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di AMDuemila - Video
L’allarme nel rapporto del Comitato per la protezione dei giornalisti

Sono 250 i giornalisti di tutto il mondo finiti dietro le sbarre a causa del loro mestiere, di questi il 98% sono professionisti locali. I principali Paesi in cui la libertà di stampa è limitata sono, in ordine, Cina, Turchia, Arabia Saudita ed Egitto. Il dato allarmante è diffuso dal Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), secondo cui il numero di professionisti dell'informazione incarcerati rimane vicino ai massimi storici. Il numero è leggermente inferiore a quello di un anno fa, quando il Cpj aveva accertato 255 casi, ma rimane vicino ai 273 prigionieri registrati nel 2016, il record da quando viene pubblicata la statistica.
Con almeno 48 giornalisti in carcere, uno in più rispetto al 2018, la Cina è quest'anno il Paese in testa alla lista. Secondo il Comitato, che ogni anno pubblica il rapporto a New York, il numero dei professionisti dell'informazione è costantemente aumentato sotto il governo di Xi Jinping. La repressione contro le minoranze musulmane nella provincia dello Xinjiang ha portato all'arresto di decine di giornalisti, molti dei quali presumibilmente, si legge nel rapporto, in relazione al lavoro d’inchiesta da loro svolto anni fa.



La Turchia per la prima volta in quattro anni non è in cima alla poco invidiabile classifica con 47 giornalisti incarcerati rispetto ai 68 del 2018. Secondo il Cpj, la cifra tuttavia non indica affatto un miglioramento, ma riflette "il successo degli sforzi del governo del presidente Recep Tayyip Erdogan per porre fine al giornalismo indipendente e critico". L'organizzazione ricorda anche che le autorità turche hanno chiuso più di un centinaio di organi di informazione e presentato accuse di terrorismo contro molti dei loro dipendenti. Dopo Cina e Turchia, nell'elenco compaiono Arabia Saudita ed Egitto, entrambi con 26 giornalisti in prigione. Contro Riyad, l'ente per la protezione dei giornalisti denuncia che le autorità non intendono nemmeno svolgere processi giudiziari equi, dato che in 18 casi non sono state divulgate accuse e spesso le condanne avvengono in maniera segreta e sbrigativa. In Egitto, dopo il rilascio di numerosi giornalisti nel corso dell'anno, negli ultimi mesi ci sono stati nuovi arresti legati alle proteste contro la presunta corruzione dell'esercito. Cpj infine evidenzia anche la critica situazione in Iran, dove 11 giornalisti sono rinchiusi in prigione, e in Russia, dove ce ne sono 7.

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