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cabrera-lopez-arnaldo-javierdi AMDuemila - 10 dicembre 2014
Arnaldo Javier Cabrera (in foto), un sicario dell’ex sindaco di Ypejhù, Vilmar Acosta, è stato catturato l’8 dicembre nel suo nascondigilio tra i monti che circondano Canindeyú, esattamente a circa 15 km dalla tenuta “Dos Naciones” di proprietà della famiglia Acosta Marques. All’operazione che ha portato all’arresto ha partecipato anche il Gruppo Speciale di Operazioni (GEO).
Da oltre un mese viveva nei monti, senza contatti con il suo capo, lo avrebbe abbandonato e si troverebbe insieme alla famiglia in Brasile.
Ha confessato di essere uno degli autori materiali dell’omicidio del giornalista dell’ABC Color, Pablo Medina, e della sua assistente Antonia Almada. Ha confermato inoltre che Acosta decise di ucciderlo durante la festa del suo compleanno, lo scorso 13 luglio, “perché Medina lo stava danneggiando politicamente, e Neneco stava già pensando alla ricandidatura. Disse che avrebbe portato suo fratello Wilson dal Brasile per l’attentato” e ha aggiunto “Diceva sempre che era stanco della persecuzione di Pablo Medina, e lui e la sua famiglia nutrivano un odio viscerale nei suoi confronti, principalmente quando Vilmar e suo padre, Vidal Acosta, finirono nel carcere di Coronel Oviedo nel febbraio del 2011, dopo che nella tenuta di famiglia “Dos Naciones”, furono ritrovati resti umani, di probabili vittime del clan”.
Cabrera ha raccontato ai giudici Lorenzo Lezcano e Sandra Quiñónez di aver conosciuto Vilmar due anni fa. Successivamente, nel 2013, era stato nominato autista del Municipio di Ypejhù e Acosta gli avrebbe concesso una casa dove abitava con sua moglie e tre figli. “Neneco era molto temuto nella zona, nessuno poteva dirgli di no, altrimenti ci minacciava di portarci a Cerro Guy”, dove si trova appunto la tenuta, Dos Naciones.
Ha aggiunto che Acosta manteneva costanti riunioni con politici paraguaiani, come la deputata Maria Cristina Villalba e il governatore di Canindeyú, Alfonso Noria Duarte.
Secondo quanto ha dichiarato, sarebbe stato lui a sparare con una pistola calibro 9mm, insieme a Wilson Acosta, che avrebbe utilizzato un fucile calibro 12.
Il terzo sospettato di aver premuto il grilletto, Flavio Acosta, secondo quanto ha dichiarato l’autista, si sarebbe limitato a inseguire Medina da casa sua al dipartimento dove si era recato per un servizio giornalistico poco prima dell’agguato.
La famiglia dell’arrestato è stata prelevata e portata in una località protetta.

Una nuova persona coinvolta
L’autista ha affermato inoltre che dopo il duplice omicidio, lui e Wilson furono prelevati dalla scena del crimine da Lorenzo Acosta, di 35 anni, un altro fratello di Vilmar e Wilson che al momento non era neppure sospettato, ma che di fronte alle nuove accuse, i pm a carico del caso, Sandra Quiñónez, Lorenzo Lezcano e Cristian Roig, potrebbero imputare oggi stesso.

L’omicidio Medina rivoluziona la vita politica in Paraguay
Questa l’affermazione del Ministro degli Interni, Francisco De Vargas, che si è congratulato con il Commissariato di Ypejhú  per l’arresto di Cabrera. Secondo il ministro l’omicidio Medina ha accelerato diversi processi, come il giudizio politico contro alcuni ministri della Corte e il fermo impegno di perseguire ed individuare nomi vincolati al narcotraffico.
La Camera dei Deputati procederà a nominare i pm che si occuperanno del giudizio politico contro i ministri della Corte Suprema di Giustizia: Miguel Bajac, Sindulfo Blanco e César Garay Zuccolillo. L’articolo della Costituzione Nazionale prevede che il giudizio politico deve realizzarsi in caso di “mancato compimento delle funzioni, reati commessi nell’esercizio delle loro cariche istituzionali o per reati comuni”. Sindulfo Blanco ha detto che querelerà chi lo accusa e ha minacciato di raccontare molte cose sui politici che chiedono favori alla Corte.
Continua comunque la lotta interna per cercare di fermare il giudizio politico anche all’ultimo momento.

Richiesta al Brasile cattura di “Neneco”
Il procuratore generale dello Stato, Javier Díaz Verón, ha affermato la sua intenzione di viaggiare in Brasile per incontrare il procuratore generale di questo paese e richiedergli di intensificare la ricerca dell’ex intendente di Ypejhú, Vilmar Acosta.
Tutto indica che Neneco abbia attraversato il confine, dove ha rinnovato la sua patente di guida (gode della doppia nazionalità, paraguaiana e brasiliana) e adesso sarebbe nascosto nelle zone rurali di Sete Quedas.

La rete delle ‘narco-connessioni’
Dai documenti raccolti in Paraguay, Brasile e Stati Uniti, sms e intercettazioni telefoniche da parte della Senad emerge che politici e narcotrafficanti formano una intricata rete in cui il potere si interseca con l’affare della droga.
“Sostienimi per diventare deputato e vedrai in azione un onorevole degno di tale nome!”, ecco uno dei tanti sms inviati dall’attuale deputato Bernardo Villalba al capo del ‘Primer Comando Capital’ (PCC), Carlos Antonio Caballero, alias “Capilo”, oggi in carcere. Era il 13 febbraio del 2011, circa un mese prima delle primarie interne del Partido Colorado, e l’ex giudice di Pedro Juan Caballero iniziava a preparare la propria candidatura per le elezioni generali del 2013.
Villalba ha cercato di negare di avere chiesto appoggio al narcotrafficante, ma dalle intercettazioni risulterebbe che gli avrebbe addiritura chiesto 5.000$USA per finanziare la campagna elettorale.
Una rete di enormi proporzioni di cui è facile in alcuni momenti perdere il filo delle connessioni che vincolano importanti capi narcos con politici.

Contrabbando di tabacco in Messico arricchisce il Presidente del Paraguay
Tabesa, azienda di proprietà del presidente Horacio Cartes distribuisce sei delle marche di sigarette che più si vendono illegalmente in Messico.
Molte delle confezioni sequestrate dalla Cofepris (Commissione per la protezione contro i rischi sanitari) riportano la scritta: “Prodotto da Tabacos del Este SA.” Indirizzo: Ybyrá Pita e Mandarinas-Villa Conavi II, proprio la proprietà di Horacio Cartes. Uno degli uomini più ricchi del Paraguay.
La Cofepris ha lanciato l’allarme che i suoi prodotti alimentano le organizzazioni criminali, danneggiano economicamente le finanze dello Stato e tengono in scacco qualsiasi tentativo di ridurre il consumo di tabacco principalmente tra adolescenti e bambini, per il basso costo delle sigarette, 10 pesos a confezione, dopo quelle asiatiche, i pacchi di sigarette paraguaiani sono i più popolari.
Un altro dato che fa riflettere: le fabbriche paraguaiane producono 67 miliardi di sigarette l’anno, mentre tra la popolazione interna si registrano meno di 3 miliardi di fumatori. Dove va a finire il resto delle sigarette prodotti dall’‘imperatore del fumo’, come Cartes viene definito? Sicuramente nel mercato nero.

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