Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Presidio delle associazioni davanti alla mostra-mercato d’armi “Aerospace & Defence meetings”

All’Oval di Torino, si è tenuta la prima giornata della mostra-mercato d’armi “Aerospace & Defence meetings”.
L’evento che si tiene ogni due anni nel capoluogo piemontese è riservato a fabbriche nel settore, governi, esponenti delle forze armate, compagnie di contractor e organizzazioni internazionali.
Tra i presenti alla cerimonia d’apertura, anche il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
“A Torino si sta allestendo un polo tecnologico Nato inserito nel progetto DIANA (Defence innovation accelerator for the North Atlantic). In pratica il nostro governo sta investendo un miliardo di euro nello sviluppo della tecnologia militare dell’Alleanza in ambito aerospaziale, intelligenza artificiale, cyber security, motori ipersonici, robotica, industria navale e telecomunicazioni “ con il quale si intende trasformare Torino in un vero e proprio mercato di morte attraverso la sottoscrizione di accordi commerciali per le armi, al posto di promuoverla come città culturale e artistica.
Davanti all’ingresso principale, il coordinamento contro la Terza Guerra Mondiale Nucleare si è riunito insieme al coordinamento AGite, il partito Rifondazione Comunista, studenti in rappresentanza delle università, il movimento scuola per la pace, alcuni professori e il movimento Extinction Rebellion prendendo parte all’evento organizzato dall’Assemblea Antimilitarista.
Per l’ennesima volta ,la poca informazione a riguardo di ciò che davvero accade tra le mura dell’Oval di Torino ha fatto in modo che fossero solo una settantina le persone presenti. Nonostante ciò, per la prima volta in nove edizioni, grazie all’unione delle forze l’ingresso principale si è reso inaccessibile costringendo i partecipanti a entrarvi da ingressi secondari.
“Oggi è un’altra giornata triste per la città perché volta a inaugurare un nuovo polo bellico dove immaginare gli scenari di guerra del prossimo futuro” sostiene l’assemblea antimilitarista, “siamo qua anche oggi per dire NO e per dire a questi signori che non sono i benvenuti ,che la città che vogliamo costruire non è la città delle armi, ma quella della solidarietà, dell’uguaglianza e della giustizia sociale".


sit in torino leonardo 2

Questi soldi investiti, infatti, non sono dei privati, ma quelli pubblici che potrebbero essere impiegati per migliorare molti aspetti come quello sanitario ed ecologico. Inoltre si pone l’accento su come ”i militari armati che fanno la selezione etnicamente mirata del territorio perseguitano i migranti “ non solo nelle città , ma anche in mare dove si muore perchè “ le frontiere sono chiuse per le persone, ma sono aperte per i capitali e per i mercanti d’armi".
“Il colore dei soldi è l'unico che interessa ai potenti e non importa se questo colore si ottiene massacrando uomini, donne e bambini innocenti , l’importante è fare business.Ecco perché opporsi alle fabbriche d’armi è una maniera concreta di lottare contro la guerra “ sostiene l’assemblea antimilitarista. Infatti , solo perché la guerra non la viviamo in modo diretto, ci dimentichiamo che queste fabbriche producono la materia prima con cui si consumano le guerre e sono dentro casa nostra. Avere questa coscienza è il primo passo per “mettere sabbia nel motore del militarismo”.
“Queste armi distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi. L’industria aerospaziale produce cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati a distanza “ e questo è un mercato che “ ci sta rendendo complici di conflitti terribili, dove massacri e genocidi di intere popolazioni stanno diventando normale cronaca quotidiana” sostiene poi il coordinamento contro la Terza Guerra Mondiale Nucleare, ed è bene ricordare che “ tra i sistemi d’arma utilizzati dalle forze armate israeliane, si trovano componenti militari made in Italy o meglio made in Leonardo S.p.A”. Quest’ultima, nemmeno due anni fa, vendeva a Israele gli elicotteri “Koala” per addestrare e formare i piloti per le operazioni d’assalto.
“In Palestina si sta compiendo un genocidio di un popolo con il nostro beneplacito assenso” sostiene poi il coordinamento, infatti questo avviene non solo , da parte delle nazioni unite, evitando il problema astenendosi, ma anche attraverso il supporto militare.
Senza contare che, “in Ucraina sta avvenendo un’ecatombe!”, così esclama il coordinamento. “Abbiamo violato l’articolo 11 della nostra Costituzione, per una controffensiva che ha permesso all’Ucraina di riconquistare solo 17 chilometri di territorio, a scapito di un numero incalcolabile di vite umane sacrificate”.


