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Portavoce del Parlamento iraniano: “Pronti a usare arma mai utilizzata”. Putin invita alla calma e l’Onu condanna Israele per i fatti di Damasco

Non sembra voler calare la tensione tra Israele e Iran dopo il contrattacco di Teheran avvenuto nella notte di sabato scorso con il lancio di circa duecento tra droni e missili sul territorio israeliano (il 99% dei quali intercettato).

Il capo di stato maggiore dell'IDF, tenente generale Herzi Halevi, in una dichiarazione video in lingua inglese ha affermato che l'attacco ha "creato nuove opportunità di cooperazione in Medio Oriente" e che "l'Iran dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni".

L'Iran non la passerà liscia per l'attacco di sabato scorso a Israele ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. "Non possiamo restare fermi - ha aggiunto citato dai media - davanti a questo tipo di aggressione, l'Iran non ne uscirà impunemente". "Risponderemo - ha detto - al tempo e al posto giusto e nel modo che sceglieremo”.

Su questo quattro fonti americane hanno detto alla NBC che la risposta potrebbe avvenire al di fuori del territorio iraniano: "Stimiamo che la risposta israeliana prenderà di mira le forze iraniane e i rami delle Guardie rivoluzionarie - al di fuori dell'Iran”.

Il portavoce delle forze armate Iraniane ha scritto sulla piattaforma di social media X (ex Twitter) che la repubblica islamica "non cerca di espandere la guerra, ma taglieremo ogni mano che attacca il nostro paese". Lo riporta il sito online del quotidiano israeliano Haaretz, secondo la traduzione del post originale in arabo. Secondo il post tradotto da Haaretz, "qualsiasi aggressione da parte di Israele o dei suoi sostenitori sarà accolta con una risposta più forte di prima". Al punto da adoperare un’arma mai utilizzata prima, come ha dichiarato il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del Parlamento Abolfazl Amouei.


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Herzi Halevi, capo di stato maggiore dell'IDF © IDF


"I sionisti farebbero meglio a comportarsi razionalmente, perché se dovessero intraprendere un'azione militare contro Teheran in risposta all'attacco dell'Iran contro Israele, siamo pronti a usare un'arma che non abbiamo mai usato prima”. “Abbiamo piani per tutti gli scenari e agiremo con coraggio. Il nostro messaggio è la pace e allo stesso tempo la preparazione militare dell'Iran", ha aggiunto, citato dall'Irna.

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha assicurato l'omologo russo, Vladimir Putin, che gli attacchi di Teheran contro Israele sono stati limitati e che la Repubblica islamica in principio non è interessata a una escalation salvo, appunto, attacchi. Secondo la nota diffusa dal Cremlino dopo il colloquio, "Raisi ha sottolineato che le azioni dell'Iran sono state obbligate e di natura limitata, e allo stesso tempo ha sottolineato che Teheran non è interessata a un'ulteriore escalation della tensione”.

Il presidente russo ha espresso nella telefonata con Raisi "la speranza che Iran e Israele esercitino la moderazione per evitare una nuova escalation". Lo rende noto il Cremlino, come riporta la Tass. Raisi, secondo il Cremlino, ha assicurato a Putin che Teheran non è interessata ad un'ulteriore escalation. "Vladimir Putin ha espresso la speranza che tutte le parti mostrino ragionevole moderazione e impediscano un nuovo round di scontro, carico di conseguenze catastrofiche per l'intera regione", si legge nella nota del Cremlino diffusa dopo il colloquio. "A questo proposito, sono stati confermati gli approcci di principio di Russia e Iran a favore di un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, che allevi la difficile situazione umanitaria e crei le condizioni per una soluzione politica e diplomatica della crisi", fa sapere la presidenza russa.


