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Prima Parte - Il politico minacciato dall’imprenditore in odore di mafia Aguiar: “Il finanziamento delle campagne politiche è un tema preoccupante”

“Sarebbe ingenuo pensare che la politica non abbia legami con il narcotraffico”.
A dirlo è il deputato uruguaiano di opposizione Sebastián Cal nel suo intervento in al parlamento uruguaiano. Finalmente un membro del sistema politico ha avuto la il buon senso (e l’onestà) di “mettere i puntini sulle i” su un argomento - narcotraffico e sistema politico uruguaiano - che dall'anno scorso ad oggi (e sembra proseguirà ancora), non solo è mediatico, ma è la principale causa delle bufere che si sono scatenate violentemente sulla vita nazionale dell'Uruguay a seguito di una serie di episodi.

È stato così che Sebastián Cal, deputato del dipartimento di Maldonado, ha voluto entrare in questa complessa tematica, dopo essere stato oltretutto minacciato da Gonzalo Aguiar a metà dell'anno 2022, imprenditore (oggi deceduto) che prima aveva denunciato alla Polizia per il sospetto di attività criminali (presumibilmente legate al narcotraffico), poi dinnanzi al Ministro dell'Interno dell’epoca e al Segretario della Presidenza senza però ottenere il riscontro o le risposte che si aspettava. In seguito, considerata la gravità delle denunce negli audio diffusi da un mezzo stampa di San Fernando nel 2024, è stato convocato, pochi giorni fa, dalla Commissione del Senato per la Sicurezza e Convivenza (che ha raccolto la sua testimonianza in seduta segreta), per infine fare denuncia dinnanzi alla procura penale che ora ha in mano l’indagine. Un giro di deposizioni, quella di Cal, che ha scatenato una vera e propria burrasca mettendo sotto gli occhi dell’opinione pubblica la connivenza tra la politica uruguaiana ed il narcotraffico, cosa che fino a quel momento nessuno dagli ambienti politici aveva fatto.

Le denunce di Cal implicano una serie di interrogativi e fanno emergere dubbi e sospetti, sulla base di un confronto in un certo qual modo, diretti al sistema politico ed agli uomini e donne che lavorano con funzioni pubbliche e in differenti settori. Perché si tratta di sospetti che in qualche modo, da oltre un anno, aleggiano sulla testa di non poche figure dell'apparato istituzionale.

Ed in tutto questo andirivieni di fatti, sospetti, denunce, opinioni e ripercussioni, è facile rendersi conto che c’è una grande lacuna conoscitiva sul metodo di finanziamento delle campagne politiche in Uruguay. Perché alla fine sono proprio questi finanziamenti che consentono l’infiltrazione del narcotraffico nel sistema politico di un Paese.

Abbiamo dialogato con il deputato Cal che però ha voluto mantenere il riserbo (almeno per adesso) sul caso delle sue denunce. Non ha avuto tuttavia alcuna remora nel dire, anche ai lettori, che nell'Uruguay di oggi “quello che è veramente un tema preoccupante, è il finanziamento delle campagne politiche, in particolare i controlli che vengono effettuati”. Ha aggiunto poi con fermezza che “non sono sufficienti e questo è un aspetto essenziale da non ignorare”. Capisco, e credo di non errare, nel pensare che Cal ha motivi più che validi per esprimersi in questi termini.

Condividiamo il pensiero di Cal e comprendiamo che l'essenza della sua denuncia, e di tutto il contesto, oggi (e da molto tempo) si concentra su una determinata linea. Stiamo parlando (e lo abbiamo fatto personalmente molte volte su queste pagine, me compreso) della chiara possibilità che purtroppo esista un legame letale e di alto rischio tra il narcotraffico e il sistema politico. Un legame ormai radicato in Uruguay, che scardina e debilita lo Stato di Diritto, l'indipendenza dei Poteri e la democrazia pura e chiara.

Negarlo ed essere indifferente verso quanto sta accadendo, ci trasforma in complici di un cancro: quello dell'ideologia mafiosa che già in altri paesi della regione ed oltre l'Atlantico, sta letteralmente demolendo economie, istituzioni (e vite, non lo dimentichiamo) fino all’incorruttibilità del vertice nelle gestioni di governo. 

Queste presentano sfaccettature vulnerabili nel tempo, e in modo definitivo.

I funzionari di basso o alto grado altamente corruttibili, con il passare dei giorni e dei mesi, si faranno condizionare e cederanno al crimine organizzato. E se questo non viene neutralizzato subito la strada per tornare indietro si allontana drammaticamente. Si apriranno così le porte di un inferno perfettamente paragonabile, ad esempio, a quello che si vive oggi in Ecuador, o a Rosario, in Argentina, o in Paraguay e, perfino, in Italia dove c'è uno Stato-mafia. Molti pensano erroneamente che Cosa Nostra (ed altre organizzazioni mafiose), in Sicilia, Campania, Reggio Calabria ed altre regioni, non siano più operative e non esistano più. Nulla di più falso.

Per queste ragioni, le denunce di Sebastián Cal non ci devono sorprendere, al contrario, ci devono rallegrare. E voglio sottolineare inoltre che far tacere il deputato in ambito politico, o sentirsi infastiditi dalla sua condotta o chiedere (come è già stato fatto), che sia secretata la sessione tenuta nella Commissione del Senato, deve preoccuparci. Questo perché ci sono state testimonianze molto forti, su un argomento delicato e importante.

Anche se l'idea era proteggere il deputato, visto che era stato minacciato, in realtà ci sembra di più che si cercasse di proteggere il sistema politico, non rendendo pubblico il contenuto delle denunce con criterio di trasparenza o un atto di risanamento. Il contenuto riguarda la comunità, se lo studiamo in profondità. Un contenuto questo di fatti gravi, di intimidazioni e di legami o di attività, di Aguiar e di personalità della politica che non devono rimanere nascoste. Pazienza, è fatta! Nonostante ciò noi ci interroghiamo su quella segretezza forzata e forse anche lo stesso deputato Cal se lo sarà chiesto, ma così è andata, non si torna indietro.

Le denunce del deputato sono state così importanti che ci sono state diverse ripercussioni. In primo luogo tutti coloro che hanno partecipato all’incontro si sono preoccupati, perché è stato fatto capire chiaramente ai media (pur mantenendo il riserbo del caso) che le denunce sono veramente serie. In secondo luogo il fatto che il deputato abbia parlato con il Pubblico ministero della Corte, la dottoressa Mónica Ferrero (procuratrice in ambito Stupefacenti), dopo la sessione della Commissione, il Pubblico Ministero a cui è stato affidato il caso, il Dr. Jorge Vaz, del dipartimento di Maldonado, ha sollecitato la versione stenografica dei verbali redatti nella Commissione del Senato, di Sicurezza e Convivenza dove è stato convocato il prossimo 23 aprile l'attuale Ministro dell'Interno, Nicolás Martinelli, il cui nome è stato menzionato più volte nel corso della testimonianza del deputato Cal.

Dai tempi di Rocco Morabito

Negli ultimi anni si sono sgretolate le fondamenta del governo di Luis Lacalle Pou perché sono stati confermati dei sospetti e resi noti dei fatti secondo i quali il crimine organizzato legato al narcotraffico sarebbe molto presente nel suo ambiente. Sebbene alcuni dei fatti siano ancora sotto indagine era in atto una vera e propria corruzione.

Gli eventi più recenti, di diverso tenore e con caratteristiche diverse, benché con il comune denominatore della corruzione pubblica e di implicazioni con il narcotraffico, in base alle indagini, hanno nome e cognome: il narcotrafficante Sebastián Marset, oggi latitante. Grazie ad un confuso, controverso e molto sospetto caso di consegna a Dubai di un passaporto speciale concesso dal Governo Uruguaiano, pur essendo carcerato sappiamo che si trattava di un narcos di estrema pericolosità. L'ex capo scorta del presidente Lacalle Pou, Alejandro Astesiano, si trova oggi in prigione, accusato e condannato per associazione a delinquere e traffico di influenze. L'ex legislatore del Partito Nazionale, Gustavo Penadés, del ‘herrerismo’ (partito di Luis Alberto de Herrera), anche lui in carcere preventivo in una prigione all'interno del Paese, è indagato per una serie di delitti a sfondo sessuale contro minori, con l'aggravante di complicità con altre persone, tra le quali un poliziotto del sistema penitenziario, per atti di corruzione verso funzionari dello Stato e per depistaggio delle indagini ed aver intimorito le vittime. L'imprenditore uruguaiano Gonzalo Aguiar, assassinato dalla sua ex compagna nel febbraio di questo 2024, è anche lui sotto indagine per le sue attività, sospettato di malefatte criminali e legato a truffe miliardarie, con riciclaggio di denaro probabilmente derivante dal narcotraffico. In questo caso per le minacce proferite da lui personalmente nel 2022 contro il deputato Cal, in un episodio che ha segnato il punto di partenza dell'agire del deputato. Per quel che riguarda le denunce in oggetto e le successive relazioni continueremo ad approfondire.

Ma c'è un evento chiave anteriore, quello del 20 giugno 2019, che non può essere trascurato: la fuga di Rocco Morabito (boss italiano affiliato alla 'Ndrangheta) durante l'amministrazione del Frente Amplio Tabaré Vázquez. Una fuga, questa, che inevitabilmente si aggiunge agli episodi che offuscano l'amministrazione del suo successore del Partito Nazionale. A tutt’oggi non sono stati identificati i responsabili. Per la natura stessa del fatto, che riguarda la presenza del narcotraffico internazionale in Uruguay, sono accaduti altri fatti dopo la sua fuga dal Carcere Centrale, che sono frutto di una corruzione dalle connotazioni scandalose, all’interno del Ministero dell'Interno. Allora il titolare era Eduardo Bonomi, oggi deceduto. 

La fuga del mafioso da una prigione del centro di Montevideo, pochi giorni prima di essere estradato in Italia (estradizione richiesta circa 15 anni prima, dove era stato condannato in contumacia per gravi delitti), rappresenta fino ad oggi un caso di corruzione di poliziotti molto grave non ancora affrontato seriamente dalla procura e che ha permesso di scoprire il grado di infiltrazione raggiunto dalla 'Ndrangheta nel nostro Paese. Si dimostra così senza dubbio, che l'organizzazione mafiosa italiana (che non fa mai niente a caso), stava sicuramente già operando liberamente in territorio uruguaiano, con il suo garante di turno (Morabito), un individuo che si faceva passare per un imprenditore della zona di “Punta del Este”, sotto un altro nome - Francesco Capeletto – e che era uno dei più importanti artefici dell'organizzazione italiana che coordinava nella regione e in Uruguay le massicce spedizioni di cocaina in Europa, oltre ad altri reati. 

Non dobbiamo dimenticare che l'Uruguay, negli ultimi cinque anni, o anche più, fa parte della rotta del narcotraffico internazionale che permette l'arrivo di tonnellate di cocaina in Europa. Oggi, l'Uruguay è anche considerato come Paese di provenienza di cocaina, il che lo rende più vulnerabile e molto più compromesso con la criminalità organizzata. Non ci sorprende che da ciò derivi un rafforzamento dei legami con la classe politica.

Del passaporto di Marset al caso Gonzalo Aguiar 

Le burrasche che si sono scatenate sul governo filogovernativo di coalizione di Luis Lacalle Pou hanno visto provvedimenti giudiziari contro uomini del governo dovuto al caso Astesiano ed al caso di multiple accuse di pedofilia del deputato Gustavo Penades. Anche il caso del passaporto concesso al narco Sebastián Marset a Dubai ha fatto sì che due ministri di Stato, una Sottosegretaria di Stato, e due alti funzionari del governo di Lacalle, si vedessero rimossi di punto in bianco dai loro incarichi. Non ci sono stati altri provvedimenti perché le indagini sono ancora in corso. Le ombre e i panni sporchi, più sporchi del governo Blanco (multicolore), sono usciti allo scoperto, suscitando una campagna politica che vive i suoi momenti più intensi in vista delle elezioni nazionali di questo anno. 

I disordini nella vita nazionale in Uruguay non si sono fermati perché Sebastián Cal li ha riaccesi con denunce che non sono per niente banali e niente affatto immanenti. Tutto il contrario, sono, oltre a gravi, meritevoli di una speciale attenzione nel momento di indagare in modo di giungere a dei risultati. Non posso non prendere in considerazione che la Procura dipenda direttamente dal Potere Esecutivo, presidente in carica Luis Lacalle Pou. E questo mi pesa e ho certi dubbi sul buon adempimento delle indagini. Ma posso sbagliare. Speriamo. 

Sebastián Cal che è un deputato del dipartimento di Maldonado del partito Cabildo Abierto (il cui massimo referente è il militare in pensione Guido Manini Ríos, oggi senatore della Repubblica e a suo tempo, durante l'amministrazione dell'ormai deceduto presidente Tabaré Vázquez - fu Maggiore in Capo dell'Esercito), ha avuto un certo pubblico clamore nelle ultime settimane, dopo alcuni audio girati nei quali c’era una conversazione con un collega di una rivista del dipartimento di Maldonado, dove segnalava chiaramente l'impresario Gonzalo Aguiar (assassinato da sua moglie con sette colpi a febbraio di questo anno) come una persona che oltre a minacciarlo era coinvolto in attività criminali. In concreto saranno state legate  al narcotraffico?

In questo contesto, e stando alle denunce di Cal, Aguiar emerge come una persona strettamente legata a uomini di governo, del ‘Herrerismo’, al punto che, secondo le parole del deputato in quegli audio, aveva libero accesso alla Torre Ejecutiva (edificio sede del governo uruguaiano a Plaza Independencia, nel centro della città di Montevideo) ed aveva una marcata influenza su personaggi importanti dello Stato che occupano alti incarichi istituzionali. Questo rende grave la situazione. 

Alcuni fatti di tutta questa scandalosa vicenda risalgono al 2022, quando il deputato Cal venne a sapere che del personale poliziesco svolgeva la funzione di custode personale dell'impresario Gonzalo Aguiar, legato alla cerchia del Governo. Le sue attività a livello finanziario erano ambigue, conseguenza di una serie di situazioni di dubbia legalità, ma che gradualmente venivano rese pubbliche. 

Il deputato, sicuramente depositario di informazioni clamorose, informò il capo di Polizia di Maldonado all’epoca (Julio Pioli), del legame tra i poliziotti e l'impresario. Questa sua iniziativa ebbe effetti preoccupanti. Da una parte Pioli informò i suoi superiori (tra loro il Direttore Nazionale di Polizia dell'epoca Diego Fernández) e fu aperta un’indagine amministrativa. Dall’altra, quasi immediatamente, Cal fu minacciato dall'imprenditore Gonzalo Aguiar: “Smetti di denunciarmi, guarda che l’ho saputo. Se hai un problema vieni e risolvi con me. Sai dove abito”.

Con questo messaggio inviato da Aguiar a Cal si dava inizio ad una serie di circostanze che due anni dopo avrebbero rappresentato un contesto dai connotati scandalosi. Quella minaccia aveva segnato una tappa determinante, non solo per l'impresario ed il suo ambiente, ma anche per il deputato stesso, che oggi sa di essere esposto a qualunque rappresaglia da parte della malavita nell’ambito dei legami ed influenze di Aguiar. 

Chi era l'imprenditore Gonzalo Aguiar? 

Ma chi era Aguiar? Un imprenditore. Uno dei tanti della zona di “Punta del Este”, che viveva più che agiatamente in uno stabilimento balneare molto costoso e lussuoso. Gonzalo Aguiar amava ostentare quel mondo. Auto di alta gamma, tra cui una Lamborghini, una residenza lussuosa, una vita agiata ed una rete imprenditoriale che da fuori faceva supporre lauti guadagni, legami con personalità potenti tra le quali, ovviamente, molti politici.


aguiar gonzalo

Nel suo microcosmo i suoi familiari più vicini lo vedevano frequentare locali notturni. Concordano tutti che si trattava di un uomo duro con un alone di mistero e di arroganza che lo rendeva ancora più distante dai circoli abituali di una borghesia tradizionale, amante della vita, della famiglia e del piacere, ma senza eccessi o eccentricità. Aguiar era così, e si muoveva dentro quei parametri. La maggior parte di chi lo ha conosciuto aggiunge di averlo visto anche violento in alcune occasioni. 

La sua vita si è rivelata con tutto il suo entourage a seguito di un fatto violento, quando Romina Camejo, in un episodio coniugale (che oggi potremmo definire come violenza di genere), ha raccontato che sparò sette colpi all’ingresso della sua residenza dove Gonzalo era entrato con prepotenza. Un delitto definito da Romina come un atto di legittima difesa. La procura sta indagando il caso che sembra volgere a suo favore.

