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L'Europa e gli Stati Uniti si piazzano ancora in prima pozione nella classifica del consumo e della detenzione di materiale pedopornografico.
Dai server partono migliaia di terabyte diretti in tutto il mondo tramite i servizi di file sharing che consentono di inviare in pochi minuti cartelle compresse contenenti ogni genere di orrore.
La tecnologia si riconferma dunque al servizio dei delinquenti in rete che sfruttano al massimo le risorse che il web offre.
Al contrario la legislazione delle varie nazioni (in primis l'Italia) rimane congelata, ferma negli immobilismi burocratici e nelle discussioni senza fine sulla privacy, un principio a cui si sono sempre appellati i colossi del web ma che si traduce il più delle volte in un deplorevole ostacolo alle indagini delle polizie del mondo.
E i cyber - pedofili esultano e ne approfittano.
"Resta il fatto che fra i lacunosi meandri legislativi, fra il rimpallo di responsabilità e l’inefficacia della repressione annegano bambini innocenti in ogni parte del mondo", scrive l'associazione Meter nel suo rapporto annuale. Abusi che lambiscono le rive della follia più nera: si registrano ancora casi di "pedomamme", "ovvero l’abuso perpetrato da donne, madri, ai danni di un minore"; in crescita anche "la realizzazione di filmati pedopornografici con il coinvolgimento degli animali", nello specifico dei cani. Spesso, si legge nel rapporto, si tratta di filmati prodotti in modo amatoriale dentro le mura di una qualunque casa "in cui le vittime (spesso neonati) vengono abusati per mezzo degli animali ed associate a pratiche sadiche, sottoposte a sevizie e a violenze indicibili finalizzate alla produzione di filmati pedopornografici".
Ma tutto questo non è frutto delle azioni nefaste dei 'singoli'.
Già da tempo chi abusa dei minori ha formato gruppi sparsi per il mondo, sia virtuale che materiale: una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata (raccolta fondi e giornata internazionale pro-pedofilia) che fornisce consigli su come adescare i bambini e indica siti online dove è possibile trovare foto e video con contenuti pedopornografici.
Ricordiamo che da tempo la NCA (National Crime Agency) ha denunciato il ritrovamento, nell'ambito delle operazioni, di veri e propri manuali che descrivono in maniera dettagliata come adescare e abusare di minori senza lasciare tracce visibili.
E poi ancora: innumerevoli sono i gruppi, “le stanze”, dove si raccontano le storie di incontri sessuali con minori e dove si somministrano test per “misurare” l’attrazione sessuale verso i bambini.
I protagonisti di queste atrocità sono molto spesso persone 'per bene', che fanno parte della parte 'pulita' della società.
Basti vedere uno dei più recenti casi di cronaca: un maestro di asilo di 35 anni è stato arrestato due giorni fa in flagranza di reato per violenza sessuale durante le attività a scuola su quattro bambini tra i 4 e i 5 anni.
Per contrastare l’ideologia pedofila la Convenzione di Lanzarote del 25 ottobre 2007, ratificata dall’Italia nel 2012 con la legge n. 172, ha introdotto nel nostro ordinamento l’art. 414 bis del Codice Penale.
Per la prima volta l’espressione “pedofilia e pedopornografia culturale” è entrata nel nostro ordinamento: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, con qualsiasi mezzo e forma di espressione, anche con il mezzo telematico e al solo fine culturale, pubblicamente legittima, diffonde giudizi legittimanti, istiga a commettere o effettua apologia delle condotte previste dagli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quater.1, 600-quinquies, 609-bis, 609-quater e 609-quinquies, compiute con minorenni, è punito con la reclusione da tre a cinque anni".
Nonostante questo è sempre il ‘gap’ tecnologico che permette di aggirare le normative: “Sono stati denunciati alla Polizia Postale italiana, congiuntamente ad altre Polizie estere e agli stessi gestori dei servizi 134 pagine e gruppi Facebook, 8 gruppi WhatsApp e 4 pagine Instagram. La crittografia end-to-end, promette la massima privacy: un messaggio può essere letto solo dal mittente e dal destinatario. Il contenuto viene cifrato sullo smartphone mittente, inviato al destinatario e infine decriptato. Inoltre, la possibilità di unirsi in gruppi pubblici o privati permette di condividere varie tipologie di file fra più utenti, ma anche la diffusione di ideologie (pedofilia culturale) che rivendicano la liceità della pedofilia, avvalorando la tesi che l’essere pedofilo sia una condizione assimilabile ad un orientamento sessuale, spianando dunque la via alla normalizzazione".
Oltre alla ‘bassa manovalanza’ ci sono anche certi esponenti del mondo politico che simpatizzano apertamente per la pedofilia.
In Olanda esiste un vero e proprio partito pro pedofilia il cui fondatore è Adriaan Pieter van den Berg. E fu proprio la magistratura olandese a legittimarlo nel 2006 con la motivazione che "le libertà di espressione, che includono il diritto di creare partiti politici, sono la base di una società democratica" e che "il giudizio sui programmi politici sta agli elettori".
Ma ad essere ancora più inquietante è il totale silenzio della Corte Europea sulla questione, mentre la cavalleria garantista – questo in Italia - affila i picconi per demolire le intercettazioni e ripristinare la vecchia prescrizione. Cioè quella 'spalmata' su tutti e tre i gradi di giudizio: l'ennesima dimostrazione del menefreghismo nei confronti dei minori che nella 'civilissima' Europa continuano a soffrire indicibilmente.

Per leggere il rapporto: clicca qui!

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