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striscioni-c-fil-di-ventodi AMDuemila - 7 aprile 2014
Era il 20 gennaio scorso quando un gruppo di associazioni antimafia e di cittadini si è riunita sotto il nome “Scorta civica” per dare vita ad un presidio permanente in sostegno dei magistrati che si occupano del processo trattativa Stato-mafia. Dal lunedì al venerdì Scorta civica presenzia davanti al Palazzo di Giustizia per ricordare che il processo in corso a Palermo non deve passare sotto silenzio, né tantomeno devono farlo le minacce mafiose indirizzate ai pubblici ministeri e in particolare ad Antonino Di Matteo, condannato a morte dal boss Totò Riina detenuto al carcere duro. Da allora sono stati organizzati appelli, sit in, manifestazioni, fino a coinvolgere i giovanissimi ragazzi delle scuole della zona, che hanno partecipato ad alcuni presidi per dare il loro segnale, il più importate, di presenza e sostegno a favore dei magistrati.

Oggi dopo oltre due mesi, nell'edificio di fronte al palazzo di giustizia due striscioni, di cui uno portato da Cittadinanza per la Magistratura, sono stati appesi per ribadire ancora una volta: “Uniti tra noi uniti per voi contro la mafia” e “Siamo 1tutti con Nino Di Matteo”. Un piccolo segnale che parte della società civile, schierata apertamente e scesa in campo contro il silenzio e l'indifferenza che aleggiano attorno a questo processo. Subito dopo, dall'ultimo piano del palazzo è stato srotolato un altro striscione. “Per non dimenticare le stragi mafiose”, riportava il lenzuolo, che risaliva al primo anniversario delle stragi del '92 a Capaci e via D'Amelio.
Uno dopo l'altro sono sempre di più i messaggi di solidarietà sventolati dai balconi e dalle finestre, da numerosi cittadini che si riconoscono nella richiesta di verità e giustizia sui tanti misteri italiani, portata avanti da alcuni integerrimi magistrati che in nome degli inviolabili principi della Costituzione proseguono un'indagine che una larga fetta del nostro Paese ignora o ostacola deliberatamente.
Molti lenzuoli sono stati appesi anche in diverse città d'Italia. Da febbraio infatti è in corso un'iniziativa, partita dal gruppo piemontese delle “Agende Rosse” di Salvatore Borsellino, per dedicare i balconi di tutte le case al sostegno del pm Di Matteo appendendo uno striscione e successivamente postando la foto sull'apposita pagina Facebook. E se un pezzo di stoffa può sembrare poca roba, è anzi un modo per spezzare il silenzio e la sovraesposizione in cui sono tenuti a vivere i pm del processo. Per questo è stato lanciato un appello affinchè venga assegnato a Di Matteo il bomb jammer, il dispositivo che intercetta i segnali radio e dunque impedirebbe lo scoppio di un esplosivo azionato da un telecomando. Una decina di giorni fa 150 studenti hanno partecipato all'udienza del 2processo all'aula bunker dell'Ucciardone. Tutte espressioni della parte sana di questo Paese che non vuole attendere altri funerali di Stato per ricordare che la mafia c'è e va combattuta mettendo tutte le forze in campo, dai sequestri patrimoniali ai più delicati processi che indagano sugli oscuri legami della mafia con le istituzioni e i poteri occulti.
La prossima tappa è prevista per il 12 aprile a Roma dove, scrive Salvatore Borsellino nel suo appello, “andremo a manifestare la nostra rabbia per le promesse non mantenute, per il silenzio delle Istituzioni, per i macigni posti sulla strada Verità da chi, appare volere garantire una scellerata congiura del silenzio durata per venti anni piuttosto che accompagnare il nostro paese sulla difficile strada della Giustizia”.

Foto in alto © Fil Di Vento

Foto articolo © ACFB

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