sit in leonardo torino 3

Questo perché il volere degli Stati Uniti consiste nell’impiego da parte della Russia, la quale non potrebbe subire sconfitta, di ingenti capitali per il dilungarsi della guerra.
Anche il settore dell’educazione viene menzionato perchè “ nel 2023 invece di affermarsi una pedagogia della nonviolenza e della pace, si afferma invece un processo inverso, una pedagogia della guerra “, infatti nelle scuole si organizzano incontri con esponenti delle forze armate per ricordare “le glorie del nostro paese” dimenticando volontariamente di menzionare la quantità di vittime che la guerra si lascia alle spalle.
“Questi processi servono a formattare il pensiero, ad addestrare all’elogio permanente delle forze armate “sostiene la scuola per la pace. In effetti, i cittadini pregni della cultura dei conflitti armati finiscono per trovare del tutto naturale l’industria aerospaziale poiché costruiscono nelle menti “sin dagli anni dell’apprendimento e dell’evoluzione, un terreno fertile “ per non porre il giusto accento sulla questione finendo per considerarla erroneamente strumento di difesa.
Anche in questo caso, viene menzionata la Leonardo S.p.A che con il doppio canale produce sia in ambito civile che militare, attuando convenzioni in tutto il territorio italiano con le scuole per svolgere progetti di PCTO, la vecchia alternanza scuola lavoro.
In quest’ottica la scuola viene utilizzata dai potenti come strumento di indottrinamento della popolazione al consenso per le politiche di guerra e morte.
L’osservatorio contro la militarizzazione delle scuole si occupa di promuovere le iniziative volte al disarmo e contro la pedagogia bellica. Anche nelle università “non ci sono fondi pubblici e si deve cercare finanziamenti esterni dai privati “,che finiscono per essere industrie militari. La petizione messa in atto è volta a chiedere agli atenei coinvolti di ritirarsi da questi progetti di militarizzazione. Questi soldi europei “ sono soldi sporchi di sangue “ di cui non bisogna avvalersi.
In rappresentanza degli studenti ,viene spiegato come i soldi pubblici del PNRR non vengano utilizzati per aiutare gli studenti con gli affitti sempre più inaccessibili e per la formazione, ma impiegati per “costruire un polo di morte".
In seguito, un piccolo corteo si sposta a dare spazio anche ai ragazzi del movimento Extinction Rebellion che, appesi al ponte davanti all’Oval ,mostrano uno striscione che recita “ guerra sulla terra, affari sulla luna".
“Quando si fa notare che le emissioni dell’apparato militare italiano in un anno ammontano a quelle dell’intera città di Torino rispondono con il silenzio, mentre si stringono la mano l’un l’altro e impegnano le vite degli altri e le proprie in accordi ecocidi, perché il pianeta è uno per tutti" sostengono, “qui fuori ci siamo noi che se non agiamo ora non avremo un futuro, mentre la fuori in Palestina, in Ucraina, in Afghanistan, in Kurdistan e in Sudan ci sono coloro a cui state negando anche il presente e che pagano con le loro vite il prezzo delle vostre guerre a cui noi ci rifiutiamo di partecipare”.
In conclusione, nessuno di noi potrà davvero lavarsi le mani da tutto questo solo rifiutandosi di prenderne atto, questa è la realtà e questa giornata seppur in piccola misura è stato un piccolo passo verso la possibilità di “inceppare la macchina del militarismo insieme nelle nostre diversità".

*coordinamento contro la Terza Guerra Mondiale Nucleare

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos