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A tu per tu con ... Stefano Mormile

A 33 anni dalla morte dell'educatore carcerario Umberto Mormile torniamo ad occuparci del caso. Fu ucciso da due killer con sei colpi di pistola. In quel momento stava viaggiando a bordo della sua Alfa 33 e si stava recando verso il carcere di Opera. L’auto venne affiancata da un Honda 600 con a bordo i due sicari (Nino Cazzuola e Tonino Schettini, ndr), e per Mormile non ci fu scampo. Erano troppo ravvicinati quei colpi per poter fallire. Sul delitto si è scavato per anni ma nonostante la celebrazione di tre processi le reali motivazioni che hanno portato alla morte dell’educatore carcerario non sono mai state veramente chiarite. 
Nel 2005 erano stati condannati, come mandanti, i boss Antonio Papalia e Franco Coco Trovato, a cui si era aggiunto, sempre come mandante, Domenico Papalia nel 2011; come esecutori materiali Antonio Schettini e Antonio Cuzzola, nel 2005.
A rendere ancora più particolare quell'omicidio l'utilizzo, nella rivendicazione, di una sigla allora sconosciuta, la 'Falange armata', che fu poi utilizzata per altri omicidi e stragi, tra cui quelle di via Palestro a Milano e via dei Georgofili a Firenze, ma anche le precedenti del 1992, o i delitti della Uno Bianca. 
Nei mesi scorsi, la gip di Milano, Natalia Imarisio aveva respinto la richiesta d'archiviazione della Procura e il pm Stefano Ammendola ha chiesto il rinvio a giudizio per Vittorio Foschini e Salvatore Pace, i collaboratori di giustizia che con le loro dichiarazioni stanno contribuendo ad aggiungere un altro pezzo di verità sul delitto. 
I due risponderanno di concorso in omicidio con l'aggravante della modalità mafiosa.
Le scorse settimane, a Roma, è stata presentata l'associazione delle Vittime della Falange Armata che cercherà di offrire un contributo di verità proprio per tutte queste vicende. 
Di questo abbiamo parlato in questa puntata di "A tu per tu...", incontrando Stefano Mormile, fratello dell'educatore carcerario. 

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