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di trapani mariangeladi Miriam Cuccu
Che le donne di mafia non sono più solo mogli e madri silenziose è qualcosa che già stava emergendo. Ne è un esempio Rosaria Di Trapani, moglie del boss Salvino Madonia e vero e proprio “uomo di Cosa nostra” secondo il pentito Manuel Pasta, che con l’arresto del marito e dei cognati teneva saldamente le redini del clan mafioso. Non senza consultarne gli uomini, che seppure al 41 bis le trasmettevano ordini e raccomandazioni per curare gli affari di famiglia e gestirne il considerevole patrimonio. Mariangela ha scontato i suoi 8 anni di carcere ma ora è nuovamente in libertà, seppure a certe condizioni. Alla donna, infatti, è stato imposto il soggiorno obbligato nella località di Carini, con il tassativo divieto di non farsi vedere a Palermo, città in cui il clan dei Madonia regge il mandamento di Resuttana. Salvino, il marito, killer dell’imprenditore Libero Grassi e tra coloro che hanno brindato in carcere alla notizia dell’uccisione del giudice Falcone, è ancora al carcere duro ma questo non aveva impedito alla Di Trapani di fare da spola dentro e fuori dal carcere per continuare a portare avanti gli affari di famiglia. Che, nonostante le operazioni e i diversi arresti, continua ad avere un certo peso dentro Cosa nostra. L’ultimo blitz è l’“Apocalisse”, che ha decimato i mandamenti di Resuttana e San Lorenzo, con la cattura dei boss appartenenti ad una “nuova cupola” e che ha svelato un giro di business ed estorsioni.

Ma chi è Mariangela di Trapani? Donna inserita in un contesto di mafia fin dalla nascita, in quanto figlia del boss Ciccio Di Trapani, quest’ultimo indicato dal pentito Salvatore Palazzolo come uno degli assassini di Peppino Impastato. Fratello di Mariangela è Nicola Di Trapani, considerato capomafia di San Lorenzo prima dell’arrivo dei Lo Piccolo, il quale raccontava che “Mariangela ha sofferto da picciridda” perché durante la latitanza sua e del padre “a scuola non c'è più andata per amore di mio padre e di me... perché se ne è voluta venire con noi”.
Prima dell’arresto, Mariangela trasmetteva i comandi di Salvino Madonia grazie ai colloqui previsti per i detenuti al 41 bis con il marito, i cognati Nino (condannato per gli omicidi di Pio La Torre e del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa) e Giuseppe (condannato per l'omicidio del Capitano dei Carabinieri Emanuele Basile) e il suocero Francesco, riportando all’esterno quanto le veniva riferito. In barba al regime che dovrebbe garantire il “completo isolamento” e impedire la comunicazione con gli affiliati fuori dal carcere. Tra le decisioni prese da dietro le sbarre, l’omicidio dell’allora reggente di San Lorenzo Giovanni Bonanno, il quale andava a dire in giro che il figlio di Mariangela e Salvino Madonia, Francesco, fosse frutto di un tradimento e non di un concepimento in provetta. Un affronto che non poteva restare impunito. “La risposta che tu devi dare a Salvo è che quello non c´è più” diceva Nino Madonia a Mariangela, che poi avrebbe trasmesso il messaggio al marito. Bonanno scomparve nel gennaio 2006 e un mese dopo Totuccio Lo Piccolo scriveva un pizzino a Bernardo Provenzano, ancora latitante: “Purtroppo non c´è stato modo di scegliere altre soluzioni (…) E a questo punto abbiamo dovuto prendere questa amara decisione”. La Di Trapani comunicava abitualmente con Lo Piccolo, durante la sua latitanza, oltre che con Antonino Cinà di San Lorenzo e Stefano Fontana, boss dell’Acquasanta, al quale si era rivolta per fare pressioni sul pentito Marco Favaloro affinchè ritrattasse le accuse contro il marito in relazione all’omicidio di Libero Grassi.
Ma non è solo Mariangela ad aver assunto un ruolo guida in famiglia. Uno degli esempi più recenti è Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del boss latitante Matteo arrestata a dicembre 2013 con l‘operazione “Eden”, che secondo gli inquirenti “svolgeva un ruolo di raccordo con il fratello per scambi d'informazioni e per il coordinamento delle risorse economiche”. E poi c’è Concetta Scalisi (condannata nel 2005 dalla Cassazione) figlia del boss Antonino deceduto nel 1982, che sarebbe subentrata con un ruolo di vertice nel clan Laudani dopo l’arresto del niote, nel ’97. Carmela Rosalia Iuculano (poi pentita) è la moglie di Pino Rizzo, capomafia di Trabia, fino al suo arresto nel 2004 aveva gestito la cosca dopo la cattura del marito. Giusy Vitale (oggi anche lei collaboratrice di giustizia) avrebbe retto il mandamento di Partinico dopo l’arresto del fratello.

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