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di Francesco Ferrigno
Un giro d’affare di oltre 100mila euro a settimana, canali di approvvigionamento e spaccio sempre attivi, un’organizzazione strutturata in maniera capillare. Nell’ultima operazione antidroga di carabinieri ed Antimafia sono coinvolte più di 30 persone e 3 clan di camorra dell’hinterland partenopeo. L’associazione a delinquere importava marijuana ed hashish dal Marocco passando per la Spagna e poi distribuiva la droga nelle piazze di Campania e Lazio. Ieri mattina i militari hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 31 indagati a Napoli e provincia, Terni, Montesilvano, Aversa e Frosinone. Tutti sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla finalità mafiosa.
L’inchiesta di carabinieri e Direzione Distrettuale Antimafia è partita nell’ottobre del 2015. L’organizzazione aveva base a Marano di Napoli ed era composta da di soggetti che rivestivano talvolta compiti e ruoli ben distinti. A capo del sodalizio c’erano Massimiliano D’Onofrio e Francesco Sepe, ritenuti legati al clan Orlando, affiancati da Angelo Di Maro, Alessandro De Luca e Alfonso Mercurio, espressione delle cosche dei Nuvoletta e dei Polverino. Questi ultimi costituivano il punto di congiunzione tra i fornitori di narcotici e gli spacciatori al dettaglio, stabili acquirenti. L’importazione avveniva attraverso il sistema delle puntate. Solo dopo la droga arrivava in Campania e Lazio da Ivan Piccirillo, Ciro Conte, Luca De Luca, Giuseppe Granata, Davide Iannone, Antonio De Miccoli e i fratelli Verdicchio.

hashish marocco int

Alfonso Mercurio era una pedina fondamentale nel traffico di hashish internazionale. Per anni ha curato l’importazione dal Marocco a Napoli, attraverso Spagna, per conto dei clan camorristici maranesi Polverino e Nuvoletta prima, Orlando poi. Antonio Dell’Aquila alias presidente era coinvolto in maniera poliedrica nell’organizzazione sia come spacciatore sia come corriere. Gli intermediari con gli acquirenti in tutta la provincia di Napoli, con un sistema trasversale rispetto alle cosche camorristiche dei territori, erano Umberto Liccardi, Giuseppe Coppeto, Vincenzo Longobardi e Nicola Langella.
Chi custodiva la droga, invece, erano Rosario Setaro e Dolores Sacco. La donna, finita già in manette perché trovata in possesso di 50 kg di hashish occultati all’interno di un’autovettura parcheggiata all’interno del suo box, forniva supporto logistico. Sacco custodiva anche somme di denaro, agende contabili ove venivano annotate le cifre di denaro, i nominativi degli acquirenti e la sostanza stupefacente destinata alla successiva rivendita, ovvero la rendicontazione dei traffici di droga posti in essere dai due organizzatori.

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