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Le storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono a tratti quasi combacianti. Entrambi cresciuti nel quartiere Magione di Palermo, entrambi diventati magistrati ed entrambi uccisi da Cosa Nostra per ordine di alcuni mandanti occulti per le inchieste che avevano condotto, su tutte il Maxi Processo e le piste indicibili che stavano tenendo sott’occhio. Il primo aveva messo gli occhi su Gladio, l’operazione “Stay behind”, le eminenze grigie della prima Repubblica. Il secondo, invece, indagava sulla trattativa Stato-mafia e sulla morte dell’amico. Aveva scoperto verità sconvolgenti che era in procinto di raccontare alla procura di Caltanissetta se non fosse che saltò in aria qualche giorno prima di poter essere sentito, il 19 luglio 1992. Esattamente 57 giorni dopo la strage di Capaci.





31 anni dopo ANTIMAFIADuemila ha realizzato due conferenze su queste due stragi e sulle storie di Falcone e Borsellino. La prima a ridosso del 23 maggio, intitolata “Giovanni Falcone, la vera storia della trattativa e delle stragi dello Stato-mafia”; la seconda, a ridosso del 19 luglio, dal titolo “Strage Borsellino, l’agenda rossa e i mandanti esterni”. Entrambi gli eventi, realizzati a Palermo, hanno visto la partecipazione di magistrati, avvocati, giornalisti e familiari di vittime di mafia. Ognuno ha fornito un proprio contributo su questi fatti, un punto di vista, uno spunto. Nell’occasione sono stati presentati al pubblico anche due speciali sui due eccidi. Nei due appuntamenti ANTIMAFIADuemila ha realizzato una disamina sui misteri delle bombe del ’92, sui mandanti esterni e sulla trattativa Stato-mafia. Abbiamo cercato di riavvolgere il bandolo della matassa su questi 31 anni che ci separano dalle stragi, cercando di rispondere a quelle domande che tuttora restano aperte e ricordare, ai nostri lettori, quelle domande che di risposte le hanno avute, anche se spesso vengono dimenticate perché troppo ingombranti.





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