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Categoria: Giurisprudenza
Editore: Giuffrè Editore
Pagine: 615
Prezzo: € 50.00
ISBN: 9788814139178
Anno: 2008

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Recensione

Questa nuova edizione tiene conto delle numerose novità intervenute nei tredici anni trascorsi dall’edizione precedente. Tutti i capitoli hanno subito aggiornamenti più o meno estesi (ivi compreso quello contenente l’excursus storico-sociologico sulle mafie “classiche”), ma alcune parti del volume sono state parzialmente o pressoché interamente riscritte. In particolare, è stato notevolmente ampliato – e quasi interamente rifatto – il capitolo relativo alle cosiddette condotte “contigue” e al problema del concorso “esterno” nel reato associativo, sia per la necessità di dare conto della massiccia elaborazione dottrinaria e giurisprudenziale intervenuta su questa complessa materia negli ultimi tredici anni (ricca di ben quattro sentenze delle Sezioni unite), sia perché si è tentato di costruire una teoria generale del concorso esterno nel reato associativo, basata sull’interazione sinergica tra il contributo del soggetto estraneo e le condotte dei partecipi interni, semplici o qualificati. Si è poi cercato di approfondire i tre temi emblematici del concorso esterno: quello della contiguità imprenditoriale (e della linea di confine tra imprenditori collusi e imprenditori vittime della mafia), quello del patto di scambio politico-mafioso (con particolare riguardo allo scambio voti contro favori) e quello del cosiddetto “aggiustamento” dei processi di mafia (che comporta, tra l’altro, un problema assai peculiare di utilizzabilità della prova). Parimenti, è stato ampliato e parzialmente rifatto il capitolo relativo ai profitti associativi confiscabili, materia su cui hanno inciso la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale e la relativa legge di ratifica del 2006, nonché la recente Direttiva antiriciclaggio dell’Unione europea e il conseguente decreto legislativo italiano n. 231 del 2007. Questi testi normativi, infatti, non potevano essere trascurati, posto che essi hanno sensibilmente potenziato lo strumentario legale destinato a colpire l’economia mafiosa (normalmente caratterizzata da una dimensione transnazionale): da un lato essi hanno allungato sensibilmente i tempi concessi al pubblico ministero per svolgere le necessarie indagini patrimoniali; dall’altro lato, hanno opportunamente esteso alle imprese mafiose e alle imprese di riciclaggio la disciplina della responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi a loro vantaggio, prevista dal decreto legislativo n. 231 del 2001. Si è ritenuto inoltre necessario un accenno al nuovo “Codice dei contratti pubblici”, entrato in vigore nel 2006, come possibile strumento di contrasto al condizionamento mafioso dei pubblici appalti. Infine, anche la trattazione del tema della doppia incriminabilità internazionale è stata rimaneggiata in ragione dell’entrata in vigore della normativa sul mandato d’arresto europeo, che ha semplificato le procedure di consegna all’interno dell’Unione.

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