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Loro, i magnifici sette, ma fra loro di donne ce n’è più di una, si sono già tranquillamente presentati all’elettorato sardo, in vista del voto regionale del 25 febbraio. Ormai, fra meno di due settimane. E forse speravano di farla mediaticamente franca, visto che sinora nessuno aveva arricciato il naso. In fondo, nell'Italia di oggi, è pur vero che stanno rimanendo in pochi quelli che possono sentirsi titolati per scagliare evangelicamente la prima pietra, posto che mai la povera questione morale aveva vissuto vita tanto grama e tanto tribolata.
Ma questa volta, i nomi dei magnifici sette stanno finendo sulle prime pagine dei giornali. Cosa che i diretti interessati non si aspettavano. E per fortuna, questa volta, non è merito del festival di Sanremo diventato, come si è visto in questi giorni, la camera caritatis di tutto quanto in Italia viene censurato, o per ordini venuti dall’estero o perché, quanto a imbecillità, la nostra classe politica spesso non è seconda a nessuno.
I reati dell’impresentabilità di cui stiamo parlando sono di una certa consistenza: terrorismo, traffico di droga, concussione. E riguardano consiglieri uscenti, ex assessori, e qualche new entry.
Ovvio, dunque, che se ne sia dovuta occupare l’attuale commissione parlamentare antimafia. E la sua presidente, Chiara Colosimo, di Fratelli d’Italia, oggi, in seduta, ne ha scandito nomi e cognomi, indicandoli perché in “violazione del codice di autoregolamentazione”.


colpo di spugno dimatteo lodato pb

Riteniamo che la circostanza, meriti una doppia segnalazione.
A nostra memoria, se non sbagliamo, è la prima volta che questa commissione antimafia non si addentra in ipotesi e congetture, qualche volta persino strampalate come è ormai documentato, sui mandanti che ispirarono la strage di via D’Amelio.
Lo abbiamo sottolineato più volte: non del solo tremendo enigma di via D’Amelio può vivere una commissione parlamentare chiamata ad approfondire, da oltre sessant’anni, la conoscenza del fenomeno mafioso.
E la vigilia delle elezioni di Sardegna sta lì a dimostrarcelo.
Con ogni probabilità, quello della Colosimo era “tecnicamente”, se così si può dire, quasi un atto dovuto. Ed è ancora troppo presto per dire se questa rondine farà primavera. Ma, e sta qui la seconda ragione della sottolineatura, sarà interessante vedere nei prossimi giorni quali conclusioni la Colosimo vorrà trarre dall'avere elencato i magnifici sette impresentabili.
Dixi et levavi animam meam, dicevano gli antichi romani.
Ma noi siamo sicuri che la presidente non vorrà solo mettere a posto la sua coscienza. Anche perché, avrebbe l’occasione di sollevare un bel “caso”, a destra come a sinistra, essendo i magnifici sette apparentati alle più diverse parrocchie politiche e elettorali.
Vedremo.

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La rubrica di Saverio Lodato


Foto © Imagoeconomica

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