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- Hai visto quant'è bravo u cane mio?
Fa u cane, e io faccio u padrone. Io song u padrone d'u cane. E così è pure con gli uomini, Giancarlo: ci stanno i cani e ci stanno i padroni. Tu che vo' fa', u cane o u padrone?

- Nessuno dei due. Io voglio fare il giornalista.

- Eh, lo sapevo che mi dicevi questo. Magari vuoi fare pure il giornalista-giornalista, no?

- Mmm...?

- No, perché anche qua ci stanno due categorie. Ci stanno i giornalisti-giornalisti e i giornalisti-impiegati. Io ho scelto la seconda categoria.
Ma devo dirti la verità, non mi trovo male. Tengo la macchina, tengo la casa, tengo l'assistenza sanitaria e tengo pure u cane, vedi?
Perché i giornalisti-giornalisti, embè, quelli so' tutta un'altra cosa, Gianca'! Quelli portano le notizie, 'i scoop, e non sempre si devono aspettare gli applausi della redazione. No, perché le notizie, 'i scoop, so' 'na rottura e cazz'. Perché fanno male, fanno male assai. E allora, se ti posso dare un consiglio, sta' a senti' a Sasà: l'inchiesta che stai facendo, io non ne voglio sapere niente. E da' retta a me: questo non è un Paese per giornalisti-giornalisti, questo è nu Paese per giornalisti-impiegati.

Dialogo tra il giornalista Giancarlo Siani e il suo direttore, tratto da Fortapàsc (2009), regia di Marco Risi, sceneggiatura di James Carrington, Maurizio Cerino, Andrea Purgatori, Marco Risi.

È in questo testo che è contenuto il cuore del titolo del nuovo libro che uscirà martedì allegato al Corriere della Sera: 'Volevo fare il giornalista-giornalista. Le inchieste sui grandi misteri italiani. Andrea Purgatori' (ed. Solferino) a cura di Paolo Conti, prefazione di Luciano Fontana e con un ricordo di Tiziana Ferrario, Saverio Lodato, Enrico Mentana, Sigfrido Ranucci, Andrea Salerno, Fiorenza Sarzanini.
Il libro ripercorre, attraverso le sue inchieste e i suoi articoli principali, la straordinaria avventura professionale di un protagonista del giornalismo italiano, le cui inchieste già mancano moltissimo a questo Paese. Per anni al Corriere della Sera dove si è occupato di terrorismo, intelligence, criminalità, Andrea Purgatori si dedicò tra l'altro con tenacia alla strage di Ustica del 1980. Autore di reportage, che ha condotto con successo su La7 "Atlantide". Docente di sceneggiatura, consigliere degli autori, tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al docu Vatican Girl sul caso di Emanuela Orlandi.
Il giornalista si era occupato più volte dei tanti casi di mafia del nostro Paese: come la strage di Capaci o la strage dell'Addaura non risparmiando di indagare sulle eccellenti complicità esterne a Cosa nostra. Ad "Atlantide" il conduttore Andrea Purgatori aveva raccontato quell’accordo stipulato tra Cosa Nostra americana e alleati avente lo scopo di facilitare le truppe di Washington nella risalita della Penisola occupata dai nazisti.
E ovviamente ci fu l’inchiesta della vita, la strage di Ustica, l’ostinata battaglia combattuta contro i depistaggi e il muro di gomma, che riuscì a sfondare grazie al fiuto, al talento e alla determinazione del giornalista che non ha mai scelto il quieto vivere.
Purgatori verrà certamente ricordato negli anni per essere stato un grande giornalista che con il suo impegno è riuscito a portare al grande pubblico i grandi casi di cronaca che ancora oggi non hanno risposta.

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La rubrica di Saverio Lodato


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