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de raho cafiero 19luglio18 c emanuele di stefanodi AMDuemila
In Toscana come in Italia "ci sono infiltrazioni" delle mafie "che purtroppo via via si sviluppano, anche in considerazione di un'economia che ha difficoltà in Italia a tornare a livelli accettabili, con la conseguenza che non di rado l'impresa ricorre a danaro di cui non è certa la provenienza". A spiegarlo è Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia, alla presentazione del 'Rapporto sulla criminalità organizzata in Toscana' a Firenze. "Il pericolo maggiore oggi - ha detto - è proprio quello di una economia che viene sempre più infiltrata dalle mafie: e le mafie, soprattutto la 'Ndrangheta, oggi hanno una ricchezza enorme se pensiamo soltanto al traffico di cocaina, alle migliaia e migliaia di chili di cocaina che soltanto sulla costa tirrenica la 'Ndrangheta sbarca e immette nel mercato convertendonel in denaro". "Quel denaro - ha aggiunto Cafiero de Raho - finisce nell'economia nostra, europea, nell'economia mondiale: e quanto danaro oggi viene coperto da operazioni che risultano invisibili proprio grazie a un'impresa che avendo bisogno di denaro è pronta e disponibile ad accoglierlo".
Il Procuratore nazionale antimafia ha anche parlato del ruolo che la società civile può avere nel contrasto alle criminalità organizzate: "Può fare molto e dovrebbe essere il motore di un contrasto efficace". Secondo de Raho, la società civile "innanzitutto può avere consapevolezza dei sintomi che ci sono sul territorio, può aggregarsi per reagire, può trovarsi al fianco degli imprenditori o di coloro che subiscono e sostenerli, può essere al fianco delle istituzioni, la Regione, la Prefettura, e sostenere queste iniziative di legalità". Il magistrato ha osservato che "si è detto e si dice ripetutamente che la repressione è certamente indispensabile, perché dimostra che lo Stato vuole combattere e sconfiggere la criminalità: non è sufficiente perché ci sono sintomi presenti che soltanto il cittadino può cogliere", "si pensi a quanti negozi a volte si aprono in determinate strade, si pensi a quale riciclaggio viene avvertito da chi opera nel settore e molto più tardi dalla polizia giudiziaria e della magistratura".
Dunque, per Cafiero de Raho, "se ci fosse una collaborazione anche in questo, non parlo di denuncia, ma di quella forma di collaborazione che si concretizza in una segnalazione, in una comunicazione, in una informazione, ad esempio che oggi hanno aperto un altro negozio e i titolari non si sa da dove provengono, basterebbe anche un'informazione di questo tipo per consentire alla prefettura e alla polizia giudiziaria di cominciare ad approfondire questi campi, che restano inesplorati fino a quando le intercettazioni non ci evidenziano quali sono i punti economici che la criminalità organizzata mafiosa, 'ndranghetista, camorrista di volta in volta ha preso sul mercato".

Foto © Emanuele Di Stefano

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