Come Sebastián Cal ha conosciuto Gonzalo Aguiar 

Ciò che ci riguarda di questa storia è quando e come il deputato Sebastián Cal ha preso contatti con lui. L’incontro è avvenuto nel settembre del 2021 a Roma, mentre il deputato stava partecipando ad un evento sulle Comunicazioni. In quell'occasione Cal si è legato anche a persone a lui vicine nel mondo imprenditoriale, essendo un canadese suo socio in un progetto imprenditoriale della società Boreal (con sede a Carrasco), specializzata nella piantagione di piante di cannabis ad uso medicinale. Un affare che si concluse in una manovra truffaldina da 15 milioni di euro da parte di Gonzalo Aguiar. Fatto anche questo su cui sta indagando il pubblico ministero per i Reati Economici Dr. Gilberto Rodríguez

Il deputato Cal, credendolo un uomo d'affari, decise di prestargli aiuto per i suoi progetti. Infatti, su richiesta di Aguiar, in Colombia lo aiutò a prendere contatto con le autorità del Ministero dell’Agricoltura per promuovere la vendita di fertilizzanti per importi milionari. Erano gli anni 2021-2022. Una vendita che si concretizzò grazie ad investitori canadesi. Aguiar aveva in mente di realizzare una truffa milionaria, ma gli investitori si fidavano di lui. Quando questi iniziarono a perdere la fiducia e a sospettare, Aguiar fece qualcosa di insolito: in Canada chiese ad una parente di aprire un falso conto bancario per potere sostenere l'operazione, mentre in Uruguay chiese ad un suo avvocato di farlo passare per il presidente del BROU, tenendo così riunioni con gli investitori sotto falsa identità e con un ruolo falso, per ridare fiducia ai canadesi e per potere sostenere l'operazione. L'operazione però fallì ed in Canada cominciarono i processi dopo che venne alla luce la sottrazione di vari milioni di euro. Questo è il profilo di Gonzalo Aguiar

Ma c’è dell'altro. Nel novembre del 2022 Aguiar si sposò nella sua residenza di Maldonado, cerimonia alla quale partecipò Cal insieme ad altri invitati di diversi ambienti tra cui Nicolás Martinelli, allora alta autorità del Ministero dell'Interno. Furono presenti al matrimonio diverse personalità del governo. Una cerimonia costato 200 mila dollari, che più avanti si scoprì non essere legittimo: primo perché lui era già sposato in Canada e secondo perché il giudice di Stato Civile non era tale. Oggi tutto questo è stato reso pubblico nella seduta della Commissione del Senato e della Procura. 

E ancora. Nel mese di luglio dell'anno del matrimonio di Aguiar, una squadra di polizia inseguì due veicoli per le strade di Montevideo in un conflitto a fuoco senza feriti. I veicoli coinvolti erano di Aguiar (un camioncino BMW grigio ed una Chevrolet). Aguilar si trovava in uno di questi e alcuni occupanti erano poliziotti in servizio. Nell'operazione vennero sequestrate sei armi. Però nessuno venne condannato perché le armi erano registrate. Tutto rimase nascosto. Almeno fino ad oggi. Non so in futuro cosa accadrà.

Esattamente una settimana prima di quell'episodio, Cal si recò presso la residenza di Aguiar e notò con stupore che sia dentro che fuori l'edificio vi erano guardie armate con fucili, fatto inusuale.

Quello che più lo colpì, tra altre cose, fu che quell'uomo era senza dubbio coinvolto in attività non legali; sul tavolo di una delle stanze della casa c’era un’arma da fuoco. Fu l'ultima volta che Cal si recò presso la sua residenza. Sette giorni dopo ebbe luogo una sparatoria durante la quale venne coinvolto un agente di Aguiar di nazionalità salvadoregna.

Dopo questo evento Cal si presentò al Capo della Polizia di Maldonado e in quella occasione Julio Pioli lo mise al corrente che un autista di Aguiar ed un altro dei suoi agenti erano poliziotti in servizio. Il deputato, appresa l'informazione, promise di avvisare i suoi superiori. Con Pioli Cal parlò nella piazza di San Carlos e in Procura.

Sebastián Cal prese così tutte le precauzioni necessarie e, nel gennaio del 2023, rese conto su tutto al Ministro dell'Interno guidato allora da Luis Alberto Heber. Dato che non vide provvedimenti a favore della sua sicurezza, dopo circa un mese comunicò al Segretario della Presidenza Dr. Alvaro Delgado, oggi candidato al Partito Nazionale che era stato minacciato. Neanche in questa occasione ottenne risposta. 

