Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Mentre le potenze militari globali accelerano verso un conflitto su scala planetaria, i Paesi di tutto il mondo aumentano in modo significativo la spesa militare. In testa la Cina, che quest’anno ha fatto salire il proprio budget per la Difesa del 7,1% rispetto al PIL, mentre gli Stati Uniti rimangono sul 3,74%, come rilevato da Michela Garlaschi e Giacomo Ricciardi. Le aziende dell’industria bellica festeggiano, realizzando plusvalenze azionarie da capogiro. L’obiettivo per l’Italia, come dichiarato da Lorenzo Guerini, e come richiesto dalla NATO, rimane quello del raggiungimento del 2% del Pil da destinare alla Difesa. Si parla di una cifra di quasi 40 miliardi di euro, da raggiungere entro i prossimi 15 anni. Ma le persone in condizioni di povertà assoluta, nel nostro Paese, rimangono ancora 5,6 milioni secondo i nuovi dati ISTAT rilasciati ieri. È inaccettabile che tutto questo passi inosservato, e che venga taciuto dalle strutture mediatiche tradizionali. Gli italiani devono sapere che i loro governanti sono i loro nemici, e questo lo dimostrano ogni giorno. Chi sta al posto di comando, ormai è chiaro, ha perso qualsiasi tipo di controllo, ha smarrito ogni senso di razionalità, di capacità decisionale, di etica.

L’aumento della spesa militare mondiale
Storicamente, la spesa degli Stati Uniti è tornata a crescere nel primo decennio del XXI secolo, sotto la presidenza di Bush figlio, dopo una breve battuta d’arresto nel decennio successivo alla fine della Guerra Fredda. Anche la Russia ha incrementato di parecchio le proprie spese militari in termini assoluti (di 9,5 volte tra il 1999 e il 2020), anche se il prodotto interno lordo del Paese è altrettanto cresciuto.
Per quanto riguarda l’Europa, al primo posto c’è sicuramente la Grecia, con un 2,8% del PIL, valore molto più alto della mediana Europea (1,6% del PIL) e sullo stesso livello della Turchia.
Il 2022 è stato un anno record per la spesa militare italiana. Il Bilancio del ministero della Difesa sfiora i 26 miliardi di euro, con un aumento di 1,35 miliardi rispetto all’anno precedente. Del resto, dall’alto della Presidenza del Consiglio, Mario Draghi ci aveva già avvisato lo scorso 29 settembre durante la conferenza stampa sulla “Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza” (NADEF), sostenendo che: “Ci dobbiamo dotare di una difesa molto più significativa e bisognerà spendere molto di più di quanto fatto finora”. Promessa che è stata puntualmente mantenuta. Secondo il bilancio previsionale dello Stato per il 2022, la spesa militare prevista per il 2022 si attesterà a 25,8 miliardi, superando il muro dei 25 miliardi.
Come ha spiegato Giorgio Beretta, analista della Rete Pace e Disarmo, “Nei mesi scorsi il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha sottoposto all’approvazione del Parlamento un numero senza precedenti di programmi di riarmo: diciotto, di cui ben tredici di nuovo avvio, per un valore già approvato di 11 miliardi di euro e un onere complessivo previsto di 23 miliardi. La parte del leone è dell’Aeronautica con programmi per oltre 6 miliardi di euro. C’è di tutto: dai fondi per il nuovo cacciabombardiere Tempest (2 miliardi dei 6 previsti) che si aggiungerà agli F-35, ai nuovi eurodroni classe Male; dagli aerei Gulfstream per la guerra elettronica alle nuove aerocisterne per il rifornimento in volo. Una grossa fetta della torta è destinata alle nuove batterie missilistiche antiaeree per missili Aster (2,3 miliardi di euro) e ai nuovi blindati Lince: ben 3.600 rimpiazzeranno i 1.700 già in dotazione all’Esercito. Non solo. Negli ultimi giorni dell’anno ne sono stati aggiunti cinque portando a ventitré il numero dei programmi che il ministro della Difesa ha inviato alle Camere nel 2021 (record storico assoluto) per un valore complessivo che supera i 12 miliardi di euro e autorizzazioni di spesa annuale per oltre 300 milioni nel 2021 e per quasi mezzo miliardo nel 2022”.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, il governo italiano starebbe valutando con la prossima legge di bilancio, che verrà approvata il prossimo ottobre, un incremento graduale della spesa militare di circa 8/10 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, in risposta agli attuali scenari geopolitici. Il piano sarebbe quello di portare la spesa militare dagli attuali 30 miliardi di euro all’anno a 38/40 miliardi tra il 2027 e il 2028. Una tale mole di spesa permetterebbe al nostro Paese di avvicinarsi al target NATO del 2% del PIL, proposto al Summit in Galles del 2014.
Le principali aziende produttrici di armamenti di vario genere e tipo fanno festa. Da novembre 2021 ad oggi, Lockheed Martin ha realizzato un +36%, BAE Systems un +31%, Northrop +30%, General Dynamics +25%, Raytheon +22%. L’italiana Leonardo, evidentemente grazie alla golosità degli speculatori finanziari fiondatisi sul titolo dopo la notizia degli aumenti delle spese militari del governo nostrano per i prossimi mesi e anni, ha realizzato, in soli due mesi, uno stratosferico +28%.
Nel frattempo, nella giornata di ieri, l’ISTAT ha rilasciato i dati sulla povertà relativamente al 2021. Le famiglie in povertà assoluta sono il 7,5%, per un numero di individui che rimane invariato (5,6 milioni), rispetto allo scorso anno.

L’economia di guerra non va mai in crisi
Il sistema sociale ed economico occidentale, ormai è evidente a tutti, è matematicamente fallito. E può essere sostenuto solamente attraverso la guerra, per continuare ad offrire lauti guadagni alle élites che vivono di speculazione finanziaria e di plusvalori azionari. Tutto questo è inaccettabile, perché mentre alcuni, i pochi, si arricchiscono sempre di più, uomini, donne e bambini, i molti, vengono mandati al macello. Il tutto con la compiacenza e la sudditanza della nostra classe dirigenziale e politica, la quale vive di condizionamenti imposti dall’alto per preservare le proprie posizioni di potere.
La guerra di Vladimir Putin sta portando morte e distruzione, e questo non lo possiamo accettare. Dobbiamo pretendere un immediato “Cessate il fuoco” e l’apertura di corridoi umanitari per aiutare e sostenere la popolazione ucraina. La presenza della NATO in Italia, oltre ad essere l’emblema della sudditanza del nostro Paese agli interessi d’oltreoceano, mette a rischio tutti noi, non per la guerra che ormai sembra imminente, ma per le conseguenze che potrebbero scaturire dall’aver appoggiato una Organizzazione espansionistica ed offensiva, che sta portando distruzione in giro per il mondo ormai da troppo tempo, sotto la falsa bandiera della “democrazia”.
Per questo, ora più che mai, risulta necessario un ripensamento non del modello sociale ed economico che vogliamo instaurare, ma del ruolo che vogliamo giocare in quanto Esseri Umani. Perché come amava spesso ripetere Giulietto Chiesa, con le nostre azioni “Stiamo turbando l’Universo”. Ma l’Universo vuole equilibrio, e se noi lo “turbiamo”, non possiamo che aspettarci la catastrofe.

Foto: it.depositphotos.com

ARTICOLI CORRELATI

L'Italia è in guerra
di Giorgio Bongiovanni

Ucraina: Mosca promette di rispettare rigorosamente la tregua temporanea

Ucraina: raid russi su centro d'addestramento a Leopoli, 35 morti. A Irpin ucciso cronista USA

Lettera aperta al Presidente Putin
di Vauro Senesi

La guerra in Ucraina, la mafia russa e l'inefficienza dell'Occidente
di Giorgio Bongiovanni

Crisi Ucraina, con le armi vincono solo i mercanti della morte
di Giorgio Bongiovanni

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos