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28 marzo 2012
Milano. Giancarlo Giusti, gip presso il tribunale di Palmi e poi sospeso dal Csm, è stato arrestato per corruzione aggravata dalla finalità mafiosa nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Milano sul clan dell'ndrangheta dei Lampada. Lo ha comunicato il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati. Secondo l'accusa, il magistrato avrebbe ricevuto dal clan almeno 71 mila euro. Il suo nome era già comparso nell'ambito delle indagini perchè gli sarebbero stati pagati viaggi ed escort in hotel di lusso a Milano. Nella nota firmata dal procuratore della Repubblica di Milano si legge che «in data odierna, nell'ambito del procedimento Valle/Lampada, è stata notificata l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano», Giuseppe Gennari, «nei confronti del dottor Giancarlo Giusti, magistrato, già in servizio presso il Tribunale di Reggio Calabria e quindi di Palmi, sospeso dalle funzioni con delibera della Sezione disciplinare del Csm», lo scorso 16 dicembre. Giusti, stando al capo di imputazione, è accusato di corruzione «fino al giugno 2010» in concorso con il presunto boss della 'ndrangheta calabrese radicata a Milano, Giulio Lampada. Il magistrato, infatti, in concorso anche «con persone non identificate» per «compiere e per aver compiuto atti contrari ai doveri d'ufficio, in palese violazione dei principi di imparzialità, probità e indipendenza tipici della funzione giudiziaria, si metteva a disposizione di Giulio Lampada». Tale «mercimonio della funzione», si legge nell'imputazione, «veniva posto in essere dal magistrato al fine di ricevere e dopo aver ricevuto le utilità economiche da Giulio Lampada e da soggetti a quest'ultimo collegati, tra cui Mario Giglio e Minasi Vincenzo per un valore complessivo di almeno 71 mila euro». Il tutto con «l'aggravante di aver commesso il fatto al fine di favorire l'associazione di tipo mafioso». Lo scorso 30 novembre, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Paolo Storari e Alessandra Dolci, era stato arrestato un altro magistrato, poi sospeso dal Csm, il presidente delle misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, Vincenzo Giuseppe Giglio. In carcere erano finite anche altre 8 persone: il cugino di Giglio, il medico Vincenzo Giglio, il consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli (Pdl), l'avvocato Vincenzo Minasi, il maresciallo della Guardia di Finanza Luigi Mongelli e un 'fedelissimò, Raffaele Fermino. E poi anche Giulio Lampada, «il regista di tutte le operazioni» e il fratello Francesco, gestori di bar e locali e veri e propri imprenditori nel settore dei giochi di azzardo, la moglie di quest'ultimo Maria Valle (lei però ai domiciliari) e suo fratello Leonardo, l'unico componente «spendibile della famiglia all'esterno». Per tutti il processo con rito immediato comincerà nelle prossime settimane. Il 27 gennaio scorso, poi, erano stati arrestati anche 3 finanzieri e il direttore del lussuoso hotel milanese 'Brun', accusato di favoreggiamento personale. In quell'albergo, secondo l'accusa, Giusti avrebbe soggiornato pagato dalla cosca e incontrato escort.

ANSA

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