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gdf-web8Avvicinati anche commercianti di Addipizzo, che hanno subito denunciato
di AMDuemila - 19 maggio 2015
Un'impresa edile, un salone di parrucchiera, quote sociali, tre immobili ad uso abitativo, due autovetture, due motocicli e disponibilità finanziarie. E' questo il sequestro scattato per opera del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo, per un valore complessivo di 800 mila euro. Sono stati eseguiti due distinti provvedimenti, emessi dal Tribunale di Palermo (Sezione Misure di Prevenzione), su richiesta della Procura della Repubblica. I sequestri hanno interessato Ignazio Romano e Maurizio Filippone, entrambi palermitani. Romano nel giugno 2012 è stato arrestato con l'accusa di estorsione ad alcuni commercianti di Palermo. Secondo le indagini sarebbe stato un esattore del pizzo all'interno del mandamento mafioso di Resuttana. Nel 2014 nei suoi confronti è stata poi emessa una condanna dalla Corte d'Appello di Palermo a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Romano, è quanto scrive Repubblica, aveva addirittura avvicinato dei commercianti vicini all'associazione antiracket Addiopizzo. "Era iscritto ad Addiopizzo, te lo immagini? - era stata la critica di uno degli esattori del clan di Resuttana, arrestato - E questo significa mandarci al macero... perché tu mi devi mandare dove sei tranquillo, sicuro, capito? Non mi mandi lì, perché tu lo sai che non ci puoi andare... Minchia mi sono dannato la vita". Effettivamente i due imprenditori, a seguito della richiesta estorsiva, avevano immediatamente denunciato. Per questo Romano era finito in manette. Filippone, quarantottenne ed ex dipendente della "Social Trinacria Onlus", cooperativa partecipata dalla Regione che fornisce servizi sociali, è stato invece arrestato nel 2012 per usura con l'accusa di praticare tassi di interesse sui prestiti compresi tra il 60% e il 120%. A Filippone è stato inoltre contestato il reato di truffa, poiché, secondo gli investigatori, mentre svolgeva l'attività illecita di usura, risultava essere regolarmente in servizio.

Nello specifico, i beni riconducibili a Romano sono una ditta individuale operante nel settore della costruzione di edifici;
una ditta individuale operante nel settore dei saloni per parrucchieri; quote sociali relative a una società operante nel settore della costruzione di edifici; un appartamento; disponibilità finanziarie (rapporti bancari, deposito titoli, deposito nominativo, buoni fruttiferi) per una valore di 403.541,00 euro. A Filippone sono stati sequestrati due appartamenti; due autovetture; due motocicli; disponibilità finanziarie (rapporti bancari, deposito titoli, deposito nominativo, buoni fruttiferi) per 407.224,05 euro.
I sequestri sono scaturiti dalle indagini effettuate dal Gico, che hanno consentito di "evidenziare come i beni siano da considerarsi il frutto delle attività illecite o il reimpiego dei relativi proventi, in quanto sono risultati essere di un valore palesemente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dai due soggetti e dai componenti dei rispettivi nuclei familiari".

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