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Elicotteri, massoneria e servizi segreti

La corte, sempre al processo per le bombe del ‘93, non intende dilungarsi sulla reale identificazione della figura di Paolo Bellini. Vale la pena, al contrario, secondo la nostra opinione, mettere comunque in rilievo alcuni elementi di estremo interesse che riguardano il trafficante d’arte, importanti spunti di analisi nello studio degli eventuali corresponsabili esterni della strategia stragista messa in atto da Cosa Nostra.
Emerge, sia dalle testimonianze del maresciallo Tempesta, sia da quelle di Giovanni Brusca che del Bellini stesso, sebbene in contrapposizione, che questi potesse plausibilmente avere legami con non meglio precisati servizi segreti, che fosse in grado di pilotare elicotteri e Dc 9 e che fosse stato in contatto con esponenti di frange estremiste di destra.
Procedendo con ordine.
Secondo quanto ricostruito dall’avvocato Li Gotti, legale di Giovanni Brusca, Bellini, che per sua stessa ammissione era detenuto in carcere sotto il falso nome di Roberto Da Silva, era anche in possesso di un documento datogli dai servizi segreti. Per di più risulta essere oggi a processo per un delitto compiuto da una cosca ‘ndranghetista a Reggio Emilia di cui ha confessato di fare parte. Lo stesso brevetto di pilota di  cui dispone esibisce un’identità fasulla.
Sempre nella motivazione della sentenza di I° grado delle bombe del ‘93, Bellini riferisce che ad un certo punto della trattativa Gioè gli fece una «battuta che lo raggelò: Ma tu non starai mica lavorando per i servizi segreti?». In altra occasione poi, il boss di Altofonte gli domandò se operasse per conto della massoneria, perché se così fosse stato, avrebbe saputo come muoversi, attraverso i massoni del trapanese.
Brusca, poi, nell’ambito di ciò che ha definito «suggerimenti» colloca anche la proposta di Bellini di far espatriare latitanti all’estero con elicotteri che egli stesso avrebbe potuto pilotare o, sempre con velivoli, dare dimostrazioni eclatanti su Palermo o sopra il carcere di massima sicurezza di Pianosa.
«... non verranno spese molte parole per dissipare i sospetti avanzati intorno alla figura del Bellini: che sia un membro di chissà quali servizi segreti; che sia stato l’ideatore o lo strumento di chissà quali oscure trame. ... Qui va solo aggiunto, se non altro per chiarezza, che di Bellini si sa troppo poco per poterlo in qualche modo qualificare (a parte che per la sua frequentazione, nel passato, di Avanguardia Nazionale)».

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