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carcere-web1Per i magistrati della Dda reggina favorì la cosca Molè
di AMDuemila - 28 marzo 2015
È stato estradato in Italia, e si trova già nel carcere di Rebibbia di Roma, Giorgio Hugo Balestrieri. Ufficiale della marina militare dal 1963 al 1981, affiliato alla loggia P2 di Licio Gelli, italiano di nascita ma con passaporto e residenza statunitense per i magistrati della Dda reggina è uno dei principali terminali imprenditoriali e finanziari di cui la cosca Molè nel tempo si sarebbe servita per riciclare e investire gli enormi proventi del porto di Gioia Tauro.
Per anni Balestrieri si è reso irreperibile ma, lo scorso settembre è finito in manette in Marocco, inseguito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta “Maestro”.
Per le diverse Procure che si sono ritrovate a indagare, il "comandante" per lungo tempo avrebbe lavorato come agente dei servizi segreti americani in Italia, o meglio in Calabria, dove è finito al centro delle indagini.
Secondo l'accusa tramite "il comandante" e i suoi soci, Angelo Boccardelli, segretario dell'ex ambasciatore di San Marino, Giacomo Maria Ugolini, gran maestro della loggia del Titano, che per questo affare ha rimediato una condanna a sette anni di reclusione – e Giuseppe Fortebracci (morto prima della conclusione del processo) –, gli uomini del clan Molè hanno tentato di reinvestire larga parte dei profitti illeciti provenienti dal contrabbando di merci contraffatte al porto di Gioia Tauro, nella gestione di una sontuosa struttura alberghiera di Monte Porzio Catone, in provincia di Frascati. Struttura in possesso di Balestrieri e altri tramite diverse società a loro riconducibili e messa a disposizione dell'imprenditore del clan Molè, Cosimo Virgiglio, testa di ponte del clan nell'affare.

Nei giorni scorsi è stato interrogato in carcere dal Gip di Roma su rogatoria del Gip di Reggio Calabria, alla presenza dell'avvocato di fiducia Francesco Ciabattoni del Foro di Ascoli Piceno.
Il suo ritorno in Italia era particolarmente atteso anche per un altro motivo in quanto è lui il titolare della cassetta di sicurezza C073 presso la Euro commercial bank di San Marino nella quale è conservato il Cristo ligneo attribuito a Michelangelo, sequestrato dal 1° marzo 2012 e la cui proprietà è reclamata da Angelo Boccardelli, di cui Balestrieri è stato segretario. Le accuse di riciclaggio ed esportazione clandestina dell'opera, ipotizzate a San Marino, proprio nei confronti di Boccardelli e Balestrieri, potrebbero però cadere grazie alle prove portate sul Titano dalla difesa dei due indagati.

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