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Non si risolve tuttavia il problema delle corti intasate e dei processi infiniti
Milano. Il Senato ha votato ieri la fiducia sul disegno di legge che riforma il processo penale. Transparency International Italia accoglie positivamente alcune norme introdotte per rafforzare il perseguimento del reato di corruzione. Tuttavia, si potrebbe fare di più per risolvere all’origine il problema della lunghezza dei processi e sul tema delle intercettazioni.
La maggiore durata della prescrizione per i reati contro la Pubblica Amministrazione (es. per il reato di corruzione il termine assoluto passa da 7,5 a 9 anni), insieme alla previsione di sospensione dei termini per un periodo di 18 mesi dopo il giudizio di I e II grado, hanno come obiettivo quello di impedire che molti reati si estinguano prima della sentenza definitiva. In un Paese come l’Italia però, dove l’intasamento delle corti è un problema grave, allungare i termini è solo un primo passo per assicurare i colpevoli alla giustizia. È necessario anche agire efficacemente per sfoltire il lavoro della magistratura e quindi ridurre la durata dei processi, attraverso la depenalizzazione e l’incentivazione di riti alternativi o modifiche al codice di procedura penale
Il protrarsi per lungo tempo delle indagini preliminari è la prima causa di ritardi nei processi e porre quindi un freno con l’istituzione di indagini brevi come previsto dalla riforma (tre mesi prorogabili per altri tre) se serve da un lato a dare dei limiti di tempo contenuti alle procure e a limitare gli abusi, rischia di non essere sufficiente per le indagini più complesse e comprometterne la qualità e completezza.
Infine, Transparency International Italia sostiene la necessità di equiparare gli strumenti di indagine disponibili per reprimere il reato di corruzione a quelli in uso per la lotta alle mafie, garantendo anche per la corruzione, reato complesso e alquanto difficile da far emergere, la possibilità di adottare strumentazioni più sofisticate. Tra l'altro, come dimostrano diverse inchieste, la corruzione è entrata a far parte in maniera sistematica dell'armamentario della criminalità organizzata.
“Il numero dei corrotti in carcere è ridicolo se si pensa al danno economico che questo reato causa e al livello di diffusione che raggiunge in Italia – sottolinea Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia – il decorrere dei termini di prescrizione influenza fortemente il livello di impunità dei corrotti. Dobbiamo agire affinché i processi siano più efficienti e rapidi e affinché il reato venga portato a galla prima”.
“La classe politica deve fare di più per dimostrare al Paese che intende veramente perseguire la corruzione. La legge che tutela i whistleblower, quella sulla regolamentazione del lobbying, l’introduzione della figura degli agenti sotto copertura e di agevolazioni per chi rompe il perverso legame tra corrotti e corruttori sono tutti strumenti non più procrastinabili”.

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