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di Jean Georges Almendras
Mentre Rocco Morabito rimane latitante dopo l'evasione dal carcere nel 2019

Negli giorni scorsi le agenzie di stampa internazionali hanno dato notizia con titoli precisi e chiari di un avvenimento direttamente correlato alla lotta contro la criminalità organizzata: Interpol coordina strategie internazionali contro la mafia, quindi l'organizzazione 'Ndrangheta.
L’Interpol ha organizzato per questa settimana una riunione dei funzionari di vari paesi del mondo per lottare contro le nuove strategie dell'organizzazione criminale italiana della regione della Calabria. Da non dimenticare che questo gruppo criminale, la ‘Ndrangheta, presente da molti anni in Italia, attualmente sta perseguendo una strategia adattata alla nuova realtà sociale ed economica della popolazione in tempi di pandemia: la ´Ndrangheta approfitta proprio delle necessità finanziarie della popolazione per estendere le proprie reti mafiose.
È stato riferito che i capi della polizia di una dozzina di paesi, come ad esempio Argentina, Brasile, Colombia, Stati Uniti e Uruguay, sotto la supervisione delle autorità italiane, hanno partecipato ad un importante incontro volto ad unificare i sistemi per neutralizzare questa organizzazione criminale, con la consapevolezza che si tratta di un argomento estremamente preoccupante all'interno del concetto di lotta alla mafia, ancora di più quando i capi di questi gruppi hanno dato istruzioni ai loro capi sottoposti, disseminati in Italia e in America Latina, di estendere le loro reti approfittando dell'attuale situazione sanitaria.
I portavoce dell'Interpol hanno spiegato ai giornalisti che le reti mafiose si erano infiltrate già da anni nelle attività economiche essenziali, tra cui il settore agroalimentare, la fornitura di medicinali e di attrezzature mediche, il trasporto su strada, i rifiuti e i servizi funebri e di pulizie.
Hanno anche spiegato che la mafia, in particolare la ´Ndrangheta, a causa della situazione caotica che si è generata a causa del COVID-19, potrebbe approfittarne per conquistare nuovi mercati e realizzare molteplici operazioni di riciclaggio di denaro.
Uno dei più convincenti portavoce dell'incontro è stato Franco Gabrielli, il capo della polizia italiana, che ai colleghi della stampa ha detto che i mafiosi hanno denaro a sufficienza per offrire assistenza alle grandi, medie e piccole imprese che possono trovarsi in seria difficoltà per far fronte a pagamenti e oneri. Non ha escluso nemmeno l'ipotesi che i mafiosi abbiano in previsione la possibilità di aiutare famiglie in difficoltà e lavoratori stagionali o informali.
I capi di polizia dei paesi partecipanti hanno scambiato esperienze delle loro rispettive giurisdizioni. "L'Italia, insieme all'Interpol, è all'altezza di questa sfida. Dobbiamo agire immediatamente per anticipare la minaccia e contrastare la flessibilità della mafia di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e sfruttare nuove situazioni socioeconomiche”, ha detto Gabrielli.
Da parte sua, Jurgen Stock, segretario generale dell'Interpol ha assicurato che verrà creato un sistema globale di allerta per aiutare i paesi membri ad affrontare questa minaccia.
La nostra redazione ha avuto occasione di studiare a fondo l’organizzazione criminale ´Ndrangheta, considerata attualmente una delle mafie più attive nell'ambito del narcotraffico internazionale, e abbiamo pubblicato approfonditi articoli sulla partecipazione di questo gruppo mafioso al traffico di droga non solo regionale ma anche nazionale. Non dimentichiamo che l'anno scorso uno dei capi più emblematici, coinvolto con quest'organizzazione mafiosa - stiamo parlando del tristemente famoso Rocco Morabito, o Francesco Capeletto, la falsa identità con cui ha vissuto in Uruguay per molti anni, come latitante della giustizia italiana fino al momento dell'arresto, per poi evadere dalla Prigione Centrale nel 2019 e ad oggi ancora latitante. Figura chiave della mafia del narcotraffico, affiliato alla ‘Ndrangheta.
L'incontro delle autorità di polizia di vari paesi con l’Interpol ha avuto luogo proprio quando Morabito, uno dei capi di un'organizzazione criminale che gestisce il narcotraffico, gira nella regione Sudamericana. Si pensa abbia la sua base operativa tra Paraguay e Brasile. Impegnato in nuove strategie criminali in tempi del Covid 19? Certamente. Nel frattempo, sul versante opposto, quello della legalità e dell'antimafia italiana e sudamericana vengono coordinate azioni per contrastare la pericolosità e la capacità di mimetizzazione dei mafiosi con i sistemi politici, conomici e finanziari (quando non governativi), che sono all'ordine del giorno.
A questo proposito, raccomandiamo al lettore di guardare attentamente il video (di produzione italiana a cura di Mattia Fossatti) pubblicato con il titolo "La terra dei narcos: Il Paraguay si è trasformato in una narcocrazia" perché ha molto a che vedere con quanto abbiamo esposto e con la rilevanza che hanno oggi le mafie in certi paesi dell'America Latina, compreso il Paraguay che, come dice l’autore italiano, è letteralmente una narcocrazia. Personalmente posso assicurare che non si tratta di un eufemismo o di una metafora, perché gli effetti della narcocrazia li viviamo in prima persona: uno dei nostri collaboratori, il redattore Pablo Medina, è stato assassinato nell'ottobre del 2014, a colpi di arma da fuoco dalla narco-politica. Era il 19º giornalista ucciso per aver denunciato le mafie che operano in Paraguay.
È chiaro quindi che non stiamo parlando di azioni criminali di basso profilo. Stiamo parlando di una realtà lacerante, in cui la criminalità è globale, caratterizzata dal suo alto potere di corruzione, genera conseguenze di enorme portata nelle comunità umane, con la brutale prerogativa dell'erosione delle democrazie.

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