Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

trump smorfiaContatti con almeno 10 uomini accusati di legami con criminalità
da askanews.it
New York
. Per espandere le proprie attività immobiliari, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, la sua società e i suoi partner si sarebbero ripetutamente rivolti a ricchi cittadini e oligarchi delle ex repubbliche sovietiche, molti dei quali sono stati accusati di essere legati alla criminalità organizzata. Lo sostiene il quotidiano Usa Today, che ha condotto un’indagine basata su casi giudiziari, documenti legali e governativi e su un’intervista a un ex procuratore federale. Il presidente e le sue aziende, secondo Usa Today, avrebbero avuto legami con almeno dieci uomini d’affari dell’ex Unione Sovietica con possibili legami con le organizzazioni criminali e il mondo del riciclaggio di denaro sporco. Tra le persone con legami d’affari con Trump ci sarebbe un membro della società che ha sviluppato il Trump SoHo Hotel di New York, che ha trascorso un anno in prigione per aver accoltellato un uomo e poi tenuto sotto controllo per gli investimenti di Trump in Russia. Un altro è un investitore del progetto di SoHo, accusato dalle autorità belghe nel 2011 per il riciclaggio di 55 milioni di dollari. E ancora: tre proprietari di immobili di Trump in Florida e Manhattan, accusati di appartenere a un gruppo criminale organizzato russo-americano e di lavorare per un boss di caratura internazionale che vive in Russia; un ex sindaco kazako, accusato a Los Angeles nel 2014 di aver nascosto milioni di dollari rubati dalle casse della sua città, in parte spesi nel progetto di SoHo; il proprietario ucraino di due palazzi di Trump in Florida, incriminato per riciclaggio di denaro in un’inchiesta federale che coinvolge un ex primo ministro dell’Ucraina. Naturalmente, questi legami con la Russia che emergono sono di primaria importanza, ora, vista l’indagine in corso dell’Fbi sul tentativo del governo di Mosca di interferire nelle ultime elezioni presidenziali statunitensi e sui possibili legami del Cremlino con lo staff di Trump. I legami con Mosca erano già fonte di preoccupazioni, visto che Trump e le sue aziende conducono affari con i russi da decenni: un fatto che potrebbe influire sulle politiche dell’amministrazione. Lo scorso febbraio, Trump ha dichiarato di non avere avuto “rapporti con la Russia”. Eppure nel 2013, ricorda Usa Today, incontrando alcuni investitori a Mosca, si vantava del suo patrimonio immobiliare e di conoscere russi ricchi e potenti. Dolly Lenz, una broker immobiliare di New York, ha detto al quotidiano di aver venduto circa 65 immobili di Trump a investitori russi, molti dei quali hanno chiesto di avere incontri personali con Trump. “Ho avuto contatti a Mosca con persone che volevano investire negli Stati Uniti - ha detto Lenz - e tutti volevano incontrare Donald. Sono stati molto amichevoli. Molti di questi incontri sono avvenuti nell’ufficio di Trump nella Trump Tower o in occasione delle vendite”. Secondo l’ex procuratore Ken McCallion, avere a che fare con oligarchi russi, spesso, significa coltivare rapporti con persone legate alla criminalità e alle più alte cariche governative. Il progetto di SoHo “è stato largamente finanziato da contante illegalmente ottenuto da fonti russe e dell’Europa orientale, compresi soldi forniti da criminali finanziari internazionali e da malviventi del crimine organizzato” ha scritto McCallion nel suo blog, lo scorso ottobre. McCallion ha lavorato a New York sotto i presidenti Jimmy Carter e Ronald Reagan, tra gli anni ’70 e ’80, e come avvocato ha rappresentato l’ex premier ucraina Yulia Tymoshenko in una causa intentata nel 2011 contro Paul Manafort, l’ex manager della campagna elettorale di Trump, per riciclaggio di denaro; le accuse sono poi cadute, vista l’incapacità dell’ex premier di dimostrare le colpe di Manafort. Manafort ha lavorato per i politici ucraini appoggiati dalla Russia e avrebbe ricevuto, tra il 2007 e il 2012, in qualità di consulente, 12,7 milioni di dollari (circa 11,4 milioni di euro) in contanti dal partito filorusso dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovych, secondo quanto recentemente fatto emergere dalla stampa statunitense. Sarebbe stato inoltre pagato da un oligarca russo, un decennio fa, per fare gli interessi del presidente Vladimir Putin nel mondo. La Casa Bianca non ha voluto commentare l’articolo di Usa Today, affermando che le domande devono essere rivolte alla Trump Organization. Amanda Miller, portavoce della Trump Organization, ha negato che siano state portate a termine delle transazioni con le persone citate nell’articolo.

Tratto daaskanews.it

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos