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ebola-medici-tutadi Elena Maria Eusebi - 15 gennaio 2015
Qualche tempo fa sei partito per la Sierra Leone, e sei sceso dall'aereo un po' come fanno gli angeli dal cielo. Tu però sei un angelo speciale. Tu sei giallo.

Non hai le ali, non hai i capelli lunghi e biondi, non cammini scalzo sulla terra secca senza lasciare le impronte. Sei soltanto giallo, giallo e ingombrante, e qualcuno qui continua ancora ad avere paura di te. “Perché?” pensi tu, “sono solo venuto a dare una mano”. Forse però non sai ancora che le persone qui hanno visto i loro fratelli presi come da una strana maledizione, poi siete arrivati voi con quelle strane maschere, e quando ve li siete portati via, alcuni sono tornati indietro guariti, ma molti altri non sono più stati visti vivi. Così per alcuni tu stai combattendo contro questa cosa che chiamano ebola, per altri sei una specie di stregone giallo che la porta fra la gente. Non ci avevi mai pensato, ma tutto dipende dai punti di vista.

Così, dicevamo, tu scendi dall'aereo, e porti con te una enorme tuta gialla. Fossi un angelo davvero, questa sarebbe la tua tunica fatta di nuvole, e invece no. Devi stare molto attento a come la adoperi, e soprattutto a come te la togli. Ti hanno avvisato, cerca di non essere troppo stanco quando lo fai, perché angelo o meno, se sei stanco basta poco a distrarti. La tuta gialla ti difende mentre aiuti chi sta male: da una parte crea un muro fra te e la gente, come se fossi sempre un po' più solo, ma dall'altra è l'unico modo che hai per battere il cinque ai bambini che hanno ancora voglia di ridere. Il tuo turno però è breve, e quando la togli devi fare caso a non toccarla più, se non vuoi che diventi la tua stessa trappola.

Sai bene che l'ebola resta nel sudore di chi ce l'ha, nella saliva, nel sangue. L'ebola sta nei fluidi del corpo malato, ma è soltanto una coincidenza che abbia proprio il nome di un fiume, l'Ebola del Congo, che è un po' dove tutto è iniziato. Se pensi che non riesci a trasmetterla ad un tuo amico soltanto respirandogli vicino, ad un tratto quasi sottovaluti quanto sia diventata pericolosa. “Come riesce a correre tanto velocemente” pensi, “se non è neanche troppo facile contagiarsi?”. Ma la risposta è sempre che devi smetterla di ragionare su cosa faresti, e immaginare cosa sia successo davvero.

Fra le capanne è un giorno come tutti, uno dei tanti giorni di questa estate che quaggiù non finisce mai. A un tratto però, la gente che cammina per le vie è costretta a voltarsi, perché sente che dentro una casa, una donna sta gridando.  Quando si precipita in strada, le persone accorrono e lei riesce soltanto a piangere e a mormorare qualcosa riguardo la magia nera e la malasorte, e riguardo i riti che servono ad allontanarla. Domani ci sarà il funerale di suo marito, che ha la pelle nera come quella di tutti loro, ma è coperta di macchie rossastre, come fossero enormi ferite non rimarginate. Si chiama ebola quella, ma ancora non lo sanno, ed è per questo che prima di seppellire il cadavere lo lavano, e questo non può farlo uno tutto da solo, ma si aiutano l'un l'altro perché sono un villaggio, e una grande famiglia. E' soltanto in questo modo che il marito della donna che grida arriverà sano e salvo all'aldilà. Ma cosa ne è di loro adesso?

Qualche tempo fa sei partito per la Sierra Leone per curarli, e sei sceso dall'aereo un po' come fanno gli angeli dal cielo. Qualcosa però dev'essere andato storto, perché ora questi buffi angeli gialli li vedi indaffarati tutti intorno a te, mentre la tua pelle sembra macchiata di rosso sulle ginocchia, e tu sei vestito di bianco ed hai i piedi scalzi. Che sia questo il Paradiso?

No, le lenzuola bianche che vedi, i muri bianchi in realtà sono quelli della terapia intensiva dello Spallazzani di Roma, e tu sei ancora in prognosi riservata perché nella Sierra Leone hai contratto l'ebola mentre tentavi di guarire altre persone. Eri un medico, ora invece ti chiamano “paziente zero”, perché sei la prima persona di nazionalità italiana nella tua situazione.

Magari lo sai già, ma ogni giorno gli angeli gialli registrano un bollettino con le tue condizioni di salute. Sai, il 10 di questo Dicembre hanno fatto sapere a tutti che stavi migliorando.

Nel frattempo ti avranno già raccontato che la rivista del Time vi ha scelti come persone dell'anno 2014, e che gli americani ad Ottobre hanno già pensato al costume di Halloween tutto rigorosamente in giallo.

Probabilmente, però, non è questo che interessa, dato che c'è qualcosa di più serio a cui pensare ora.

Tu ti stai chiedendo se sarebbe potuta andare diversamente, e soprattutto se a prendere coraggio per scendere da quell'aereo hai fatto la cosa giusta. Poi guardi l'uomo nella tuta gialla che ti sta sistemando il cuscino sotto la testa, e magari ti rispondi “forse sì”.

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