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dali-antonio-bndi Rino Giacalone - 29 maggio 2015
In relazione all'articolo "Furono fatte pressioni per far trasferire il poliziotto" pubblicato lo scorso 28 maggio, il prefetto dott. Valerio Valenti, che era citato nello stesso articolo, tiene a precisare: "Non ho mai rivolto a nessuno, tantomeno al dr. De Gennaro, premure o pressioni o richieste riguardanti il dr. Linares; non ho mai "tratteggiato" alcuna manovra messa in atto dal sen. d'Alì o da chiunque altro diretta ad ottenere il trasferimento del dr. Linares e non sono mai stato a conoscenza di attività di qualunque genere volte in tal senso".

L'episodio è riportato nel rapporto investigativo inviato alla magistratura nel marzo del 2006 dalla Squadra Mobile di Trapani. Il dott. Valenti ha ragione nel sostenere che "non ha mai rivolto a nessuno, tantomeno al prefetto De Gennaro" (allora capo della Polizia) pressioni per il trasferimento dell'allora capo della Squadra Mobile di Trapani Giuseppe Linares. Il dialogo che la Squadra Mobile sostiene di avere intercettato avveniva tra lo stesso dottor Valenti, allora capo di gabinetto del sottosegretario all'Interno sen. D'Alì, e un agente dello stesso ufficio, Emiliano Carena e secondo il rapporto della Mobile il dottor Valenti si limitava a dire quali suìggerimenti avrebbe dato al sen. D'Alì al fine di approcciarsi questi al prefetto De Gennaro. Si ricorda che il pg Gozzo, che rappresenta l'accusa nel processo di appello contro l'ex sottosegretario D'Alì, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, ha chiesto alla Corte di volere inserire nel fascicolo dibattimentale questo rapporto della Mobile del 2006, a prova delle pressioni che il sen. D'Alì, e non altri, avrebbe fatto per ottenere il trasferimento da Trapani dellallora capo della Mobile Linares, oggi, da due anni, direttore della Dia a Napoli. Il pg Gozzo ha anche chiesto l'ammissione di altri verbali anche quello di un sacerdote, don Ninni Treppiedi, frequentatore personale del parlamentare trapanese D'Alì, che ha anche riferito di risentimenti nutriti dalla moglie del senatore, avv. Antonia Postorivo, proprio nei confronti dell'oggi prefetto Valenti, tacciato dalla donna di "ingratitudine".

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