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magistrati h partbI vertici della Cassazione che hanno superato i 70 anni andranno a riposo nel 2018. Stesso schema per Corte dei Conti e Consiglio di Stato
ll Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che proroga il pensionamento dei magistrati di Cassazione con incarichi direttivi, Consiglio di Stato, Corte dei Conti e avvocatura dello Stato. La decisione, attesa da alcuni giorni, segue altri due proroghe tra il 2014 e il 2015 rispetto a quanto previsto dalla riforma Madia della Pubblica amministrazione, che prevede il ritiro a 70 anni.

Il decreto, a quanto si apprende da fonti dell'esecutivo, prevede che i magistrati di Cassazione che non abbiano compiuto il 72esimo anno al 31 dicembre 2016 e che dovrebbero essere collocati a riposo fra quella data e 30 dicembre 2017 siano prorogati fino a fine 2017. Per i magistrati del Consiglio di Stato, della Corte dei Conti e per gli avvocati dello Stato lo stesso schema di proroga vale nel caso in cui non abbiano compiuto 70 anni.

Il governo sta facendo fronte al rischio di vuoti di organico nelle posizioni apicali della magistratura. Tre i nomi più in vista che avrebbero dovuto  lasciare il posto se non ci fosse stata la proroga: il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo e il primo presidente della stessa Suprema Corte, Giovanni Canzio che ricopre quel ruolo dal dicembre scorso. Tra i beneficiari, stimati in circa 180, ci sarebbe anche il procuratore capo di Napoli Giovanni Colangelo, da alcuni mesi sotto protezione dopo la scoperta di un progetto di attentato contro di lui.

Il nodo è la vischiosita nel ricambio generazionale. Nell'ultimo anno il Csm ha accelerato i ritmi delle nomine, 440 solo nell'ultimo anno. Ma su circa 9mila magistrati ordinari le stime indicano circa mille posti vacanti che si sono creati negli ultimi due anni e la collocazione in servizio dei vincitori dei concorsi è rallentata dai tirocini.

La decisione del governo è duramente criticata dalla giunta dell'Anm guidata da Piercamillo Davigo, che parla di  un provvedimento "frutto di improvvisazione" che genera "disparità di trattamento" e che "creerà disservizi anche allo stesso Csm, il quale ha già pubblicato i bandi per il conferimento di numerosi incarichi direttivi e semidirettivi che, in tal modo, subirà un significativo slittamento". Il sindacato delle toghe ribadisce come la decisione del 2014 di abbassare l'età di pensionamento dei amgistrati da 75 a 70 anni "in maniera brusca e senza prevedere periodi transitori, sia stata errata visto che non ha fatto altro che peggiorare il progressivo vuoto di organico che oggi ha superato le mille unità". Secondo l'Anm le priorità sono la "velocizzazione dei tempi di reclutamento dei nuovi magistrati, l'adozione di misure finalizzate ad affrontare le difficoltà in cui versano gli uffici giudiziari di merito e di legittimità e la reintroduzione dell'età pensionabile a 72 anni per tutti, con l'esclusivo scopo di garantire ai più giovani un congruo periodo di servizio e dunque una dignitosa fase post lavorativa, oggi fortemente minata dall'attuale sistema".

Tratto da: repubblica.it


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