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farc c ansadi Piero Innocenti
L’unica cosa certa che emerge dai rapporti dell’intelligence europea presente in Colombia sul narcotraffico è che continuano ad essere decisamente soddisfacenti i rapporti con la criminalità organizzata italiana, in particolare con la ‘ndrangheta che, da queste parti, ha consolidato i suoi legami con i narcos grazie, soprattutto, alla sua credibilità criminale. Sarà ,intanto, importante vedere come muterà il fenomeno del narcotraffico nel paese dopo l’accordo di pace siglato dal governo con le Farc che, per molti anni, hanno rappresentato il cartello della narcoguerriglia controllando la coltivazione delle foglie di coca e la produzione di cocaina in diversi Dipartimenti.
Gli ex guerriglieri hanno costituito il partito politico denominato Fuerza Alternativa Revolucionaria del Comun con il vecchio leader delle Farc Rodrigo Londono Echeverry, conosciuto come “Timochenko”, che si presenterà candidato alle presidenziali del 2018 mentre Ivan Marquez, ex comandante guerrigliero del Bloque del Caribe e Jesus Santrich, elemento di spicco dello Stato Maggiore delle Farc, saranno capilista rispettivamente per il Senato e la Camera. Tutto questo mentre proseguono a Quito (Ecuador) le trattative di pace (tra i vari paesi garanti della trattativa vi è  anche l’Italia) anche con l’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale), l’altro gruppo guerrigliero nato nel 1964 e capeggiato da Nicolas Rodriguez Bautista (alias Gambino), dopo gli accordi raggiunti di cessazione delle ostilità per il periodo ottobre 2017- gennaio 2018. Anche questa formazione guerrigliera ha svolto un ruolo non secondario nel traffico di cocaina negli anni passati. Più recentemente, luglio 2017, il ritrovamento da parte di militari dell’esercito,nel fiume San Juan del municipio di Itsmina (Chocò), di un sottomarino munito per la prima volta di un motore ad alimentazione elettrica (batterie) costruito per conto del fronte Che Guevara dell’ELN per trasportare fino a 4 tonnellate di cocaina, è stata la ulteriore conferma del coinvolgimento guerrigliero nel trasporto marino della droga.
Droga che continua ad essere una componente importante dell’economia colombiana nonostante gli sforzi compiuti dalla Polizia Nazionale, in particolare dalla Direzione Antinarcotici, per contrastare le varie bande tra cui il poderoso clan Usuga dal nome del suo capo Dario Antonio Usuga, militante,da giovane, nei ranghi dell’ELN, diffuse in tutto il territorio colombiano che si contendono i mercati e le rotte di esportazione. Ha destato anche meraviglia la decisione di Usuga di mostrarsi, ai primi di settembre scorso, a viso scoperto, in un filmato su youtube, annunciando la volontà di raggiungere un accordo con il governo colombiano per la sua consegna (è ricercato da anni con una “taglia” di cinque milioni di dollari). Accennavamo alle attività di contrasto al narcotraffico da parte della Polizia Nazionale e delle altre forze armate ed alcuni dati statistici possono aiutarci a comprendere l’entità di tale lavoro che somiglia molto agli sforzi di Sisifo. Infatti, nonostante l’eradicazione nel 2016 di oltre 400 ettari coltivati a papavero da oppio e di circa 380 ettari distrutti nel corso del primo semestre del 2017, si parla sempre di un’area di coltivazione stimata (il monitoraggio delle colture avviene solo con il sorvolo degli aerei della Polizia Antinarcotici) ancora in circa 500 ettari con una produzione di circa 10 tonnellate di eroina (un solo laboratorio clandestino è stato individuato nel corso del 2017, a Yacuanquer nel Dipartimento di Narino). Anche con le coltivazioni di coca non va meglio se si pensa che, nonostante la eradicazione (manuale ed aerea) di circa 140mila ettari (oltre 42mila ettari concentrate sempre a Narino) si può contare ancora su circa 70mila ettari in tutto il paese con una produzione stimata  di cocaina di circa 1000 tonnellate all’anno (il 60% verso i mercati americani, il 30% verso l’Europa e il restante 10% verso altri paesi) di cui poco più di 300 ton sequestrate nel corso del 2017 (111 ton solo a Narino).
Ingente (circa 173 ton) il quantitativo di marijuana intercettato. I contatti e gli “affari” dei narcos colombiani con la criminalità organizzata italiana (quasi esclusivamente con la ‘ndrangheta) sono sempre eccellenti, allo stesso modo dei rapporti di collaborazione tra le autorità di polizia e giudiziaria dei due paesi destinati a migliorare dopo la firma, avvenuta a Roma giusto un anno fa (15 dicembre 2016), in tema di estradizione, cooperazione giudiziaria e trasferimento di detenuti.

Tratto da: liberainformazione.org

Foto © Ansa

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