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NEWS 258206di Giuseppe Masala
Quando la crisi finanziaria cambia di stato trasformandosi prima in crisi economica, poi in crisi valutaria e infine in crisi geopolitica, l'economista interessato alla comprensione del reale e non alle masturbazioni narcisistiche deve interessarsi di geopolitica e di scienze militari.

A tale proposito segnalo che la Russia sta testando un nuovo missile antinave, lo 3M22 Zircon , destinato a sostituire il già temibilissimo P-700 Granit.
Si tratta di un missile di cui ancora non si conosce la gittata (ovviamente non sarà inferiore ai 600 Km del Granit) ma di cui però si sa che ha una velocità di 5 Mach: dunque praticamente non intercettabile dalle batterie antimissile navali, segnatamente quelle dei gruppi navali d'attacco delle portaerei americane. Questo soprattutto se gli ordigni verranno lanciati "a sciami" contro di esse.

Il nuovo missile russo, è stato comunicato, sarà installato negli incrociatori pesanti d'attacco ereditati dalla vecchia marina sovietica e nel frattempo dotati di ogni ritrovato dell'elettronica, come il Moskva. Il primo incrociatore che avrà questo aggiornamento letale sarà il Pyotr Veliky, che sarà nuovamente in servizio presumibilmente nel 2019. Il missile potrà essere lanciato dagli incrociatori, dai sommergibili (di classe Yesen o di classe Varsavianka) o dalle batterie costiere (complesso Bastion). Senza contare poi i missili lanciati dall'aria: il Tu-22M è un bombardiere progettato esclusivamente per dare la caccia alle super portaerei americane e che ovviamente può caricare sia lo Zircon sia l'altro missile antinave da crociera ipersonico: il BrahMos, gioiello della collaborazione militare russo-indiana.

Commentando il varo della Gerald Ford, nuova superportaerei USA da 15 miliardi di dollari, gli esperti di "The national interest", un magazine di area repubblicana, hanno sconsolatamente ammesso che a causa dei nuovi missili da crociera ipersonici russi la gigantesca nave è da considerare come un "cimitero di lusso per 5000 marinai americani".

Il futuro non lo stanno a disegnare più né gli economisti, né gli gnomi dei mercati finanziari, né i diplomatici, ma i generali, gli ammiragli nonché gli ingegneri e i ricercatori militari.
(9 marzo 2016)

Tratto da: megachip.globalist.it

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