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Il professore di sociologia internazionale: “La Nato ha aggravato la guerra in corso, rischiamo il conflitto nucleare”

A quanto pare, Mario Draghi non ne ha azzeccata una sul conflitto in Ucraina. A spiegarlo è stato il professore di sociologia internazionale del terrorismo, Alessandro Orsini, che nel suo ultimo articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano ha smentito, punto per punto, tutte le promesse avanzate del noto economista ed ex presidente del Consiglio sull’andamento della guerra iniziata nel febbraio 2014. “La prima promessa di Draghi - ha spiegato Orsini - assicurava che l’invio di armi avrebbe protetto la vita degli ucraini. In sintesi, più armi italiane, meno morti ucraini. È accaduto esattamente il contrario. L’enorme investimento della Nato nella guerra ha causato un investimento ancor più grande da parte della Russia e quindi un numero spropositato di morti tra gli ucraini e distruzioni smisurate”. La seconda promessa di Draghi affermava che l'invio di armamenti italiani avrebbe favorito il raggiungimento della pace. Anche in questo caso, la realtà è stata diametralmente opposta. “L’investimento della Nato nella guerra ha aggravato il conflitto, al punto che oggi si teme uno scontro nucleare”. Contro ogni aspettativa, le analisi di Draghi si sono rivelate del tutto errate anche riguardo agli effetti devastanti della guerra sull'economia russa. “La terza promessa di Draghi - ha spiegato Orsini - assicurava che le sanzioni avrebbero mandato la Russia in bancarotta sovrastata dall’economia europea. È accaduto esattamente il contrario. Il Pil della Russia è cresciuto mentre Germania e Unione europea sono andate in recessione”. E ancora: “La quarta promessa assicurava che il prolungamento della guerra avrebbe provocato il crollo dell’industria militare della Russia sovrastata da quella della Nato. È accaduto esattamente il contrario. L’industria militare della Russia sovrasta quella della Nato”.


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Lo stesso vale per i consensi del presidente russo, che secondo Mario Draghi sarebbero dovuti colare a picco a causa delle sanzioni inflitte alla Russia. Invece, “è accaduto esattamente il contrario”. Dal momento che “la Nato ha spinto i russi a compattarsi intorno a Putin dilagante nei consensi”. La sesta promessa di Draghi era che il supporto militare avrebbe permesso all'Ucraina di respingere la Russia con una controffensiva straordinaria. Tuttavia, anche questa promessa è stata infranta, poiché sono stati i russi a infliggere pesanti perdite agli ucraini. Infine, la settima promessa, anche quella completamente smentita dalla realtà dei fatti: “L’Occidente - ha ricordato Orsini - avrebbe ottenuto l’isolamento della Russia, ma è accaduto esattamente il contrario. La Russia è sempre più integrata nel sistema internazionale con amici potentissimi”.
Riguardo alla decisione del governo italiano di inviare altre armi a Kiev, l'analisi del professore Orsini non si è risparmiata nemmeno davanti alle gesta del ministro della Difesa Guido Crosetto. “Crosetto ha raccolto l’eredità di Draghi. Entrambi sono stati liberi di inviare tutte le armi che hanno voluto in gran segreto. Il fallimento delle loro politiche è solare. Tuttavia - ha concluso - il 99% della stampa italiana e delle trasmissioni radiofoniche e televisive non lo dice. Il che rende evidente la corruzione dell’informazione in Italia, compenetrata dal potere politico. L’osservazione sociologica mostra che il sistema dell’informazione in Italia sulla politica internazionale svolge la stessa funzione sociologica che svolge in Iran, Cina, Russia, Siria e Corea del Nord: la funzione di diffondere la propaganda nelle case degli italiani diffamando gli studiosi che ragionano in base ai fatti”.

Foto © Imagoeconomica

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