Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

La provincia di Santa Fe in allerta, aumentano gli attentati con armi da fuoco.

È ormai evidente e perfettamente delineato negli ultimi giorni e nelle ultime ore, che la violenza nella città di Rosario è oramai un drammatico (e tragico) emblema di questa zona, dell'Argentina di oggi. Una violenza criminale che si mimetizza con una cittadinanza che appena cerca di riprendersi da un attacco criminale, ne segue un altro, o sotto la copertura della notte o in pieno giorno. Attentati a colpi di arma da fuoco e manifestazioni di criminalità di ogni genere, come se in quel luogo non esistesse né legge né ordine. La città di Rosario continua ad essere lo scenario ideale per la criminalità dilagante, vomitando proiettili, paura ed insicurezza. Infatti, nello stesso pomeriggio di questo giovedì 9 febbraio, il ministro della Sicurezza della Provincia di Santa Fe, Rubén Rimoldi, ha dovuto dimettersi dopo che gli atti di violenza si sono intensificati negli ultimi giorni, non solo in quella città, ma anche nel resto del territorio della provincia. 

Una tale serie di attentati che, in ambiti governativi, i timori non passano inosservati e quindi le decisioni vengono prese con una velocità incredibile, al fine di contrastare l’onda di episodi criminosi in un modo o nell’altro e con urgenza, affinché Rosario recuperi principalmente la sua buona immagine - che praticamente ormai ha quasi perso – ed evitare che si sgretoli definitivamente. 

Nella giornata di giovedì, le repentine dimissioni del ministro Rimoldi (che sarà sostituito da Claudio Brilloni - un comandante della Gendarmeria in pensione - per decisione del Governatore Omar Perotti, in una riunione con il suo ministro Marcos Corach, della Gestione Pubblica), hanno segnato un'altra linea rossa nella già provata struttura rosarina, che giorno dopo giorno, apre varchi profondi, che corrodono il suo stato di legalità e la sua innocenza.

Gli atti di violenza che hanno preceduto questa delibera di cambio ministeriale sono stati molto convincenti: un uomo -un artista di strada- è stato trovato ferito a causa di colpi d'arma da fuoco davanti al campo di Newell's -la sua morte è avvenuta in seguito- e poi, ignoti hanno sparato contro il centro di salute “Santa Teresita", riscontrando in entrambi i casi, minacce scritte attribuite a bande di narcotrafficanti che operano nella città e in altre zone di influenza; quasi parallelamente, è stato oggetto di attentato l'edificio di un canale televisivo locale. 

L'attentato a colpi di arma da fuoco contro il Centro Sanitario del quartiere sud-ovest di Rosario, "Santa Teresita" ha avuto la particolarità, già consueta in questi avvenimenti: i responsabili della sparatoria hanno lasciato un messaggio scritto, in questi termini: “Esteban, Rene smettete di inviare lettere e di passare dati ai pubblici ministeri, Spione Uccide Innocenti”.


argentina rosario violenza 1


Ma la lista di attentati continua ad aumentare. Questo stesso giovedì, nel pomeriggio, mentre il Ministro della Sicurezza della Provincia annunciava le proprie dimissioni, un uomo a bordo di una motocicletta è sceso dal mezzo e si è avvicinato alla facciata della Banca Santa Fe, nella zona sud della città di Rosario, e correndo - questione di secondi - con un'arma da fuoco, ha sparato almeno sette colpi contro il blindek dei bancomat dove si trovavano tre persone, estranee alla situazione, che fortunatamente sono rimaste illese. La sede della Banca si trova in via Ayacucho 5500. 

Quando la polizia si è presentata sul posto, ha trovato una borsa lasciata dal cecchino che conteneva all’interno un messaggio scritto con riferimenti ai conflitti carcerari. 


argentina rosario violenza 2


I fatti parlano da sé; sono più espliciti delle parole e degli scritti che possiamo redigere. Nelle ultime ore, la sparatoria alla banca e la notizia che per la quarta volta nella Provincia c’è un cambio di ministro della Sicurezza, mette in evidenza sul tavolo pubblico argentino, un panorama che possiamo qualificare perfettamente come calamitoso.  

Un panorama desolante di una città, dove la popolazione deve imparare a convivere con il subdolo piombo e la minaccia criminale, in tutti i termini inimmaginabili. Per alcuni, come ad esempio per il presidente della Corte Suprema, tutto questo accade perché “la Polizia ha perso il controllo della strada”, mentre il Sindaco non smette di gridare aiuto e gli esperti polizia, oltre a raccogliere prove balistiche, sono stufi di rilevare minacce scritte di paternità criminale. 

Ma per noi, ancora una volta, Rosario, quella città della bellissima rambla e delle piacevoli passeggiate circondate da affollati centri commerciali, continua ad assomigliare, giorno per giorno, salvando le distanze, alla città di Palermo in Sicilia, degli anni 70, 80 e 90, dove Cosa Nostra faceva delle sue strade un tappeto di cadaveri, e la paura aleggiava leggiadra nelle viscere di una città segnata dal fuoco della mafia.

Oggi è il turno di Rosario dove la mafia non è Cosa Nostra, ma le sue metodologie e alcuni suoi parametri nell’azione criminale, sempre con le dovute differenze, si assomigliano molto. Ed assimilare questa realtà è terribile, non è più una novità, ma piuttosto qualcosa di cronico, di vecchia data. 

Quindi Rosario fa male, mi sembra la Palermo di Sicilia, come ebbi a dire non molto tempo fa al mio amico Alejandro Maidana in un programma radio da lui condotto in quell'urbe che oggi trema e sembra cadere a pezzi, ogni minuto, a causa della sanguinosa crudeltà criminale.

Statistiche a portata del giornalismo rendono conto del disastro: in questo 2023, ad oggi, si sono registrati ben 32 omicidi, solo a Rosario, e si presume che circa 20 siano stati eseguiti per mano di sicari; si sono registrati quattro attentati con bombe tipo molotov e proiettili a danno di commissariati. Rosario sembra terra di nessuno.

Terribile, ma certo!!

Foto di copertina: AIC
Foto 2: El Litoral / Marcelo Manera
Foto 3: Cadena3

TAGS:

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos