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Casoli. A fare da cornice al premio nazionale "Lea Garofalo", ideato e organizzato dall'Associazione Antimafie e Antiusura DIOGHENES APS, c'è stata come di consueto la splendida realtà di Casoli, una graziosa cittadina in provincia di Chieti.

Tuttavia a rappresentare il tema del quadro ottimamente "dipinto" dai soci ideatori del premio sono stati i protagonisti di questo importante riconoscimento arrivato alla sua seconda edizione.

Tra questi, oltre a Piera Aiello, Luigi de Magistris, Tonino Braccia, Lina Calandra, Roberto Di Bella, Giuseppe Lombardo, Brizio Montinaro, Raimondo Semprevivo, Fortunato Zinni, Sonia Alfano, Pino Finocchiaro, vogliamo ricordare Michelangelo Di Stefano, dirigente della PS presso la DIA di Reggio Calabria, da anni al servizio dello Stato per via della sua lotta alla 'Ndrangheta e da diverso tempo impegnato in un ruolo di rilievo nell'Esecutivo Nazionale dell'International Police Association IPA, la prestigiosa Associazione di Polizia che con i suoi circa 400.000 iscritti dislocati in 70 nazioni è in assoluto tra le associazioni più grandi al mondo.

Di Stefano il prestigioso riconoscimento lo ha ottenuto grazie al suo impegno nella lotta contro la 'Ndrangheta e per le sue innate qualità in ambito investigativo.

La motivazione del premio la dice tutta sul perché a Michelangelo Di Stefano gli sono stati riconosciuti i giusti meriti.

Una motivazione che volentieri riportiamo:

- Si interessa della tecnologia avanzata, delle intercettazioni avanzate audio e video e localizzazioni. Con approfondite ricerche nel settore delle comunicazioni in ambito investigativo e forense.

Autore di numerosi testi tra i quali "I nativi digitali", "Aspetti socio comunicativi della ndrangheta", "I moti di Reggio del 70 le due facce della medaglia" e "Il treno del sole e i 5 anarchici. L'ombra di Gladio".

Ha svolto attività di indagine nell'ambito di importanti procedimenti incardinati presso la DDA di Reggio Calabria volti ad individuare collegamenti tra la ndrangheta e gli apparati deviati dello Stato.

Insomma a persone come Di Stefano, spesso tenuti nascosti nell'ombra e quasi sempre relegati all'oblio, a dare le cosiddette "Pacche sulle spalle" ci hanno pensato i rappresentanti dell'associazione che hanno il merito di pensare e realizzare questo bellissimo premio.

* Il PJ.M della Rivista
  

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