’esperto mira a raggiungere due obiettivi: “da una parte, ha galvanizzato i propri cittadini; dall’altra, ha evitato una guerra con gli Stati Uniti”.
Il docente di Sociologia del terrorismo ha poi spiegato che, tuttavia, nel caso di un ipotetico scontro con Washington a sostegno di Israele “le forze sarebbero sbilanciate in favore della prima coalizione”.
Israele può fronteggiare l’Iran soltanto con il pieno sostegno dell’esercito americano. Tuttavia, anche in questo caso, l’Occidente deve stare attento a non sbagliare di nuovo il calcolo dei rapporti di forza. È ottimistico pensare che lo scontro sarebbe limitato a Usa-Israele e Iran. L’idea che l’Iran rimarrebbe isolato è ingenua perché non tiene conto dei cambiamenti avvenuti in Medio Oriente dal 1967 a oggi. L’Iran può contare su Russia e Cina”, continua Orsini, evidenziando che Teheran ha assunto un’importanza vitale per Mosca in quanto Putin “si sta preparando alla Terza guerra mondiale” e perdere l’alleato persiano significherebbe perdere un braccio fondamentale.
Ma ora tutto è in mano a Netanyahu che tra gli obiettivi prefissati, oltre ad impedire la nascita di uno Stato palestinese, mira ad innescare una guerra tra Iran e Occidente per rovesciare il regime di Teheran.
Netanyahu sente che la sua vita politica sta finendo. Ecco perché cerca uno scontro con l’Iran con tutte le sue forze.  Sa che non avrà un’altra occasione. Ha dedicato tutta la vita a organizzare una guerra con l’Iran. Prima di morire, vorrebbe vederla scoppiare finalmente”, conclude Orsini.

Foto © Imagoeconomica

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