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Onu: “A Damasco Israele ha violato il diritto internazionale”

Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite che lavorano con l'ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha affermato che l'attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco dell'1 aprile ha violato il diritto internazionale. In un rapporto pubblicato dall'Ocha, riferisce il Guardian, si afferma che "a tutti i Paesi è vietato privare arbitrariamente le persone del loro diritto alla vita nelle operazioni militari all'estero, anche nella lotta al terrorismo". Secondo gli esperti dell'Ocha, Israele non ha presentato alcuna prova che l'Iran stesse commettendo direttamente un "attacco armato" contro Israele o inviando gruppi armati non statali per attaccarlo. Inoltre, Israele non ha fornito alcuna giustificazione legale per l'attacco né lo ha segnalato al Consiglio di Sicurezza, come richiesto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Pertanto, hanno affermato, "l'attacco di Israele ha di conseguenza violato il divieto sull'uso della forza armata contro un altro Stato ai sensi dell'articolo 2, paragrafo 4, della Carta.

Giordania: “Non accetteremo di diventare terreno di guerra”

"L'escalation in corso è molto pericolosa per tutti noi" e "noi non accetteremo che si renda la Giordania un ulteriore terreno di guerra”, ha detto il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi oggi a Berlino. "Noi siamo per la pace e l'escalation attuale è molto pericolosa per tutti noi", ha aggiunto sottolineando di mandare "un messaggio molto chiaro sia all'Iran che a Israele”. La Giordania ha concesso ai caccia israeliani di entrare nel suo spazio aereo per abbattere droni e missili iraniani nella notte di sabato 13 aprile, diversamente da Arabia Saudita e Emirati Arabi che non hanno voluto eccedere nel prendere una posizione a favore di Israele, non senza comunque aiutare nell’individuazione dei missili.

Media: “Yellen sta preparando nuove sanzioni contro l'Iran”

Il segretario al Tesoro Janet Yellen sta preparando nuove sanzioni contro l'Iran, assicurando che gli Stati Uniti "non esiteranno" a infliggere sanzioni economiche in risposta all'attacco senza precedenti della Repubblica Islamica contro Israele. Lo riporta Axios. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha annunciato su X che sta "conducendo un'offensiva diplomatica contro l'Iran" ed è in contatto con i leader di tutto il mondo per chiedere sanzioni sul programma missilistico iraniano e dichiarare il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica un'organizzazione terroristica. "Stamattina ho spedito lettere a 32 Paesi e ho parlato con decine di ministri degli Esteri e figure di spicco di tutto il mondo chiedendo che vengano imposte sanzioni al progetto missilistico iraniano e che i Guardiani della Rivoluzione siano dichiarati un'organizzazione terroristica per frenare e indebolire l'Iran. L'Iran deve essere fermato adesso, prima che sia troppo tardi", ha sottolineato Katz nel messaggio.


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Rafael Grossi © Dean Calma/IAEA

Aiea: “Preoccupazione per attacchi su siti nucleari”

Il direttore generale dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Rafael Grossi, ha detto di essere "preoccupato" per la possibilità di un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani. Grossi ha affermato che l'Iran ha chiuso i suoi impianti nucleari domenica per "considerazioni di sicurezza" e che, sebbene siano stati riaperti lunedì, è stato deciso di tenere gli ispettori dell'Aiea lontani "finché non vedremo che la situazione è completamente calma". Alla domanda su un possibile attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani, Grossi ha risposto: "Siamo sempre preoccupati per questa possibilità" e ha esortato le parti a comportarsi con "estrema moderazione". Lo riporta il Guardian.

Pentagono, rinforzi Usa restano nella regione

Il Pentagono afferma che gli ulteriori squadroni di aerei da caccia americani trasferiti in Medio Oriente per proteggere Israele dall'attacco di domenica da parte dell'Iran rimangono nella regione. Lo riportano i media Usa, citando il portavoce della Difesa americana Pat Ryder. L'ufficiale ha spiegato che alle operazioni hanno partecipato anche i cacciatorpediniere Uss Carney e Uss Arleigh Burke, abbattendo missili dal mare.

Sulla questione della crisi mediorientale il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin afferma di aver parlato ieri con il suo omologo israeliano Yoav Gallant per discutere "delle conseguenze degli attacchi senza precedenti dell'Iran del 13 aprile che le forze statunitensi, israeliane e partner hanno contrastato in un'operazione difensiva combinata". Nella conversazione Austin ha "ribadito il fermo sostegno degli Stati Uniti alla difesa di Israele" e "riaffermato l'interesse condiviso dei due paesi per la stabilità regionale", spiega lo stesso segretario alla Difesa americano in un post pubblicato oggi sul suo account X.

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