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ciotti c ansa 3Roma. "La morte di Riina, come la morte di ogni persona, chiede rispetto. Ma questo non cancella il ricordo di una vita che, nel caso di Riina, è stata violenta, incompatibile con l'etica del Vangelo, strumento di sofferenza, di omicidi, di stragi". Lo afferma in una nota don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera. Quella di Riina è stata "una vita che non ha mostrato segni di ravvedimento, nemmeno dopo la scomunica di papa Francesco ai mafiosi in quanto 'adoratori del male' e nemmeno dopo il suo 'pressante invito' affinché si convertano e aprano il cuore a Dio. Non solo Riina non si è pentito del male commesso - osserva don Ciotti - ma lo ha rivendicato, quindi non lo ha riconosciuto come tale. Mi auguro - nel pensiero caro che rivolgo alle persone uccise e ai loro famigliari, vittime di tanto odio - che almeno nel momento della morte abbia avuto il coraggio di guardare nel profondo di sé e di aprirsi così alla misericordia di Dio". "Quanto al futuro di Cosa Nostra - aggiunge il presidente di Libera - non bisogna illudersi che la morte del capo attenui la forza e la pericolosità di una mafia che ha dimostrato capacità di adattamento e rinnovamento, e che da tempo adotta lo strumento della corruzione e delle complicità politico-economiche per rubare la dignità e la speranza delle persone oneste”.
 
ANSA

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