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Il noto intellettuale ha spiegato insieme a Di Battista i motivi che accompagnano il conflitto israelo-palestinese

Non poteva che finire in questo modo perché non si possono sottoporre gli esseri umani a decenni di continue vessazioni, distruzione e segregazione. Siamo terribilmente colpiti da quello che abbiamo visto: giovani e non giovani uccisi durante il rave in Israele, oppure portati via per essere usati come ostaggi. Tuttavia, il problema è capire perché è successo tutto questo”. Sono state queste le parole che ha pronunciato l’attore e scrittore Moni Ovadia durante il dibattito che si è svolto insieme all’ex Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, per fare il punto sul conflitto israelo-palestinese che da giorni continua a mietere vittime. “Tutto questo è successo - ha proseguito Ovadia - a causa di una politica scellerata dei vari governi israeliani che non hanno mai voluto vedere i palestinesi come degli esseri umani”. Una politica che passa dalla “distruzione di case, arresti amministrativi, anche di bambini, checkpoint che rendono la vita impossibile, che sono stati perpetrati dall’esercito israeliano nei confronti dei palestinesi, ma che noi non abbiamo visto; così, come il disprezzo sistematico di questi governi, dominati da un’arroganza ripugnante, mentre dicono: ‘Qui, non ci sarà mai uno Stato palestinese’.” - prosegue - “Quali sono i diritti dei palestinesi? Non hanno anche loro il diritto alla vita, oppure il diritto di vedere i propri figli studiare come qualsiasi altro popolo? Non una parola in tutti questi anni è stata spesa per questi fatti, nessuno dice niente, nemmeno sugli attacchi della polizia israeliana contro i mussulmani che volevano andare in preghiera”. Senza troppi giri di parole, lo scrittore italiano ha sottolineato come altri Paesi non abbiano mai mostrato un impegno reale per trovare una soluzione definitiva che potesse porre fine al conflitto. “Sia gli israeliani che i palestinesi sono esseri umani e noi - ha spiegato - non possiamo rinunciare a pensare liberamente, perché, criticamente, se lo facciamo, vuol dire che siamo complici della distruzione di questo mondo”. Anche Di Battista ha ribadito l'importanza di preservare il proprio senso critico, anche a costo della carriera, oppure dal non “farsi accettare da un mondo” che offre visibilità. “A Gaza, 800 mila bambini non hanno mai vissuto nessun’altra realtà diversa dalla prigionia - ha precisato Di Battista - e non è mai esistita nella storia dell’umanità una prigione a cielo aperto, dalla quale è impossibile fuggire quando arrivano le bombe”. Ricordano il rapporto pubblicato dall’Organizzazione internazionale Save the Children, dal nome “Intrappolati” e pubblicato nel 2022, Di Battista ha sottolineato che a Gaza quattro bambini su cinque soffrono di depressione e molti di questi hanno pensato al suicidio. “È evidente che c’è un oppresso e un oppressore - ha spiegato - ed è evidente che gli oppressori sono gli israelianiSi espandono con l’aiuto dell’esercito, mentre cacciano via i palestinesi dalle loro terre. Addirittura, all’interno del rapporto di Amnesty International pubblicato il primo febbraio 2022, viene spiegata l’intenzione di dominare e sopprimere i palestinesi attraverso le violenze dei coloni, perpetrate su cittadini inermi e sotto gli occhi consenzienti dei militari israeliani”.

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