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g20 fumetto 850di José Guzmám
Declino. La decadenza agisce sempre come un segno anticipatore di quello che verrà. Decadenza nell’arte, nella filosofia, nella letteratura, nella musica che si ascolta massivamente, nelle religioni, nella scala di valori delle persone. Decadenza.
In questi giorni il mondo ha vissuto una cascata di immagini e finzioni di un competitivo capitalismo mondiale, quando in realtà ogni giorno le mega operazioni concentrano più denaro e potere e sono pochi a dominare sempre di più l'universo economico.
Vengono effettuate in continuazione scandalose operazioni economiche nell'ombra, a volte silenziose, segrete, e a volte alla luce del sole che cospirano contro la presunta "libertà" di cui dovrebbero godere i cittadini di un vastissimo numero di paesi.
Partiti politici senza alcuna differenza, Sinistra e Destra che si intersecano, cambiano ruoli e si riflettono allo specchio proiettando la medesima immagine. Politici ogni giorno più simili, clonati tra loro. La vera democrazia, se ancora esiste, è solo relegata a tematiche minori, di quartiere o club, a piccole cose.
Sussiste ancora solo in rare eccezioni in pochissime nazioni sviluppate ed in alcuni paesi in via di sviluppo che continuano come possono ad opporsi ai dettami di questo nuovo Impero.
I sistemi che dicono di rispettare il concetto di democrazia rappresentativa e repubblicana che nei loro discorsi parlano di grandi politiche nazionali da adottare, paradossalmente non hanno niente di nazionale.
Accendere un televisore, viaggiare nelle reti sociali equivale a venire bombardati da un'infinità di informazione che ci distrae dalle vere notizie, programmi che si spacciano da telegiornali si moltiplicano quasi come un virus informatico, giornalisti che hanno paura di fare domande e intervistati che rispondono a domande con risposte già prefissate in precedenza come fosse un copione.
Spreco di denaro da parte dei mezzi dominanti che servono soltanto a occultare continuamente ogni giorno la verità offuscandola con disinformazione e mezze verità che reggono solo per qualche settimana, ma generano lo shock sufficiente affinché una grande fetta della società le ripeta senza sosta, "una bugia ripetuta mille volte diventa verità", una frase di Göbbelsque che diceva soprattutto quando si mise in pratica quello che lui stesso battezzò come "Guerra Totale" (Der Totale Krieg), dove tutti i mezzi a disposizione erano buoni per raggiungere i propri scopi.
È in questo contesto che si è svolto il vertice dei G20 in Argentina, una riunione che nacque nel 1999 come conseguenza della crisi asiatica e l'instabilità del sistema finanziario per facilitare un ravvicinamento tra i paesi del G7 e quelli emergenti, per prevenire ed evitare crisi e per creare un ordine multipolare. In questo contesto, l'Argentina ha avuto un ruolo importante, specialmente nella riunione del 2008, quando insistette sulla necessità di riformare il sistema finanziario internazionale, gli organismi internazionali di credito, lo sradicamento dei paradisi fiscali e la creazione di posti di lavoro dignitosi, e riuscì di fronte alla domanda di “fondi avvoltoio” ad ottenere dichiarazioni importanti sulla necessità che ci fosse un sistema dove si rispettassero gli Stati nelle ristrutturazioni dei debiti sovrani.
Ma questo è ormai il passato. Questa edizione del G20 ha evidenziato che la guerra commerciale tra USA e Cina è stato il fulcro della questione e gli altri paesi partecipanti si sono adattati a quello che poteva succedere considerando l'atteggiamento scorretto a cui Donald Trump ha abituato tutti in questo tipo di incontri internazionali, l'Argentina, padrone di casa, è stata un semplice spettatore, sottomesso, mediocre sotto molti aspetti.
Ma questo G20 è stato di più, iniziando da un terremoto avvenuto poche ore prima del suo inizio che ha imposto nell'agenda il cambiamento climatico che va oltre a dei semplici rapporti su una scrivania o un effimero discorso da campagna elettorale. Fino alle lacrime, sì, le lacrime di un circo che si colloca a livello mondiale, in cui però come marionette ognuno dei partecipanti seguiva il proprio copione, dove Macron vedeva una Parigi incendiata mentre spalmava con ‘dulce de leche’ alcune fette biscottate, un'immagine del manicomio che è diventato questo pianeta.
Le notizie parlavano di accordi tra Cina ed Argentina, posizioni contrastanti tra Russia ed USA o un erede al trono, che sebbene c’è chi lo accusa di assassinio, ha vissuto la sua permanenza a Buenos Aires come un giorno qualsiasi.
Ingredienti per la trama di una tragedia nello stile del drammaturgo inglese William Shakespeare, una tragedia mondiale. Questa filosofia di apparenze, questo circo mentale, questa bolla artificiale sta per far scendere il sipario ed allora ci renderemo conto che quello che definiamo "realtà" non è altro che un'allucinazione collettiva indotta dai mezzi di comunicazione.
E riusciremo a capire forse quello che dice Amleto, nella quinta scena del primo atto dell'opera alla quale diede il titolo: “ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”.
(2 dicembre 2018)

Immagine di Copertina: 1 r/ukpolitics

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