Gonzalo Aguiar continua oggi la sua vita di uomo d'affari, frequentando personalità del Governo sempre accompagnato dalla sua scorta pretoriana. Inoltre è un “habitué” della vita notturna di “Punta del Este”. 

È un anello o è la testa di un’organizzazione che da copertura ad una serie interminabile di attività legate ai reati dei colletti bianchi o al narcotraffico? Perché è circondato da guardie del corpo armate fino ai denti? Aguiar nel 2023 continua le sue attività intorno a Boreal; è coinvolto in truffe contro gli investitori canadesi. Le sue economie fiorenti cominciano ad indebolirsi, a decadere e lo dicono i suoi familiari. Avviene addirittura uno strano furto nella sua casa, forse per riscuotere l'assicurazione. Si spezzerà il legame con la sua compagna, con la quale ha avuto una figlia, al punto tale che Romina Camejo conoscerà il suo lato violento. Ed un giorno, in un episodio di cui abbiamo parlato prima, la sua vita entra a fare parte della cronaca nera di Maldonado: Romina gli spara e lo uccide in casa mettendo fine alla sua vita e alle sue avventure. Si apre un'altra fase della storia di Gonzalo Aguiar. La fase “post mortem”, quella che ha procurato più lavoro alla Magistratura ed ha generato più scandalo. 

Non è un romanzo e non sono dicerie. Sono situazioni che si sono andate intrecciando intorno alla storia dell’imprenditore Gonzalo Aguiar. Le carte sono già in tavola. La vicenda vissuta da Sebastián Cal, la sua integrità nel momento di decidere i suoi passi; il tutto affinché l'impunità non continui ad essere sottintesa. Questo si aggiunge ad altri fatti che abbiamo visto accadere con i nostri occhi da giornalisti e cittadini: il narcotraffico che va a braccetto col sistema politico. 

Ci sono diversi pubblici ministeri in campo penale di Maldonado e di Montevideo e avvocati impegnati nell’esaminare le sfaccettature del caso Gonzalo Aguiar: dai delitti economici e frodi per il lavaggio di denaro sporco probabilmente attraverso un Ufficio di Cambio di Salto, ai legami col narcotraffico attraverso uomini di governo e della vita politica nazionale. Nonostante le conseguenze che ne sarebbero potute scaturire come le minacce al legislatore querelante, la presenza di bulli stranieri e la partecipazione di poliziotti in attività di sicurezza personale ad un uomo sospettato di atti criminali. E ancora: lo stesso omicidio di Aguiar, la probabile denuncia tra le file poliziesche, l'acquisto di un automezzo BMW da parte di un legislatore (non sappiamo se prima o dopo del suo decesso).
C’è dietro più di quello che riusciamo a immaginare. 

Ognuno di quei servitori pubblici che dipendono dal Potere Esecutivo, dato che ora i pubblici ministeri non hanno autonomia se si mantengono integri e onesti, daranno frutti che potrebbero essere rilevanti per le istituzioni. Questo perché le indagini non appartengono solo al legislatore Calce, che merita tutto il nostro rispetto, ma interessano la democrazia. Si sente l'urgente necessità di sanare con fatti (e non solo con parole) il sistema politico che da quanto accaduto negli ultimi mesi sembra già collidere con la criminalità organizzata. Non lo affermo per suscitare allarmismi, ma perché non è necessario farlo. Questi allarmismi sono motivati perché i narcos si sono già insinuati nel Governo (e non solo). 

Sebastián Cal, che fa parte del Sistema Politico, con le sue denunce è la prova inconfutabile che ci troviamo in una melma dove non vorremmo stare.

Non isolare Calce è nostro dovere etico come cittadini. Non abbandonarlo dovrebbe essere un obbligo morale anche degli altri suoi colleghi legislatori. 

Obbligo che si vede solo nel recinto, non nei manifesti dei discorsi di campagna elettorale perché il crimine organizzato quando trova ostacoli nel sistema politico, non guarda tanto alle bandiere, ma agli uomini corruttibili nei posti strategici. Vedi il finanziamento delle campagne politiche che è uno dei più vantaggiosi strumenti dei fini criminali. 

Sebastián Cal ha sfidato le regole del sistema, correndo rischi e aprendo nuovi orizzonti...

(Continua...)

Foto di copertina: parlamento.gub.uy

Foto 2: perfil.com / Gonzalo Aguiar
  

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