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1 giugno 2012
Palermo. «Dopo la morte di Falcone dissi che volevo parlare solo con Paolo Borsellino. L'1 luglio mi venne a trovare in carcere. Verso le 15 ricevette una telefonata e mi disse che doveva andare al ministero. Quando tornò era molto turbato, lui era un tipo sensibile ed emotivo, si capiva già dal viso se era arrabbiato. Addirittura aveva due sigarette accese una in bocca, l'altra in mano. Mi ha detto che aveva incontrato il ministro Nicola Mancino, ma anche il dottor Bruno Contrada e Vincenzo Parisi. Era particolarmente contrariato di avere incontrato Contrada». Lo ha detto il collaboratore di giustizia, Gaspare Mutolo, nel processo al generale dei carabinieri Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato alla mafia. «Prima di iniziare la mia collaborazione con Borsellino gli dissi: intanto dobbiamo fermare il braccio armato della mafia prima che fanno altre stragi - ha proseguito - Da lì abbiamo cominciato a scrivere i primi verbali, in presenza anche del dottore Vittorio Aliquò».

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