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di Claudio Rojas*
Abbiamo da sempre accettato che i carabinieros erano tentati da grandi agricoltori, da potenti imprenditori e dai settori più ricchi del paese che, con ogni tipo di lusinghe, li trasformavano in gendarmi a tutela dei loro interessi, quartieri e proprietà. Avevamo difficoltà a riconoscere che la nostra polizia stradale potesse corrompersi, dare luogo a discriminazioni, sebbene fosse più che evidente che nelle città e sulle strade gli autisti di automobili di lusso potevano commettere ogni sorta di infrazioni, protetti da questi uomini in verde denominati chiamati "pacos", in tono dispregiativo dal lessico popolare.
Allo stesso tempo, ci è sempre sembrato innegabile il modo in cui i carabinieros se la prendevano con i venditori ambulanti, i ladruncoli e spesso contro qualsiasi persona che sembrasse sospetta solo per il suo aspetto o per essere giovane. "Declassati" gridavano loro i passanti osservandoli in questo loro atteggiamento decisamente ignobile.
L’arrivo della dittatura contribuì affinché i carabinieros si arruolassero facilmente tra i terroristi di stato e primeggiassero tra i più sanguinari operatori del regime. Ci furono, ad esempio, gli orrori di Lonquén e del Caso Degollados, in cui l'accanimento di alcuni carabinieros superò addirittura le più raccapriccianti violazioni castrensi contro i Diritti umani.
Per quanto riguarda la post-dittatura, l'impegno per rimediare alla vergognosa immagine pubblica dei carabinieros durò ben poco. L’informazione fa la sua parte rendendo incessantemente conto dell'esistenza di bande di poliziotti che rubano auto, assaltano abitazioni e sono vincolati a cartelli di narcotrafficanti. Sarebbe molto importante ufficializzare qualche statistica che renda conto del numero di agenti svincolati dalla loro istituzione per i sopracitati motivi. Agenti che stanno scontando condanne per reati commessi al di fuori della loro istituzione. La possibilità di consegnarli alla giustizia è un compito molto arduo, se si considera che la legge li riconosce come ministri di fede, e i vertici mantengono una politica di protezione corporativa per garantire loro una buona difesa davanti ai tribunali, costruendo anche false prove ed alibi che garantiscano la loro impunità. Fatto tangibile venuto alla luce con l'omicidio del giovane comunero mapuche Camilo Catrillanca in Araucanía, con la trafila di menzogne e contraddizioni nelle varie versioni della polizia e governative.
Il "paco gate" e altri reiterati episodi di corruzione commessi dai carabinieros sono riusciti ad uguagliare o superare le frodi al fisco, tangenti, malversazione ed altre disdicevoli pratiche commesse sotto l’ala delle FFAA (Forze Armate). Dopo lunghi anni di operazioni, finalmente le autorità civili si sono viste obbligate a congedare e processare decine di ufficiali di carabinieros. Così come è avvenuto anche nell'Esercito e in altri reparti della Difesa Nazionale, nonostante la politica in tutti questi anni si sia impegnata molto ad evitare di infastidire le forze dell'ordine e di sicurezza. Con la paura, ovviamente, di una nuova cospirazione e rottura del nostro "stato di diritto" così fievole che non ha cessato di tremare di fronte al rischio di un nuovo crollo istituzionale. Bisogna comunque riconoscere che la corruzione degli agenti si è tradotta in un potente incentivo per i politici per commettere i loro propri e trasversali reati contro la onestà.
Dall'inizio della cosiddetta esplosione sociale sono ormai ben pochi quelli che mettono in dubbio il profondo degrado dei Carabinieros del Cile, trasformatisi oggi nei più feroci nemici del popolo, e delle sue legittime rivendicazioni e diritti sociali. Come tutti sappiamo, il saldo della repressione messa in atto dall’attuale governo è semplicemente terrificante al momento di accertare il numero di morti, di desaparecidos, le migliaia di vittime private della libertà, quelle torturate nelle caserme di polizia, i giovani violentati, abusati sessualmente dai loro rapitori, cosi come i numerosi cileni feriti in diversi modi dalle loro micidiali pallottole, dai camion lancia gas e da altri mezzi che chiamano "dissuasivi". Azione rappresentata in tutta la sua tragicità nelle centinaia di manifestanti che hanno perso la vista, colpiti da gravi danni cerebrali e altre molteplici aggressioni alla loro integrità. Sin dal momento in cui Sebastián Piñera, praticamente, decretasse pubblicamente la guerra al popolo.
Una situazione all’insegna dell’orrore denunciata dalla Commissione Nazionale dei Diritti umani e da vari organismi internazionali che si sono pronunciati sulle nuove gravi e sistematiche violazioni contro la nazione in Cile. Attentati, naturalmente, di carattere terroristico che hanno visto anche il coinvolgimento di agenti di polizia in azioni di vandalismo come quelle effettuate dai gruppi più radicali. Vale a dire saccheggi ad attività commerciali e distruzione di proprietà pubblica e privata al fine di imputare i reati ai manifestanti e, ora, dissidenti. Bisognerà un giorno valutare i danni causati dalle stesse forze dell'ordine nella distruzione di edifici, piazze e segnaletica stradale. Siano esse evidenti o occulte. O avvalendosi di "infiltrati" come tante volte è successo nel nostro passato.
L'attuale capo dei Carabinieros dice che i suoi agenti rispettano i protocolli stabiliti per garantire l'ordine pubblico. Tuttavia, ciò che è evidente è la provocazione dei carabinieros nei confronti della popolazione che vuole legittimamente riunirsi, manifestare e rivendicare i suoi diritti calpestati.
I soprusi attuati nelle strade e negli spazi pubblici non hanno fatto altro che sfidare i diritti dei cileni, per portare i manifestanti all’esasperazione e provocare gli scontri che certamente si producono quando le forze speciali entrano in azione per reprimere e favorire l’azione degli incappucciati che poi si introducono nelle marce civili pacifiche. Preparati alla guerriglia a cui vengono istruiti da La Moneda (Palazzo Presidenziale del Cile) e dalle autorità municipali del paese, alimentando un conflitto che le autorità credono conveniente mantenere vivo per dissuadere le richieste sociali.
Un altro elemento molto importante e che sicuramente disturba e sfinisce il popolo, sono i continui e ripetitivi montature che vengono sempre smascherati nelle reti sociali. I più spettacolari incendi ed attentati sono stati causati dai Carabinieros, senza andare troppo lontano pochi giorni fa bruciarono la Chiesa Istituzionale San Francisco de Borja che appartiene ai Carabinieros; mentre la Procura dice di stare investigando, le reti hanno rapidamente scoperto e reso virale questi attentati che rendono il Governo e la polizia dei veri pagliacci.
Nonostante l’onda di repressione, la coscienza sociale ed il risveglio del popolo finirà per travolgere la Costituzione attuale, la disparità del sistema economico, la corruzione delle nostre istituzioni affinché l'onestà, tanto proclamata, diventi un'abitudine in un paese lungamente devastato da abusi, e da ingiustizie, disgustato da tutti coloro che hanno amministrato la politica ed il sistema economico. Questo è il sentire popolare.
(8 gennaio 2020)

* Inviato dal Cile

Foto di copertina: www.eldesconcierto.cl

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