Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

gelli art alemdrasdi Jean Georges Almendras
Che interesse poteva avere il popolo italiano, negli anni passati, di annoverare tra i propri cittadini un essere tanto sinistro come Licio Gelli? Nessuno. Le attività di Gelli hanno procurato un qualche beneficio alla democrazia italiana? Di certo non sono state affato vantaggiose. Novantasei anni dopo la sua nascita a Pistoia, Toscana, a poche ore dal suo decesso, come dovrebbero essere ricordato Licio Gelli dai media?  

"È morto Licio Gelli, il temuto leader della loggia massonica P2”.

"È morto il Maestro venerabile”.  

Questi sono solo alcuni dei titoli di copertina della stampa sudamericana. Titoli che non ci permettono di comprendere il vero personaggio di Licio Gelli, tanto nella sua terra nativa come nel mondo. Un uomo che seminò intrighi e manipolazioni fino alla morte. Un uomo che ebbe la capacità di allinearsi con e per il male.
Il suo curriculum parla da sé. Licio Gelli nacque il 21 aprile del 1919. Militante fascista in gioventù, si arruolò come volontario in Spagna per combattere a fianco del generale Francisco Franco. Col trascorrere degli anni, quel giovane fascista si convertì in una delle figure più controverse della storia recente dell'Italia, diventando capo della Loggia Massonica Propaganda 2. Fu un "Maestro venerabile", strettamente legato all'ultima dittatura argentina. Ma inoltre, Licio Gelli era un anticomunista convinto coinvolto in vari scandali politici e finanziari che scossero l'Italia nei decenni ‘80 e ‘90.  

Ma c’è di più. Gelli mantenne una stretta amicizia con gli argentini Juan Domingo Perón e José López Rega. Non a caso, riuscì ad ottenere la cittadinanza argentina, fu nominato diplomatico argentino per rappresentare l’Argentina in Italia.

Nella storia più recente, quando Gelli aveva 62 anni, nel 1981, grazie alle indagini condotte dai giudici di Milano sul fallimento del Banco Ambrosiano, la società italiana venne a conoscenza della lista dei 962 nomi membri appartenenti alla Loggia P2, una rete molto influente di politici, giudici, impresari, giornalisti ed agenti dei servizi segreti. Il leader di questa Loggia non era altro che Licio Gelli.  

Uno degli imprenditori di quella potente rete era Silvio Berlusconi, al tempo un cittadino sconosciuto, ma che anni dopo sarebbe diventato non solo uno degli uomini più ricchi della penisola, ma anche Primo Ministro di Italia. C’era anche una ventina di argentini nella lista, tra i quali niente meno che l'ammiraglio Emilio Massera ed il generale Carlos Suárez Masón, membri della giunta militare che seminò il terrore in Argentina.

Licio Gelli ebbe anche un passato legato alla CIA. Negli anni seguenti alla Seconda Guerra Mondiale l’esito delle indagini giudiziarie di questo periodo portarono alla proibizione dalla Loggia.

Da non dimenticare lo scandalo per il fallimento del Banco Ambrosiano, uno dei più grandi dell'Italia. All’avvio delle indagini, il suo presidente Roberto Calvi fu trovato impiccato sotto un ponte della città di Londra, nell'anno 1982. C’è l’ombra di Licio Gelli dietro questo fatto?  Altri scandali ne sono seguiti, come quello di Tangentopoli, lo scandalo di corruzione che scosse l’Italia, e la scoperta dell'esistenza di una struttura paramilitare segreta chiamata Gladio, che aveva l'obiettivo di impedire che i comunisti italiani arrivassero al potere.  

Negli anni ottanta il potente leader della P2 fu condannato per essersi appropriato di segreti di Stato, per aver calunniato magistrati e tentato di deviare le indagini sull'attentato alla stazione di Bologna nell'anno 1980.  

Nel 1983, riuscì a fuggire di una prigione svizzera rifugiandosi in America del Sud, dove si è circondato di personaggi molto influenti, nei paesi dove fissava la sua residenza. Una delle città scelte da Licio Gelli per stabilirsi per un certo tempo fu Montevideo, la capitale dell'Uruguay. Molti residenti del lussuoso quartiere Carrasco hanno raccontato a storici ed investigatori che lui si stabilì in una lussuosa residenza sita nella parte posteriore del Hotel Casinò di Carrasco, a pochi metri della Via Costa Rica. Abitazione che esiste ancora oggi. Anni dopo, nel 1987 decise di consegnarsi alla Giustizia, in Svizzera.    

Quanti segreti si è portato alla tomba Licio Gelli? Sicuramente molti. Dietro il suo volto di "Maestro Venerabile" della loggia massonica P2, ci sono anni di frodi, ricatti e manipolazioni architettate in quegli anni. Al momento di redigere queste linee, dopo il suo decesso, ovviamente, la sua aureola nefasta richiamerà grande attenzione mediatica, ma non necessariamente per fargli le lodi. Il suo lascito? Per niente rispettabile. Come non lo sarà la sua memoria, che rappresenterà esclusivamente un punto di riferimento del ‘volto deviato’ della storia italiana. Ed oserei dire, di un uomo, che sprecò la sua intelligenza nel male. Non gli sfiorò nemmeno per sogno l’idea di generare buoni frutti per la società che lo vide nascere. La sua morte segna la fine di una vergogna o ha lasciato solide impronte nelle strade mafiose ed in certi circuiti della vita politica e finanziaria della penisola? Il tempo lo dirà. Per il momento sarebbe piuttosto ipocrita dirgli riposi in pace.  

Foto by Newsbbc.com

TAGS:

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos