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È notizia di pochi giorni fa che un avvocato palestinese ha fatto causa al governo italiano per “corresponsabilità civile nelle violazioni ai diritti umani commesse a Gaza dalle autorità israeliane”.
Si chiama Salahaldin Abdalaty e si è rifugiato in Egitto dopo aver perso la madre, un fratello, una sorella, una nipote di 2 anni e la cognata in un bombardamento notturno dell’esercito d’Israele.
Salahaldin, col supporto dei colleghi del Foro di Torino Stefano Bertone, Marco Bona, Gianluca Vitale ed Emanuele D’Amico si è rivolto al Tribunale di Roma, chiamando in causa la presidenza del Consiglio e i ministeri degli Esteri e della Difesa con un ricorso urgente per violazione dei diritti umani fondamentali.
Nel mentre, la neonata Sabreen Jouda, salvata dal grembo di sua madre dopo che questa era rimasta uccisa in un attacco israeliano nella Striscia di Gaza, è morta due giorni fa.
Tutto questo scempio avviene nel completo supporto a Tel Aviv da parte delle democrazie occidentali.
Da una parte, il ministro Tajani chiede a Netanyahu di uccidere meno civili palestinesi; dall’altra gli dà le armi per ucciderne tantissimi. Biden e Scholz, il cancelliere tedesco, operano nello stesso modo. Svolgono appelli umanitari per ingraziarsi i loro elettorati mentre danno armi per miliardi di dollari a Israele. Tutto questo induce a riflettere sulla moralità delle democrazie occidentali e, ovviamente, dell’Unione europea. La mia tesi si richiama alla scuola del sospetto: Marx, Nietzsche e Freud. Secondo i maestri del sospetto, gli uomini e gli Stati cercano sempre di apparire migliori di quel che sono”, scrive il professore associato alla Luiss Alessandro Orsini sulle pagine di Sicurezza internazionale.
Le cifre dell’intercambio di armamenti tra il nostro Paese ed il governo ci pone direttamente sul banco degli imputati come corresponsabili del genocidio che sta avvenendo a Gaza.
L’Italia, terzo fornitore di armi ad Israele dopo Germania e Stati Uniti, ha esportato prodotti bellici a Tel Aviv per un valore di 9,9 milioni di euro nel 2023, 2,1 dei quali dall’inizio dell’attacco alla Striscia. Al contempo, nello stesso periodo di tempo, il nostro Paese ha anche incrementato l’importazione di armamenti da Israele, arrivando a quota 31,5 milioni di euro.
In sostanza, il governo Meloni ha dato a Netanyahu Netanyahu durante il massacro munizioni, fucili, bombe, siluri, razzi, missili, accessori, aeromobili, apparecchiature elettroniche, pezzi forgiati, pezzi fusi e semilavorati, apparecchiature e tecnologia per la produzione; software; tecnologia per sviluppo, produzione o utilizzazione.
Se utilizziamo l’osservazione scientifica - continua Orsini - che è un’osservazione emotivamente distaccata, apparirà evidente che le democrazie occidentali violano i diritti umani quanto se non più delle dittature. Il massacro dei bambini a Gaza per mano delle democrazie occidentali, infatti, ha soltanto un precedente: l’Olocausto. Se rivolgiamo l’osservazione scientifica agli ultimi ottant’anni di storia, occorre tornare all’Olocausto per trovare una furia così grande contro i bambini di un gruppo etnico indifeso e senza vie di fuga”.
Il docente di Sociologia del terrorismo, pur non paragonando Gaza all’Olocausto, ha confrontato la furia di Hitler contro i bambini ebrei con la furia di Netanyahu contro i bambini palestinesi. 
Non sto paragonando due fenomeni storici, ma due tipi di odio contro milioni di dominati che non possono scappare. Con la Seconda guerra mondiale e la sconfitta del nazismo, gli europei hanno posto fine ai massacri sul proprio territorio per spostarli in altre regioni e in altri continenti. Anziché massacrare in Germania, gli occidentali massacrano a Gaza. La strategia cognitiva usata dagli europei per sentirsi moralmente superiori agli altri popoli consiste nel ripetere pappagallescamente: “Però in Italia c’è la libertà di stampa!”. Però a Gaza è in corso uno sterminio sostenuto dalla Repubblica Italiana”, scrive Orsini.
A questo proposito è bene segnalare come il commissario generale dell’United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA), Philippe Lazzarini, abbia denunciato poche settimane fa che “negli ultimi mesi sono stati uccisi più bambini” a Gaza “che in 4 anni di conflitto mondiale”.
Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, il direttore dell'Osservatorio sulla sicurezza internazionale segnala come l’esercito di Zelensky si trovi in una condizione sempre più difficile.
Nel primo anno di guerra, spiegavo a Rai Tre da Bianca Berlinguer che la Russia stava combattendo con una mano dietro la schiena, cioè, impiegando una piccolissima parte delle proprie risorse smisurate”, afferma Orsini. 
Un particolare che è oggi corroborato anche dal ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, secondo cui Mosca sta producendo più armi di quelle necessarie per continuare la sua guerra in Ucraina. "Ciò che dicono gli esperti militari è che la Russia sta espandendo la sua produzione di armi: gran parte di ciò che viene prodotto non viene inviata al fronte ma va nei magazzini", ha detto Pistorius in un'intervista all'emittente tedesca Ard.
Entrando nel merito sulla situazione in prima linea, Orsini ha poi descritto la precaria situazione a Ovest della città di Avdiivka.
Mentre scrivo - la notizia è importante sotto il profilo militare - Berdychi, e Semenivka cadono. Non sono assolutamente certo che siano state completamente conquistate dai russi. Tuttavia, se non lo sono mentre scrivo, lo saranno nei prossimi giorni. Se Berdychi e Semenivka non sono state conquistate, allora sono certamente spacciate”.
Come riporta il quotidiano Forbes, la situazione “è disperata per le stremate brigate ucraine presenti nella zona”. È scontato che gli ucraini perderanno alcuni villaggi attorno all'asse Ocheretyne, più a sud dei villaggi sopra citati.
Secondo la pubblicazione, il rischio reale è che il comando responsabile delle forze a ovest di Adviivka, non abbia altra scelta se non quella di ridurre le perdite, ritirarsi di qualche chilometro a ovest, cedendo decine di miglia quadrate di territorio.
Una debacle che, se mal eseguita, “rappresenterebbe un’opportunità per i russi di raddoppiare i loro attacchi locali e ottenere una seconda, terza o quarta svolta che potrebbe, come una reazione a catena, innescare un più ampio collasso ucraino”, riporta il quotidiano.
Vale la pena notare che tutte le brigate ucraine lottano per mantenere posizioni difensive sotto implacabili bombardamenti. "L'aggressore ha un vantaggio nell'aria e nell'artiglieria, sferrando attacchi quasi continui sulle posizioni dell'OSG di Tavriya", ha riferito il Centro ucraino per le strategie di difesa.
Pesa la disparità di forze in campo, il docente di Sociologia del terrorismo, segnala che anche il nostro Ministro della difesa Crosetto conferma “che gli ucraini non possono vincere perché sparano 2000 munizioni di artiglieria al giorno contro le 10.000 munizioni russe”.
E i Patriot promessi dalle nuove forniture militari? “Verranno usati soprattutto per difendere centrali elettriche, sedi industriali e reparti militari. Non credo che potranno fare molto per contenere la furia dei russi al fronte o per ribaltare i rapporti di forza. La coperta è corta: se Zelensky usa i Patriot per coprire il fronte colpito dagli aerei, deve scoprire le centrali elettriche colpite dai missili”, conclude Orsini.

Foto © Imagoeconomica

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